Economia

Petrolio, stop a striscia positiva: cosa aspettarsi ora

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Tra i mercati energetici si interrompe ‘sul più bello’, quando ormai aveva raggiunto i 50 dollari al barile sul contratto Brent, la corsa del petrolio. Pesano i segnali di incremento persistente della produzione di greggio in Usa. Ora è in discussione la striscia di otto sedute di guadagni, che hanno consentito a Wti e Brent di recuperare il 12% dai minimi toccati il 21 giugno.

Attualmente i contratti sul Brent sono in calo di 28 centesimi (-0,6%) a 49,40 dollari al barile mentre il future sul Wti è in ribasso di 23 centesimi (-0,5%) a 46,84 dollari al barile. Molti trader stanno chiudendo o hanno già chiuso le posizioni lunghe prima della pausa dei mercati americani in occasione dell’Independence Day di oggi. Il Brent paga anche, riferiscono i trader, l’avvicinarsi dei prezzi a una soglia tecnica importante: la resistenza di 50 dollari.

Ciononostante le condizioni sono mutate. A maggio e giugno il mercato era ribassista con la produzione in Usa e altrove che continua a crescere a dimostrazione dell’incapacità e impotenza dell’Opec di porre un freno alla crescita galoppante dell’offerta, cui non fa da contraltare una domanda all’altezza. Alla fine di giugno, tuttavia, il sentiment è cambiato: i dati Usa hanno mostrato una flessione della produzione e un lieve calo delle trivellazioni.

Gli analisti di BMI ora vedono una ripresa dei prezzi nel secondo semestre, favorita dai tagli alla produzione dell’Opec, dal rallentamento della fase di crescita dell’offerta e dalla buona domanda stagionale. Il Brent dovrebbe attestarsi quindi intorno ai 54 dollari al barile nei prossimi sei mesi e a 55 dollari in media nel 2018. Il future Wti si piazzerà intorno a quota 51 dollari nella seconda parte di quest’anno e a 52 dollari quello successivo.