Il contenuto di questo articolo esprime il pensiero dell’ autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.
(WSI) – L’applicazione della flat tax in alcuni paesi dell’Europa orientale sta stimolando in
quella occidentale la critica contro il concetto
di proporzionalità che obbliga chi guadagna
di più a pagare più tasse in percentuale,
creando così una disuguaglianza. Infatti
il concetto di aliquota fiscale unica per
le famiglie sta prendendo vigore non solo
per la sua bontà tecnica, ma anche perché
offre una soluzione di riequilibrio tra principi
di fratellanza, eguaglianza e libertà.
Non abolendo il criterio di proporzionalità,
ma calcolandolo in cifre assolute e non percentuali.
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Il 10 per cento di un reddito imponibile
di 200 mila euro è ventimila, mentre è
di 3 mila su 30 mila. Il punto è che chi è più
ricco contribuisce di più al bene comune,
ma entro la salvaguardia dell’eguaglianza.
L’argomento che per il più povero l’impatto
dei 3 mila euro sia maggiore di quello provato
dal più ricco va regolato dal principio
di libertà: vuoi guadagnare di più, datti da
fare. Condizionato da quello di fratellanza
(solidarietà): se non raggiungi il reddito considerato
minimo per la sopravvivenza hai diritto
a sostegni finanziati con denari fiscali.
Ma se lo raggiungi paghi, percentualmente,
come gli altri, proporzionalmente alle tue
capacità contributive assolute.
In sintesi, se
si ritiene giusto armonizzare fratellanza,
eguaglianza e libertà, allora la flat tax è lo
strumento migliore per riuscirci. In sintesi,
la flat tax non abolisce lo Stato sociale, ma
lo rende giusto. Questa rubrica ha rilevato
che l’aliquota unica combina il miglior effetto
tecnico e morale se la percentuale resta
piuttosto bassa, tra il 10 e il 15 per cento.
Sarebbe impossibile, infatti, imporre il 30
per cento a un reddito medio basso. E un 20
per cento toglierebbe troppe risorse per i
consumi oppure costringerebbe ad allargare
troppo l’area di esenzione. Quindi l’aliquota
unica deve essere per forza piuttosto
bassa.
Conseguentemente, se applicata, la
flat tax produrrà un gettito sufficiente per
mantenere uno Stato sociale, aumentato dall’effetto
crescita indotto, ma non il livello di
spesa degli Stati sociali europei di oggi (oltre
il 40 per cento del pil). E tale punto, ovviamente,
è cruciale per capire l’applicabilità
reale dell’aliquota unica. Ma non ci sono
studi sufficienti sulla materia in Italia –
in Germania iniziano – perché l’ipotesi di
flat tax è esclusa a priori.
La segnalazione di
superiorità morale dell’aliquota unica serve
a: (a) reinterpretare il concetto di proporzionalità
progressiva nella Costituzione, dalle
percentuali agli assoluti, senza dover
cambiare l’articolo; (b) dare un nuovo impulso
etico ai ricercatori per trovare la fattibilità
di una tassa finalmente giusta.
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