(Teleborsa) – Piazza Affari dopo un avvio di giornata con una certa prudenza, già passa in territorio negativo allineandosi alle principali borse del Vecchio Continente, sulla scia della chiusura debole dei mercati asiatici stamane e la chiusura cauta di Wall Street, la vigilia. Per tutta la giornata di ieri i mercati sono stati ad aspettare le decisioni della Federal Reserve. La Banca centrale americana ieri sera ha deciso di lasciare invariati i tassi di interesse sui fed funds al minimo storico tra lo 0 e lo 0,25%, senza annunciare nessuna misura aggiuntiva di quantitative easing. Il Federal Open Market Committee, inoltre ha confermato di voler mantenere i funds ad un livello “eccezionalmente basso” per un “esteso periodo di tempo”. Per quanto riguarda la Fed ha sottolineato un rallentamento della ripresa economica nel corso degli ultimi mesi, con i consumi e la disoccupazione ancora in difficoltà. Sul valutario, la valuta europea inizia la giornata con vigore nei confronti del dollaro. Il cable eur/usd viaggia stamane a 1,3307 usd, in miglioramento dello 0,40% rispetto alla chiusura di ieri a 1,3261. Scarsi gli spunti macroeconomici, in Europa è previsto il solo dato sugli ordini industria del mese di luglio mentre negli Stati Uniti sarà reso noto il consueto dato settimanale sulle scorte di greggio. Il Ftse All Share mostra un ribasso dello 0,93% a 21.110 punti, così come il Ftse Mib che si ferma a 20.535 punti (-1%). Sul paniere principale ancora una volta Unicredit è la protagonista assoluta della giornata dopo che il CdA di Piazza Cordusio, ieri sera ha accettato le dimissioni dell’AD Alessandro Profumo che lascia la dirigenza dopo tredici anni. Dopo una riunione interminabile del CdA straordinario in cui si sono susseguite notizie e smentite, l’ufficializzazione delle dimissioni del manager, è arrivata, in nottata, con un una nota. Tra gli altri bancari soffre il Banco Popolare, che ha annunciato di aver completato il closing con la Fondazione Cassa Risparmio Lucca. Freccia verde per Mediobanca. L’istituto ha chiuso l’esercizio 2009-2010, terminato il 30 giugno, con un utile netto di 400,8 milioni di euro, e torna a distribuire un dividendo di 0,17 euro per azione, con un cash payout del 55%. In cima la listinio c’è Fiat che performa meglio di un comparto auto europeo in ribasso. In rosso Finmeccanica, che ha firmato a Londra una nuova linea di credito confermata di 2,4 miliardi di euro didurata quinquennale con un sindacato di 24 istituti di credito, domestici e internazionali, coordinati da BNP Paribas.