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PETROLIO: BRENT IN CALO DOPO IL BALZO DI VENERDI’

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Il prezzo del petrolio è tornato a salire con decisione lo scorso 8 febbraio. Il future di marzo sul Nymex ha chiuso la seduta di venerdì a $20,26, in rialzo del 3,16% rispetto ai $19,64 della chiusura di giovedì.

Il future di aprile sul Brent, (il petrolio di riferimento per due paesi su tre nel mondo), invece, con un +2,52%, non è riuscito a portarsi al di sopra della soglia psicologica dei $20 al barile, chiudendo venerdì a $19,97 e aprendo la seduta odierna in ribasso dello 0,8%, a $19,81.

Nei prossimi giorni, i prezzi non dovrebbero risentire di forti pressioni, grazie alle divisioni tra Russia e Opec.

Mosca, infatti, ha fatto sapere, che collaborerà con l’Opec per stabilizzare i prezzi, ma che manterrà la propria indipendenza.

Gli obiettivi sovietici sono di far oscillare le quotazioni del greggio nel range tra i $20 e i $25 al barile, mentre l’OPEC spera in un ritorno tra i $25 e i $30 al barile.

Secondo l’International Energy Agency (IEA) la Russia, avrebbe già aumentato la produzione di greggio in gennaio di 60.000 barili al giorno, rispetto a dicembre e, per alcuni analisti, potrebbe decidere di aumentarla ancora, se i paesi dell’Opec effettuassero un ulteriore taglio all’ouput.

In base agli ultimi dati dell’IEA le esportazioni russe avrebbero raggiunto in media 3,74 milioni di barili il giorno in gennaio, contro i 3,52 dell’ultimo trimestre 2001.

Questo, nonostante l’impegno preso dal governo di Mosca di ridurre le esportazioni di 150.000 barili al giorno nel primo trimestre del 2002.

La Russia è il secondo produttore ed esportatore al mondo di greggio, dopo l’Arabia Saudita, mentre è di gran lunga il primo esportatore al mondo di petrolio raffinato.