
Quando mancano due giorni al vertice di Vienna dei maggiori paesi produttori di greggio, dal punto di vista tecnico il petrolio si trova davanti a un bivio cruciale. Un andamento in rialzo potrebbe spingere i contratti in una fase rialzista, ma i prezzi dei future Wti potrebbero anche capitolare.
Tra l’andamento altalenante sui mercati energetici e le notizie in ambito politico con l’Opec – che dovrebbe non solo estendere di altri nove mesi l’intesa sulla riduzione della produzione bensì anche aumentare la mole dei tagli, con l’obiettivo di abbassare i livelli in eccesso dell’offerta di petrolio – per la materia prima è il momento della verità.
Due figure si stanno formando praticamente in contemporanea dopo gli ultimi sbalzi delle quotazioni. Una “croce della morte” ribassista si verifica quando la media a breve termine dei valori toccati da un asset scivola sotto la media a lungo termine. È un segnale di stress notevole. La cosa strana dell’andamento visto di recente nei prezzi del petrolio, è che anche il contrario potrebbe accadere. In quel caso si parla di “croce dorata”.
La media a 50 giorni del petrolio e quella a 200 giorni stanno convergendo intorno alla stessa area di trading range (vedi grafico sotto riportato). La media a breve termine è rappresentata da una linea rosa, quella a lungo termine è in verde.