Il contenuto di questo articolo esprime il pensiero dell’ autore (vedi sotto) e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.
(WSI) – L’autunno 2005 ha rappresentato un buon momento per i titoli tecnologici anche se recentemente si discute nuovamente di indici di volatilità.
Tutti infatti ricordano la “bolla speculativa” che portò a livelli altissimi l’indice Nasdaq agli inizi degli anni 2000 e la inevitabile volatilità che la accompagnò.
A Novembre 2005 nasce un nuovo metodo di indagine utile a mettere in evidenza la relazione tra variazione dell’indice e relativa volatilità, ed è il metodo del criterio di Chauvenet
Una crescita senza un opportuno controllo rischia infatti di giocare brutti scherzi agli investitori.
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Il metodo proviene da una considerazione che uno scienziato statunitense, William Chauvenet, pose a fondamento della fisica sperimentale verso la metà dell’’800, per evitare gli errori accidentali.
Considerando una collezione di dati proveniente da un esperimento, Egli stabilì che i dati non potessero essero troppo lontani dalla media, in caso contrario è necessario rigettarli.
La lontananza dalla media venne tradotta in un certo numero di deviazioni standard decise dallo stesso sperimentatore come limite di accettabilità.
Osservando i dati provenienti da un indice di Borsa si nota chiaramente come questo criterio venga naturalmente soddisfatto dal mercato, ovvero quando l’indice o il valore di un titolo si allontana troppo dalla media viene rigettato.
Questa osservazione portò John Bollinger negli anni ’80 a introdurre le bande che portano il suo nome e a sviluppare un metodo basato sull’idea del rigetto di dati.
Infatti risulta abbastanza facile notare dalla fig. 1 (a fondo pagina) come l’indice , quando si allontana dalla media di un valore pari a due volte la deviazione standard, ritraccia e ritorna ad avvicinarsi alla media.
Rappresentando il delta sull’asse delle ascisse e il sigma sull’asse delle ordinate possiamo ottenere un piano dove il criterio di Chauvenet si traduce nella presenza di due asintoti che definiscono le zone di rigetto.
Come possiamo notare dal grafico in fig. 2 ai tempi della “bolla internet” del 2000 ci fu una alta volatilità di lungo periodo. (il grafico è costruito con medie a 200 gg).
Stiamo assistendo sicuramente a un clima di fiducia degli investitori nel settore tecnologico anche se prevale la moderazione e la selettività.
Osservando attentamente il piano di Chauvenet possiamo notare come a ciascuna coppia è possibile associare un angolo e un raggio.
Se riportiamo l’angolo in funzione del tempo troviamo un indice che ci permette di stabilire con precisione quando il titolo passa dal semipiano positivo a quello negativo e viceversa.
Il raggio è la somma quadratica della volatilità e del delta.
Un aumento della volatilità e contemporaneamente della distanza dalla media coincide con una situazione di instabilità.
Quindi mentre l’angolo è un indice di crescita, il raggio è un indice di instabilità.
In figura 4 si nota come l’angolo sia positivo anche se la figura 5 mostra un raggio di Chauvenet in crescita e quindi un relativo aumento del rischio di investimento.
L’investimento in titoli tecnologici risulta in questo periodo particolarmente tranquillo rispetto al 2000 e siamo in un momento può essere conveniente mantenere le posizioni rialziste di lungo periodo, anche se nel breve i grafici mostrano la presenza di ipercomprato.
* Italo Mario Fabbri e’ un ricercatore di fisica che studia modelli matematici e fisici adatti alle previsioni dei corsi di borsa. Di recente ha sviluppato una evoluzione del modello di John Bollinger. Il suo lavoro, in forma di dispensa, è in vendita sul sito dell’Ing. Renato di Lorenzo.
Il concetto di riferimento è il criterio di rigetto dei dati formulato da William Chauvenet, un matematico americano vissuto nel 19esimo secolo. A partire da questo concetto viene definito un piano di lavoro e due indici per l’analisi tecnica dei dati di borsa. Alcuni esempi e la descrizione delle casistiche fondamentali, permette una introduzione al metodo di trading che può essere considerato una evoluzione del metodo di John Bollinger introdotto durante gli anni ’80.