(Teleborsa) – Piazza Affari rimane in rosso dopo l’avvio di Wall Street. Il listino italiano al pari delle altre borse del Vecchio Continente, nell’ultimo giorno di contrattazioni dell’anno si mostra dimesso. A nulla sono serviti Milano e le altre borse europee i dati macro provenienti d’oltreoceano che oggi hanno sorpreso tutti in positivo. Scendono, infatti, oltre le attese i sussidi settimanali alla disoccupazione e balza sopra ogni più rosea previsione l’indice PMI Chicago. Anche la vendita case pendenti di novembre è aumentata oltre le previsioni degli analisti segnando un incremento del 3,5% contro l’aumento più contenuto del consensus che lo vedeva in rialzo dell’1,5%. Intanto, per quanto riguarda l’Europa, Francoforte ha già chiuso anticipatamente e in calo la sua ultima seduta dell’anno, visto che domani Deutche Borse rimarrà chiusa al pari di Madrid, Copenhagen, Helsinki, Stoccolma, Islanda e Tokyo, mentre Parigi, Bruxelles, Amsterdam, Lisbona, Londra, Wall Street e Hong Kong “lavoreranno” solo metà giornata. Sul valutario la moneta unica si conferma ben impostata nei confronti del dollaro, che invece continua a perdere terreno verso le altre principali valute mondiali. Tra l’altro oggi il biglietto verde ha aggiornato un nuovo minimo storico nei confronti del franco svizzero, evidentemente ritenuto un bene ancor più “rifugio” del dollaro. Tra le commodities il petrolio perde terreno con il barile sul Light Crude a 90,22 dollari in attesa dei dati sugli stock USA. Il Ftse All Share segna al momento un calo dell’1,29%, il Ftse Mib dell’1,41%. In un paniere tutto tinto di rosso spicca la freccia verde di Fiat che si posiziona in cima al FTSE MIB, beneficiando dell’accordo raggiunto, ieri, tra sindacati e Lingotto su Pomigliano, anche se la partita non si è chiusa visto l’insoddisfazione della Fiom che non ha siglato l’accordo. Tra gli altri segni più, c’è Finmeccanica, che festeggia un po’ in ritardo le nuove commesse annunciate ieri, e STMicroelectronics. Snam rete gas si mostra sulla parità dopo il taglio del target price da parte di Goldman Sachs. Tra le peggiori Telecom, Buzzi, Bulgari e Fondiaria-Sai, quest’ultima in attesa di novità dalla Consob sull’ingresso di Groupama nella holding a monte Premafin. Depresse le banche tra cui spiccano i cali di Intesa e Unicredit. Sotto pressione il Banco Popolare, nonostante La Repubblica affermi che anche Caritorino, dopo Cariverona, sarebbe pronta a sottoscruivere l’aumento di capitale della banca. Fredda l’energia, con Eni che, secondo un quotidiano portoghese, potrebbe cedere a caro prezzo la quota di Galp a Petrobras. Sull’ampio precipita Kinexia che, secondo quanto dichiarato dall’AD a Il Sole 24 Ore, vorrebbe entrare nel settore ambientale ma non con una fusione con Waste Italia. Prelios avanza a passi da gigante. A spingere in avanti il titolo l’annuncio da parte della società della conclusioni di due importanti operazioni.