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PIAZZA AFFARI CHIUDE CON UN PICCOLO SEGNO MENO

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Piazza Affari ha archiviato una seduta ancora una volta incentrata su pochi temi principali, ma in generale senza scossoni e con volumi medio bassi.

“Sul mercato oggi ha avuto anche un impatto ridotto l’avvio dei mercati statunitensi – commenta a Wall Street Italia un operatore di una primaria Sim milanese che preferisce rimanere anonimo in fede alla politica aziendale – che oggi rimarranno aperti solo per metà giornata e domani saranno chiusi per la festa del Indipendence Day”.

“Per il resto la giornata ha vissuto ancora intorno ai temi legati all’Opa Montedison – aggiunge il trader -, con una buona Fiat e tanto movimento sui titoli della galassia Mediobanca. Prese di beneficio sul risparmio gestito dopo il rialzo di ieri e denaro sulla scuderia Colaninno sulla quale si specula in attesa di qualche novità”.

Il Mibtel al termine della seduta ha chiuso a -0,27% a 26.544 punti, il Mib30 a -0,46% a 37.710, il Numtel a -1,63% a 2.783. In leggera crescita, invece, il Midex a +0,33% a 29.721 punti.

Il tema dominante è stato Montedison (-3,14% a €2,96), con la guerra tra la città di Torino sede del gruppo Fiat (+2,74% a €25,91), che con i francesi di Edf ha lanciato un’offerta ostile su Montedison e la controllata Edison (+0,13% a €11,440), e la Milano di Mediobanca (+1,29% a €13,3) che resta in trincea. (Vedi Opa su Montedison: speciale WSI)

In denaro Fiat. Nelle sale operative si scommette su nuove mosse di casa Agnelli, e il titolo è sostenuto anche da questo. Il titolo gode anche dei giudizi positivi che sono arrivati da importanti banche d’affari straniere. (Vedi anche Piazza Affari: Fiat corre con rating positivi)

Nella guerra di posizione tra Fiat e Mediobanca, rientra anche Banca di Roma (-3,34% a €3,71) anche sulle voci di possibili integrazioni con San Paolo Imi. Il titolo dopo una partenza sprint con forti volumi ha preso la via del ribasso dopo che il direttore generale, Giorgio Brambilla, ha dichiarato che “non c’e’ nessun dossier” su ipotesi di nuove aggregazioni di cui si parla nei mercati finanziari dopo l’operazione condotta con Fiat, Sanpaolo ed Intesa su Montedison-Edison. (Vedi sezione RUMORS

che si trova sul menu in cima alla pagina).

Tra i terreni di scontro c’è anche quello su Hdp (+10,13% a €5,25), la holding che controlla il gruppo editoriale RCS, che gli Agnelli vorrebbero mettere sotto il loro controllo. Il titolo è stato anche sospeso per eccesso di rialzo e ha conosciuto fortissimi scambi superiori ai 27 milioni di azioni passate di mano. (Vedi anche Piazza Affari: Hdp, rastrellamenti in atto)

Nel settore bancario forti movimenti anche su Banca Intesa (-1,84% a €4,160). Voci di mercato parlano delle mire dell’istituto su Generali (-0,62% a €36,65), dopo che la banca ha fatto da tramite all’ingresso dei francesi di Edf nel panorama energetico italiano. Ora Intesa chiederebbe aiuto a Fiat. (Vedi sezione RUMORS

che si trova sul menu in cima alla pagina).

Un altro tema forte di oggi e delle sedute precedenti è stato Olivetti (+0,96% a €2,215). Rumor di mercato ricominciano a scommettere su un’ipotesi Olimont, dall’integrazione tra Olivetti e Montedison.

Questo avverrebbe grazie a Fiat che secondo nei giorni scorsi ha ottenuto un credito di circa 40.000 miliardi di lire da Deutsche Bank, da spendere parte per l’opa su Montedison e parte per acquistare la quota dei soci bresciani in Bell. Al denaro che avanzerà dall’Opa, Fiat potrebbe contare anche sull’eventuale liquidità che arriverebbe dalla dismissione di alcune controllate di Montedison che non fanno parte del core business.

Bell è la finanziaria lussemburghese azionista di riferimento di Olivetti.

Il numero uno di Olivetti, Roberto Colaninno, ha detto “non passeremo la mano”, ma ha anche ricordato che “la società è contendibile”.

Nel settore delle telecomunicazioni, è cresciuta TIM (+1,2% a €6,34), che si sta movendo per l’assegnazione delle licenze UMTS (telefonini di terza generazione) in Grecia.

Positiva anche Telecom Italia (+0,19% a €10,870) che pian piano sta provando a riportarsi sulle quote dei €12,5 che consentirebbero la conversione delle azioni risparmio in ordinarie e la successiva riduzione dei debiti della controllante Olivetti.

Pesante ENI (-3,31% a €13,95) che ha chiuso in rosso ma con volumi inferiori rispetto alla media. Oggi sul mercato dei blocchi è passato di mano lo 0,81% del capitale ordinario, al prezzo di €14,4 per azione.

In ribasso il titolo STMicroelectronics (-3,37% a €39,05) sulla scia della debolezza del Nasdaq e dei tecnologici europei (Vedi anche STM in calo, ignora accordo memoria flash)

Tra le Blue Chips ha brillato L’Espresso (+3,42% a €4,690) che ha fatto da apripista al rialzo dei titoli media grazie al rating positivo ottenuto da Banca Akros che ha portato da reduce a hold con un target sul prezzo a €4,40. (Vedi anche Piazza Affari: UPGRADINGS E DOWNGRADINGS/4)

Prese di beneficio sui titoli del risparmio dove il peggiore è stato Bipop Carire (-2,36% a €4,560).

Sul Nuovo Mercato ha perso terreno Tiscali (-3,42% a €9,160), che più volte a testato il supporto dei €9. (Vedi anche Piazza Affari: Tiscali recupera terreno e anche Tiscali: dal satellite una speranza di riscatto)

Anche oggi gli operatori si sono interrogati su cosa stia accadendo ad e.Planet, sospesa dalle contrattazioni dal 28 giugno scorso in attesa di novità sulla componente azionaria. (Vedi Nuovo Mercato: mistero su e.planet).

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