(Teleborsa) – Piazza Affari archivia la giornata sotto il segno delle vendite. In realtà, la seduta per la borsa italiana era iniziata si con cautela ma aveva subito un’accelerazione durante la mattinata. A dare una spinta verso il basso, l’avvio negativo della borsa di Wall Street, che ancora procede sotto la linea di parità. Il listino italiano, comunque, ha resistito alle vendite meglio del Vecchio Continente, dove i cali sono stati più marcati. A limitare i danni della borsa milanese il ncomparto dei finanziari dove le buone trimestrali di Bank of America e Goldman Sachs sono riuscite a portare un minimo di fiducia tra gliinvestitori italiani. Sul mercato valutario, resta debole l’euro nei confronti del biglietto verde, dopo un breve recupero in scia al dato migliore delle attese sullo Zew tedesco di stamane. Il cambio EUR/ USD si attesta a 1,3818 in calo dello 0,91%. Nel frattempo importanti decisioni arrivano dalla banca Popolare della Cina che, per la prima volta dalla fine del 2007, ha alzato di 25 punti base il tasso d’interesse ad un anno sui prestiti e sui depositi. La decisione sembra arrivare per mettere un freno all’inflazione e al surriscaldamento dell’economia, proprio mentre il Giappone annuncia che l’economia è in una fase di stallo e che nei prossimi mesi sarà necessario essere prudenti. Gli operatori ora guardano alla pubblicazione del Beige Book della Fed, in agenda domani, il consueto report mensile sui dodici distretti della Federel Reserve sull’economia americana. Tra gli indici milanesi, il Ftse All-Share archivia la giornata in calo dello 0,18% a 21.797,6 punti mentre il Ftse Mib scivola dello 0,12% a 21.233, 48 punti. Le banche rimangono a galla. Il comparto ha resistito alle vendite anche in Europa, sull’effetto positivo dei risultati migliori del previsto, annunciati, ieri dalla statunitense Citigroup, e oggi, da Bank of America e Goldman Sachs. Il Banco Popolare è tra i migliori titoli del paniere principale. Seguono a ruota, Intesa Sanpaolo e la Popolare di Milano. Frazionali i rialzi di anche Unicredit, che ha comunicato di non essere a conoscenza di un collegamento tra il fondo Aabar e gli azionisti libici di matrice pubblica della banca. Tra gli assicurativi, in frazionale rialzo Unipol sul ritorno di interesse degli investitori. In fondo al listino invece Fondiaria Sai. Debole, ma dalla parte degli acquisti, Telecom Italia. “Sono del tutto irrealistiche le ipotesi di rapida dismissione della rete in rame, avanzate negli ultimi mesi, che non trovano riscontro in nessun altro Paese occidentale”. Lo ha detto oggi l’amministratore delegato di Telecom Italia, durante un’audizione alla Camera, che ha poi sottolineato come la migrazione dal rame alla fibra, come tutte le grandi innovazioni tecnologiche, comporterà nel tempo un’inevitabile contrazione della forza lavoro”. Spenti i petroliferi con Eni che si allinea con la debolezza evidenziata dall’intero comparto oil a livello europeo. A nulla è servito l’annuncio da parte del cane a sei zampe di una nuova importante scoperta petrolifera nell’offshore dell’Angola. In rosso anche Saipem e Tenaris. Tra gli altri energetici, comprata Terna il cui Cda ha approvato, ieri la distribuzione dell’acconto sul dividendo dell’esercizio 2010, 87 centesimi per azione ed ha dato il via libera alla vendita del Solare a Terra Firma per un valore stimato tra 620-670 milioni di euro. Oggi Morgan Stanley ha alzato il target price a 3,25 euro da 3,20 euro. Debole CIR dopo una mattinata decisamente migliore in cui ha beneficiato dei conti della controllata Sorgenia che ha registrato utili in salita nei primi nove mesi dell’anno. Conclude in retromarcia la Fiat mentre cresce l’attesa per il cda di giovedì sulla terza trimestrale. Sul completo, chiude in corsa Alerion dopo l’annuncio del mandato a Barclays per cercare potenziali acquirenti per gli impianti operativi del gruppo nel settore fotovoltaico. Vola Cell Therapeutics che festeggia il parere positivo del Comitato pediatrico dell’Ema su Pixuvri. Comprata Sogefi, nel giorno del Cda sulla terza trimestrale. In retromarcia Hera nel giorno di presentazione del nuovo piano industriale al 2014, che prevede un Mol in crescita del 32% a 750 milioni ed un ROE oltre il 9%