La vicenda che nelle ultime settimane ha tenuto con il fiato sospeso i possessori di obbligazioni Philip Morris si avvia ad una svolta importante. Martedi’ 15 aprile e’ atteso infatti il pagamento di una tranche da $2,6 miliardi, parte dell’accordo tra i produttori di tabacco USA e 46 Stati dell’Unione per un totale di $206 miliardi.
La divisione statunitense del colosso del tabacco Altria (il nuovo nome di Philip Morris) ha gia’ comunicato che non sara’ in grado di rispettare i propri impegni a causa di una nuova tegola giudiziaria che costringera’ Altria ad emettere un nuovo bond da $12 miliardi. Se le cose dovessero veramente andare in questo modo, lo sbocco piu’ probabile, secondo l’azienda, sara’ la richiesta di una procedura di fallimento per Philip Morris USA.
A sedere al tavolo delle trattative sull’ultimo problema giudiziario, causato da un’errata comunicazione sul reale pericolo derivante dalle sigarette di qualita’ “light”, sono tre diversi soggetti: i legali di Philip Morris, il procuratore dello Stato dell’Illinois e i querelanti. Soprattutto i primi due stanno cercando un accordo extra-giudiziario con la supervisione del giudice Nicholas Byron, della contea di Madison.
Su quest’intesa, pero’, c’e’ da incrociare le dita. I 46 Stati americani che hanno giovato del primo accordo con i produttori di tabacco, infatti, hanno gia’ impegnato i soldi che devono ricevere, con piani d’investimento di natura sociale. E se Philip Morris USA dovesse fallire, potrebbero incontrare notevoli difficolta’, tenuto conto che questi soggetti in genere non si proteggono con derivati sul rischio d’insolvenza come i CDS (credit default swap).
Per questo motivo, sul tavolo delle trattative ci sono alternative come un prestito di minore entita’ garantito da altre societa’ del gruppo Altria, come ad esempio Kraft Foods.
Sul mercato dei corporate bond il terremoto potrebbe essere altrettanto pericoloso. Se venisse emessa l’obbligazione da $12 miliardi, infatti, il rating del prestito gia’ in circolazione sarebbe con tutta probabilita’ ridotto sotto l’”investment grade”. Molti money manager che non hanno facolta’ di tenere in portafoglio questo tipo di investimento sarebbero quindi costretti a vendere le obbligazioni in ogni caso.
Il momento della verita’ potrebbe essere rimandato nel caso domani Philip Morris non riuscisse a rispettare i suoi impegni e chiedesse un periodo di grazia di 30 giorni (richiesta che e’ nel suo diritto). Secondo gli esperti, in questo caso le agenzie di rating potrebbero abbassare temporaneamente il giudizio sul debito della societa’, in attesa di ulteriori sviluppi.
La scorsa settimana, Standard & Poor’s ha gia’ ridotto il rating del debito non garantito di Altria e Philip Morris da “A-” a “BBB”, e quello di Kraft da “A-” a “BBB+”. In mancanza di una soluzione positiva, l’agenzia di rating ha gia’ avvertito che solo Kraft rimarrebbe un “investment” grade, mentre Altria e Philip Morris scenderebbero a “junk”.
In questo clima si scatenano le speculazioni. Per chi ama il rischio potrebbero avere valore le considerazioni di alcuni portfolio manager, secondo cui anche in caso di bancarotta Philip Morris potrebbe continuare ad onorare i pagamenti dovuti al Master Settlement Agreement (la causa da $206 miliardi). In questo caso potrebbe continuare a consegnare sigarette e sarebbe protetta da ulteriori cause da parte dei 46 Stati coinvolti nell’accordo.
Aggiornamento ore 22.15
Il giudice dell’Illinois ha finalmente deciso. Il valore della transazione a carico di Philip Morris e’ stato ridotto a $6 miliardi. La societa’ produttrice di sigarette ha quindi dichiarato che sulla base di questa iniziativa sara’ in grado di pagare i $2,6 miliardi per il Master Settlement Agreement in scadenza domani. I $6 miliardi saranno garantiti da un bond gia’ preventivamente emesso dalla societa’.
I rischi legali per la societa’ non finiscono comunque qui. Come era da prevedere i querelanti hanno deciso di ricorrere in appello contro la decisione del giudice. Per il momento Altria e Philip Mrris tirano un sospiro di sollievo, ma i rischi legati alle cause per i danni del tabacco negli Stati Uniti continueranno a pesare su tutte le aziende del settore come una spada di Damocle.