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Petrolio giù, si teme rallentamento dei consumi in Cina

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Roma – I futures sul petrolio scambiati sul Nymex scendono oggi per la prima volta in tre giorni, interrompendo la ripresa delle ultime due sedute. Due sono i fattori che stanno condizionando la performance del greggio.

Il primo è la Cina, dove l’alert inflazione è sempre alto. Oggi sono stati diffusi infatti i dati sull’inflazione, che hanno messo in evidenza come il tasso di inflazione si sia attestato al 5,3%. In realtà c’è stato un calo rispetto al mese precedente. Tuttavia, il valore rimane decisamente più alto rispetto al target dei governo di Pechino, pari al 4% per l’intero anno.

Si temono dunque nuovi rialzi dei tassi da parte della Banca centrale cinese, oltre ai quattro che sono stati messi in atto dalla metà di ottobre. Gli investitori temono così che il ciclo di rialzi dei tassi metterà alla fine sotto pressione i consumi di petrolio del paese.

Di qui, lo stop ai rialzi dei prezzi petrolio, che sono arrivati a scendere fino a $102,26 al barile sul Nymex. Nella giornata di ieri, il contratto aveva chiuso invece a $103,88, al massimo dal 4 maggio secondo i dati di Bloomberg. In generale, i prezzi hanno guadagnato il 34% rispetto allo scorso anno.

Intanto l’Api ha comunicato che la scorsa settimana le scorte di petrolio degli Stati Uniti sono salite di 2,95 milioni di barili a 367,2 milioni, altro fattore che mette sotto pressione le quotazioni dei futures sul greggio.