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PIAZZA AFFARI: BIPOP, SPECULAZIONE RISCHIOSA

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Giornata al cardiopalma per Bipop Carire, il cui titolo si muove sulle montagne russe con fortissimi volumi di vendita. Al momento le azioni sono scambiate a +3,92% a €3,550 con oltre 39 milioni di scambi.

Le ultime notizie di questa mattina, che seguono il consiglio d’ammnistrazione di ieri sera, hanno rialimentato le voci e le speculazioni sulla banca bresciana.

La novità principale è l’uscita dalla sala di comando di Bruno Sonzogni, l’amministratore delegato che ha fatto grande Bipop Carire e che dai più era visto come il vero freno a una vendita della società, come richiesto invece da una parte degli azionisti di maggioranza. Di fatto, la sua esclusione segna la vittoria della linea che punta alla cessione della banca. Posizione rinforzata, inoltre, da una forte contrazione del valore dei titoli passati in un anno dai €12 a un valore di €3,6 di questo pomeriggio.

“Sonzogni si è arreso alla logica del mercato che ha bocciato con le vendite un management provinciale – commenta un operatore di Sim estera che preferisce rimanere anonimo per politica aziendale – che non ha rispetto per gli azionisti minori e non pensa a creare valore attraverso business collaudati”.

“Hanno puntato tutto sul trading online e alla fine della bolla speculativa si sono ritrovati con un pugno di mosche in mano” conclude l’operatore.

Mentre salgono gli acquisti e aumentano i volumi, cresce però il rischio oggettivo che il mercato venga ancora una volta scavalcato. Considerati i fallimenti degli ultimi mesi registrati con Axa e con altri gruppi interessati all’istituto lombardo, molti azionisti si starebbero muovendo per conto proprio.

Secondo alcuni operatori sentiti da Wall Street Italia “in questa situazione di stallo è possibile che qualcuno riesca a rastrellare una quota vicino al 30%. Questo però potrebbe avvenire fuori dal mercato grazie agli azionisti che stanno muovendosi in modo indipendente” dice uno di loro.

Una cessione concordata e fuori mercato comporterebbe, così come già visto nella stessa scalata ad Olivetti, che gli investitori individuali possano rimanere completamente tagliati fuori da una scalta o un passaggio di controllo che non avrebbe nessun ritorno sui prezzi dei titoli a Piazza Affari.

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Sindrome del 29%)