(Teleborsa) – Presto sarà attivato un incontro tra i Paesi mediterranei per avviare strategie e regole comuni in materia di sicurezza delle perforazioni di idrocarburi. Lo ha detto intervenendo a “24 Mattino” di Radio 24 l’ing. Franco Terlizzese, direttore generale risorse minerarie ed energetiche del Ministero dello Sviluppo Economico, che presiede la “Commissione Idrocarburi e Risorse Minerarie”, incaricata di valutare gli effetti dell’incidente avvenuto nel Golfo del Messico. ¶ “Stiamo lavorando allo studio delle cause delle circostanze che hanno portato all’incidente del Golfo del Messico, in un contesto comunque diverso da quello italiano», ha aggiunto Terlizzese ricordando che «in Italia abbiamo da 60 anni moltissimi pozzi perforati senza che questi abbiamo prodotto alcun problema per il territorio. Abbiamo una normativa in recepimento europeo che sta funzionando piuttosto bene, l’abbiamo verificata attentamente proprio in questi ultimi due o tre mesi”. In particolare, ha proseguito il direttore generale del MSE, la normativa prevede che per effettuare qualunque perforazione, debbano essere fatte prima una valutazione ambientale ed una valutazione tecnica da un corpo specializzato di tecnici, che dipende da noi. Quindi due Ministeri diversi: il Ministero dell’Ambiente si occupa dello studio ambientale, il Ministero dello Sviluppo Economico si occupa dello studio tecnico e lo approva. Dall’insieme di queste autorizzazioni arrivano le possibilità di perforare pozzi ,in acque non profonde. Al momento in Italia non abbiamo sui tavoli ministeriali alcun progetto di pozzo in acque profonde”. Per quanto riguarda i progetti di perforazione in Libia, Terlizzese ha detto che “ogni Stato è sovrano nelle proprie acque territoriali e nella propria piattaforma continentale. È giusta la preoccupazione di avere una visione comune dei problemi del Mediterraneo, perché è un mare particolare nel quale gli errori di uno si ripercuotono su tutti. Però le autorizzazioni sono indipendenti. Proprio per questo”, ha concluso, “stiamo promuovendo un incontro tra i Paesi del Mediterraneo per avviare strategie e regole comuni anche sulla base del protocollo di Barcellona”.
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