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Piazza Affari -4,5%, tonfo ciclici e banche

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Milano – Piazza Affari chiude le contrattazioni in forte ribasso, sulla scia dei timori sul rischio recessione che sono stati alimentati dalla Fed, che ha innescato un’ondata di sell su tutte le borse mondiali.

L’indice Ftse Mib ha perso il 4,52%, con le perdite che si sono aggravate nel finale. Perfino peggio l’andamento delle altre borse nel resto dell’Europa. L’indice Stoxx 50 scivola più del 4%, Londra cede il 4,64%, Parigi il 5,16% e Francoforte il 4,92%.

Market mover della giornata: le preoccupazioni sulla finanza internazionale e, per l’appunto, sulla contrazione dell’economia dopo che la stessa Fed, nell’annunciare un nuovo piano di stimolo a supporto da 400 miliardi di dollari, ha citato nel comunicato di “rischi significativi di ribasso” per la congiuntura degli Stati Uniti. Tra l’altro, secondo George Soros, l’America sarebbe già in recessione. L’investitore miliardario ha parlato anche dell’Europa, affermando che due o tre piccole economie europee potrebbero anche cadere in default.

Sul Ftse Mib, nuovamente colpiti in particolare i bancari, anche se i titoli peggiori sono quelli ciclici, in quanto a tenere banco sono appunto i timori sulle spinte recessive dell’economia dei paesi occidentali. Fiat lima le perdite e cede il 3,66%, Exor -5,61%, Fiat Industrial -5,25%. Maglia nera di un listino tinto esclusivamente di rosso (con l’eccezione di BPM che balza fino al 5,12% ma anche di Intesa SanPaolo +0,88% e Mediobanca +1%) è Tenaris, con -8,35%.

I finanziari scontano la decisione di S&P di tagliare il rating di sette banche italiane, dopo aver rivisto al ribasso il downgrade sul rating italiano.

In rosso Unicredit -5,19%, Ubi Banca -3,30%, MPS (-4,18%) e Banco Popolare -0,51%. Altri titoli colpiti dai sell off, in alcuni casi peggio che nel caso delle banche, sono Fondiaria-Sai (-5,95%), Eni (-4,50%) ed Enel (-3,99%), Pirelli (-7,73%) e Mediaset (-6,56%). Molto male anche Atlantia (-6,28%) e Autogrill (-5,39%).

I continui giudizi negativi contro l’Italia e contro le sue banche innescano l’ennesimo attacco speculativo contro il paese: in particolare si segnala un’alta tensione sui cds, ovvero i credit default swap per proteggersi contro il rischio default del paese: sono arrivati a balzare al massimo assoluto, a quota 545 punti base, per poi ridurre i rialzi a quota 537.

In aumento anche lo spread Italia/Germania, mentre i rendimenti decennali rallentano rispetto ai massimi della mattinata, rispettivamente a 395 punti base e al 5,641%, ben lontani dai massimi intraday.

Sui mercati circolano indiscrezioni, ancora non confermate, secondo cui la Bce sarebbe tornata ad acquistare bond spagnoli e italiani. E, a tal proposito Olli Rehn, commissario Ue agli Affari economici ed europei ha affermato che l’Italia non avrà bisogno di aiuti provenienti dall’Unione europea e dall’Fmi, e che per dare sollievo all’Italia la Banca centrale europea potrà continuare a intervenire sul mercato secondario. C’è da dire tuttavia che tali interventi non hanno dato il risultato sperato.

In generale l’intero settore finanziario Ue sconta anche i timori sulle banche americane, dopo che Moody’s ha rivisto al ribasso i rating sul debito di Bank of America, Wells Fargo e Citigroup. Ma a livello europeo il settore peggiore non è quello finanziario, ma le risorse di base.

La forte avversione al rischio è confermata sul mercato valutario dall’euro, che scende dello 0,94% sfondando al ribasso quota $1,35 e arretrando fino a $1,3459. La moneta unica è piatta ora contro il franco svizzero a CHF 1,2223 e scende contro lo yen, scivolando di quasi il 2%%, a 102,69.

I futures sul petrolio perdono il 4,74% attestandosi a $81,85, mentre le quotazioni dell’oro sono in flessione più del 4%, a $1.729

RAPPORTO UNICREDIT, TITOLI A CUI GUARDARE

BPM (EUR1,23): ha avviato con il CdA di ieri la discussione sulla governance, ma una decisione è attesa in occasione di un altro consiglio previsto martedì prossimo.

ENI (EUR12,88): in consorzio con GDF Suez, Statoil e Niko Resources, ha vinto una gara per un giacimento di gas e petrolio in Indonesia.

FIAT (EUR4,04): Moody’s ha abbassato il rating da ‘Ba1’a ‘Ba2’ con outlook negativo, a causa della maggiore integrazione con Chrysler.

TERNA (EUR2,608): l’Agenzia di rating S&P ha tagliato da ‘A+’ ad ‘A’ la propria valutazione sul merito di credito, lasciando inalterata la valutazione negativa sulle prospettive.

RAPPORTO UNICREDIT: MACROECONOMIA

Negli Stati Uniti il Fomc della Federal Reserve si è chiuso ieri con la scontata conferma del costo del denaro in prossimità dello zero e con l’annuncio di due interventi espansivi volti il primo al contenimento dei tassi a lungo termine e il secondo al sostegno del mercato immobiliare. Parlando di “significativi rischi al ribasso”, la Fed ha varato un nuovo programma da USD400 mld mirato a rafforzare la parte lunga della curva all’interno di un portafoglio di assets del valore di USD2.850 mld.

I proventi delle obbligazioni garantite da mutui immobiliari di proprietà della Banca Centrale verranno nuovamente investiti nel settore. Da qui a fine giugno 2012 la Fed sottoscriverà titoli governativi a scadenza tra 6 e 30 anni, vendendo carta della durata inferiore ai 3 anni.

In Grecia il Governo ha annunciato ieri sera una nuova serie di pesanti misure correttive: taglio del 20% alle pensioni superiori a EUR1.200, un’ulteriore sforbiciata ai cittadini pensionati prima dei 55 anni, l’estensione per lo meno fino al 2014 della tassa sugli immobili e l’abbassamento a EUR5.000 l’anno dei redditi non tassabili. Nel suo Global Financial Stability Report, il FMI ha quantificato in EUR300 mld l’aumentata esposizione delle banche europee al rischio, a causa della crisi debitoria. In Cina la stima flash a cura di Hsbc sul Pmi manifatturiero mostra a settembre un rallentamento a 49,4 pts rispetto al 49,9 finale di agosto, evidenziando il terzo mese consecutivo di contrazione.