Piazza Affari ha chiuso l’ultima seduta della settimana con gli indici principali in positivo, ma non lontano dalle quote della vigilia.
Il mercato, commentano nelle sale operative, è orfano degli investitori istituzionali e pare in mano ai trader che speculano sui singoli temi, senza però permettere al mercato di prendere una via decisa.
Gli investitori oggi si aspettavano un rimbalzo dopo la folgorante chiusura di ieri del Nasdaq e del Dow Jones, ma sin dalle prime ore si è capito che solo il traino statunitense avrebbe potuto modificare la situazione.
L’apertura debole di Wall Street, dopo la presentazione di importanti dati macroeconomici, non ha aiutato Milano che ancora una volta ha dimostrato di non avere una forza propulsiva propria, recuperando il terreno positivo solo negli ultimi momenti grazie alla tenuta dei telefonici.
“E’ un brutto mercato – ha commentato un operatore che ha chiesto l’anonimato per politica aziendale – dove non c’è il coraggio di muoversi. Tutti sono stracarichi di titoli e nessuno prende l’iniziativa perché se vendono lo fanno in perdita e per acquistare gli manca il coraggio”.
L’indice Mibtel in chiusura ha segnato +0,44% a 25.661 punti, il Mib30 +0,54% a 36.431, il Midex -0,37% a 28.473 e il Numtel -1,18% a 2.507.
Tra i titoli che hanno perso più terreno, per poi recuperare sul finale, c’è Bipop Carire (-0,42% a €3,75). Il titolo anche oggi ha subito le tante voci che si rincorrono sull’eventuale vendita del 20% del capitale, ma anche per le offerte per la controllata Azimut. (Vedi Piazza Affari: Bipop precipita e stupisce)
In calo anche Banca di Roma (-0,54% a €3,32) sceso sulle voci di una possibile espansione nel nord Italia. A questo proposito si fa il nome di Banca Popolare di Novara (+0,91% a €7,4).
In generale le banche italiane sono sotto pressione alla luce della crisi in Argentina dove molti istituti sarebbero particolarmente esposti. Tra questi troviamo BNL (+1,04% a €3,29) che però oggi ha recuperato parte del calo registrato ieri. (Vedi Crisi Argentina: un futuro incerto).
Tra i titoli in decisa crescita Enel (+2,24% a €7,25). Secondo gli operatori il rialzo è legato alla liquidità che la società sta per incassare grazie alla vendita delle società di generazione di corrente. Secondo il loro parere, è possibile che non appena il mercato riprenderà a salire il titolo soffrirà per il suo carattere difensivo, ma in un’ottica più ampia è destinato a tenere buone posizioni.
STMicroelectronics si è fermato in rialzo del 3,41% a €35,2. Secondo alcuni tra operatori e analisti interpellati da Wall Street Italia il rimbalzo del titolo è un fenomeno di breve durata (Vedi STM: rimbalzo nasconde trend ribassista e Piazza Affari: STM prese di profitto improvvise).
Tra i titoli editoriali, tutti i titoli hanno chiuso in rosso con L’Espresso (-1% a €4,37) più pesante degli altri. Gli investitori hanno fatto cassa dopo i rimbalzi di ieri.
Tra i titoli interessati alla vicenda Montedison (-0,93% a €3,2), ancora in ribasso Hdp (-5,5% a €4,14). Secondo Donatella Principe, analista di Banca Popolare di Vicenza, la sottoscrizione del patto di sindacato ha tolto ogni appeal speculativo al titolo.
I telefonici hanno chiuso in recupero dopo una seduta debole. Ancora buoni i volumi di Olivetti (+1,14% a €2,21) seppur in calo rispetto alle passate sedute.
Sul Nuovo Mercato brillano pochi titoli hanno chiuso in rialzo. Tra i titoli del settore biotecnologico, Biosearch (-1,74% a €20,91) è partita con una sospensione per eccesso di rialzo sulla scia della notizia che si è assicurata l’esclusiva per dieci anni del farmaco antitumorale Ramoplanina in fase avanzata di sperimentazione. Ma alla fine il titolo si è piegato alle vendite. Ha tenuto invece sino alla fine il guadagno di Novuspharma (+3,61% a €42,5). (Vedi Piazza Affari: rallenta il rimbalzo di Biosearch).
Tiscali ha chiuso in ribasso dell’1,24% a €8,15. (Vedi Piazza Affari: Tiscali poco sopra la parità).