Società

Perche’ Tremonti non parla di Cct, Btp e ristrutturazione del debito?

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Le agenzie di stampa italiane e i grandi giornali dei “poteri forti”, ormai e’ sempre piu’ evidente, censurano o auto-censurano, non pubblicandoli, i numerosi dati negativi sulla crisi europea con la sua spirale perversa debiti/salvataggi. Una crisi grave che sta spazzando come un ciclone l’Europa, lasciando a noi di Wall Street Italia l’ingrato compito di fare da guardia al bidone, tra i pochi a fornire al pubblico cifre e fatti reali, oggettivi, inequivocabili, ineluttabili.

Ieri (e oggi) nessuna testata o agenzia di stampa (figurarsi la TV!) ha dedicato una riga al “no” dell’Austria alla UE: come ha scritto WSI, Vienna non ha piu’ intenzione di contribuire coi soldi dei suoi cittadini al pagamento delle rate per il salvataggio di Atene, viste le inadempienze e lo sforamento rispetto agli impegni assunti a suo tempo dal paese ellenico per rientrare dal deficit.

E oggi – domanda assolutamente retorica – come mai nessuno tra i media trova un minimo di coraggio intellettuale per raccontare che i CDS della Grecia (credit default swap) sono i piu’ cari sui mercati finanziari tra centinaia di CDS quotati e – peggio ancora – nelle ultime ore il loro prezzo e’ salito di altri 20 punti al record storico di 978, cioe’ ad un passo dal livello virtuale di collasso?

Inoltre: come mai nessuno, tra i tanti chiacchieroni in Parlamento. al governo, in televisione, parla dei famigerati PIIGS, sigla che ai lettori di WSI sara’ venuta enormemente a noia, visto che la citiamo a ogni pie’ sospinto? L’acronimo, in tutto il resto nel mondo meno che nella nostra amata penisola, sta per: Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia e Spagna, cioe’ i paesi “periferici” e a rischio della UE. Ma l’egregio ministro dell’Economia ed esperto in scudi fiscali mr. Giulio Tremonti s’ostina ad ignorare pubblicamente rischi e trappole dei PIIGS, essendo egli a testa bassa impegnato – invece che a chiarire con la massima trasparenza cio’ che accade – a trattare i suoi cari concittadini italiani da “minus habens”, proclamando ai quattro venti che “l’Italia e’ solida”, le nostre finanze sono una meraviglia, tutto va bene e addirittura… la facezia del mese… che “l’Italia non e’ il problema, e’ la soluzione”. Ma se il Signor ministro dell’Economia volesse invece chiarire a migliaia di banche, aziende e milioni di privati i tanti dubbi, scenari e varie exit sulla possibile eventuale ristrutturazione ormai affatto improbabile dello stock kolossal del debito italiano, una massa immensa di 1,8 trilioni di Bot e Cct e Btp, credete sarebbe una cattiva idea?

Siamo stufi – e con noi milioni di italiani consapevoli e informati – di questi governanti bugiardi e incompetenti che celano furbamente le gravi implicazioni insite nel dover rifinanziare a tassi crescenti il primo debito pubblico d’Europa (lo stesso Silvio Berlusconi ha detto che l’Italia ha impegni per 250 miliardi l’anno prossimo! – probabilmente tra interessi e nuove emissioni – ma dove pensiamo di andare? che sviluppo economico del paese possiamo pianificare?). Siamo stanchi di questa Casta politica auto-referenziale che continua a dare pessima prova di se’, premier incollato alla poltrona in testa a tutti; a ruota seguito da un presidente della Repubblica che non capisce la drammaticita’ della situazione e soprattutto non sa cosa significhi davvero essere super-partes (sa Napolitano che puo’ indirizzare, consigliare, forzare, incanalare il quadro politico? Sia uomo, una volta tanto!). Insomma: dateci per favore una Merkel (una donna tosta e seria), una coppia Cameron/Clegg, un Obama, perfino un Geithner (che e’ tutto dire): chiunque, con un po’ di senso di “Sturm Und Drang” e una visione “sana” per il paese, andrebbe meglio degli attuali governanti. (l.c.)

(leggere l’Opinione di Luca Ciarrocca).

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Dinamica stabile o in miglioramento per i titoli di Stato dei paesi dell’area euro al centro degli allarmi dei mercati, ma in un contesto di tensione sottostante. A cominciare dall’Irlanda, su cui domani inizierà una serie di consultazioni di urgenza con Commissione europea, Bce e Fmi sul da farsi per aggiustare il disastrato sistema bancario del paese. Da giorni Dublino è al centro delle preoccupazioni, che hanno provocato forti aumenti nelle scorse due settimane sui rendimenti sui suoi bond scambiati nel mercato. Più un paese è ritenuto a rischio di insolvenza, più gli investitori pretendono in termini di tassi retributivi, che si muovono in maniera inversamente proporzionale al prezzo (quando il prezzo cala il rendimento sale). Oggi sui bond irlandesi a 10 anni i rendimenti si sono attenuati all’8,38 per cento, 8 punti base o 0,08 punti percentuali in meno rispetto a ieri. In questo modo il divario (spread) del bond irlandesi rispetto a quelli della Germania, i bund presi come riferimento sulle emissioni nell’area euro, è sceso di sette punti base, a 5,55 punti percentuali secondo Bloomberg. Aumentano invece in Portogallo in un’asta di bond a breve scadenza, con tassi al 4,8 per cento su 12 mesi da un 3,2 per cento di un’asta precedente. Tuttavia lo spread dei bond portoghesi a 10 anni rispetto ai bund è scemato di sette punti base a 4,08 punti percentuali, mentre lo spread dei bond greci sui bund è aumentato di due punti base a 9,06 punti percentuali. Si attenua infine lo spread dei titoli di Stato dell’Italia, i Btp decennali rispetto ai bund: oggi su 1,60 punti percentuali.