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(WSI) – Ha perso tutti i suoi risparmi in titoli e azioni. Ora chiede il risarcimento di 5 milioni e mezzo di euro alla sua banca che accusa «di non aver fornito adeguate informazioni» ma anche di aver «applicato commissioni non dovute». È finita in Tribunale la causa di Vincenzo V., un professore di 57 anni, zona Grotta Perfetta, a Roma, contro la Banca Popolare di Bergamo. Una vicenda complessa che se dovesse concludersi a favore del docente potrebbe costituire un precedente importante per tanti risparmiatori. La controparte, la Banca popolare di Bergamo, rappresentata dall´avvocato Francesco Cartolano, è decisa a dare battaglia: oltre ad aver chiesto il rigetto della citazione ha anche presentato, a sua volta, un conto salato all´ex cliente, chiedendo la restituzione di 300 mila euro di arretrati.
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È un percorso giudiziario tutto in salita quello intrapreso nell´aprile 2004, davanti all´VIII sezione civile di viale Giulio Cesare, dal tenace professore che deve fare i conti non solo con la burocrazia e i tempi biblici della giustizia civile ma anche con una improvvisa disposizione del presidente del tribunale che dopo due anni fa ripartire la causa da zero. Così, come in una specie di gioco dell´oca, lo scorso luglio, tutto deve ricominciare da capo.
Ma non solo. L´atto “stoppa” la precedente decisione del 3 gennaio 2005 con la quale il giudice relatore di fatto riconosceva «l´ammissibilità e la rilevanza» del ricorso. Considerando, inoltre, che tutte le questioni risultavano «ampiamente pertinenti e sottoposte al vaglio della normativa vigente in materia d´intermediazione mobiliare» il Tribunale «onde poter valutare il comportamento della banca nell´adempimento dell´attività professionale» riteneva necessaria una consulenza per «accertare quali operazioni d´intermediazioni siano state effettuate in conflitto d´interessi, con quali modalità, a quali condizioni rispetto il mercato dell´epoca, individuando i titoli oggetto delle operazioni e i relativi valori e rendimenti».
Ma il nuovo giudice della III sezione civile il 1 luglio 2005, rinviando la causa all´udienza collegiale al 28 febbraio 2007, ha rigettato le istanze istruttorie già ammesse dal precedente giudice dell´VIII sezione. La causa deve ricominciare da capo. Un atto che viene impugnato dagli avvocati Stanislao Chimenti e Valerio Giorgi a nome del docente-investitore. Ma il tenace professore di Grottaperfetta non si arrende ed è già pronto a rivolgersi anche al tribunale di Perugia per denunciare quello che ritiene «un grave illecito giudiziario».
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