L’Opec, il cartello di paesi produttori di petrolio che ha in mano oltre il 40% del greggio consumato nel mondo, è preoccupato per il balzo delle quotazioni del petrolio. E l’organismo di Vienna “continuerà a monitorare il mercato e interverrà contro qualunque calo della produzione, per assicurare che il mercato resti ben fornito nei mesi invernali”.
Lo ha detto il segretario generale Abdalla Salem El-Badri, aggiungendo che i paesi membri del cartello stanno lavorando ad eventuali aumenti della produzione, e che i fondamentali economici non giustificano i prezzi raggiunti dal greggio. Il petrolio oggi ha segnato un ennesimo record sfiorando gli 88 dollari al barile.
A spingere i prezzi sono le tensioni fra la Turchia e il Partito dei lavoratori curdo (Pkk), che potrebbero sfociare in un’invasione della Turchia nel nord dell’Iraq, paese le cui riserve di greggio sono inferiori solo a quelle di Arabia Saudita e Iran.