Intorno a Bipop Carire (+3,45% a €4,890) e alla sua controllata Azimut si è scatenata una vera e propria guerra che sta infiammando il titolo bresciano anche oggi in forte crescita.
Il rialzo è legato alle attese su possibili annunci legati alla vendita della filiale o addirittura all’ipotesi di un Opa più o meno ostile.
Nel Consiglio d’amministrazione di ieri, l’adviser Rothschild Italia ha presentato al vertice bresciano un’analisi sulle offerte pervenute per Azimut. Secondo indiscrezioni, riprese anche dalla stampa, sul tavolo degli amministratori sarebbero arrivate sei proposte d’acquisto, di cui una in pole position.
Tra i potenziali pretendenti i nomi che circolano sono quelli di Allianz, Hsbc, Ubs, Axa, Bnp Paribas e Halifax, La Fondiaria e CSFB.
“Ormai è solo una questione di prezzo – commenta un operatore di una primaria Sim milanese che preferisce rimanere anonimo – per avere una fetta o tutta la torta”.
“Per Azimut sembra che il board non voglia cedere alle proposte inferiori ai 2.000 miliardi di lire, e in questo caso si vocifera che Axa sia l’unica che si aggiri su quella cifra”.
Ma la società, secondo indiscrezioni di mercato, potrebbe essere anche potenziale oggetto di scalata, come anticipato da Wall Street Italia nella sezione RUMORS che trovate sul menu in cima alla pagina.
“L’interesse per l’intera Bipop da parte di alcuni gruppi stranieri è reale – aggiunge l’operatore – ma anche qui è una questione di prezzo. Nelle sale operative si dice che molti top manager del gruppo bresciano siano carichi di azioni Bipop prese a debito con prezzi superiori ai €7. Questo spinge verso prezzi troppo lontani dai valori di mercato e al momento è oggetto di un braccio di ferro con i potenziali acquirenti che spingono per costi intorno ai €6 per azione”.
“Insomma, se qualcuno vuole entrare nel mercato italiano attraverso la Bipop deve tirare fuori €7,5-€8 ad azione. Questo se lo vuole fare in modo amichevole anche perché qualsiasi altra via ostile sarebbe bocciata dal Governatore di BankItalia Antonio Fazio”.