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PERCHE’ BERLUSCONI NON COMPRA TELECOM

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(WSI) –
Tanto Berlusconi quanto il suo fido Confalonieri («l´uomo che gli guarda la roba», come lui stesso si è definito) hanno già smentito ogni e qualsiasi interesse nei confronti di Telecom. Ma a sinistra, giustamente, si è sempre un po´ sospettosi e si teme che prima o poi il Cavaliere salti fuori in questa vicenda, magari travestito appunto da Cavaliere Bianco.

Penso che questa eventualità sia da escludere al 90 per cento. E per almeno cinque buone ragioni.

1. Troppo cara. La Telecom, o anche un solo pezzo, Tim, è una cosa che costa comunque troppo per chiunque. Berlusconi è un uomo ricchissimo (forse il più ricco d´Europa), ma cifre da 30 o 40 miliardi di euro sono un po´ alte anche per uno come lui. Certo, non avrebbe difficoltà a trovare i soldi in banca, ma qui si arriva subito al punto 2.

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2. Il terrore dei debiti. Silvio Berlusconi è uno a cui piace spendere (come tutti quelli che da giovani hanno avuto pochi soldi) e gli piace anche far sapere che può spendere. Ma ha il terrore dei debiti. Quando ha cominciato a costruire il suo impero ha dovuto fare anche lui dei debiti (e tanti), ma alla fine ha capito che non si poteva continuare a vivere inseguiti dalle banche, e così ha quotato Mediaset (lui che detesta avere soci), ha pagato i debiti e oggi le sue aziende sono in una situazione finanziaria invidiabile. Insomma, senza debiti si sta meglio. E allora figurarsi se si infila dentro Telecom, che di debiti ne ha fra i 40 e i 50 miliardi di euro. È vero che la società è solida e che può reggere questo livello di indebitamento. Ma una montagna di debiti come questa è una cosa che a Berlusconi potrebbe togliere il sonno per sempre oppure fargli venire l´ulcera.

3. Troppo complicata. Berlusconi è uno che ha fatto i soldi con un business molto semplice. Compro un telefilm per 1000 lo mando in onda con dentro pubblicità per 1200, e guadagno 200, ancora prima di mandare nell´etere telefilm e pubblicità. Da dieci anni la tv è quello che è, non è mai cambiata. Immutabile e redditizia. Adesso c´è la variante della tv digitale, ma in fondo è un po´ la stessa storia, con differenze minime. Lo schema del business è sempre quello, conosciuto e facile (per lui). Le telecomunicazioni, invece, sono una bestia cattiva.

Fino a qualche anno fa, ad esempio, sembrava che il telefono fisso fosse morto, destinato a finire presto in soffitta insieme all´album delle nostre foto alle elementari e alla bicicletta di quando avevamo dodici anni. E tutti andavano sul mobile, sui cellulari. Vodafone, come si sa, ne fece addirittura una sorta di religione: niente più telefono fisso, per sempre, solo cellulari, per sempre.
Adesso, invece, è cambiato tutto di nuovo. Il mobile se ne sta in un angolo, i ricavi calano e non c´è più il profumo di soldi di una volta. In compenso è tornata, e alla grande, la stagione del fisso e della banda larga. Le compagnie americane si stanno svenando per collegare in fibra ottica quanta più gente possono.

Investimenti colossali nella speranza di ricavi altrettanto consistenti, in attesa, purtroppo, del prossimo inevitabile cambiamento tecnologico, che nessuno sa quando verrà e come sarà fatto. O della prossima guerra delle tariffe (al ribasso, perché nelle telecomunicazioni non sale mai niente).
Un ginepraio, come si vede, che a Berlusconi (ne sono sicuro) dà il mal di testa solo a pensarci. Figurarsi a metterci le mani dentro. Le telecomunicazioni sono un po´ come camminare su una strada fatta di melassa, che non sta mai al suo posto. Il Cavaliere, invece, è un lombardo preciso, che vuol sempre sapere dove i mette i piedi (e finora non ha mai sbagliato, tranne un po´ in politica).

4. Troppi regolamenti. Le telecomunicazioni, non solo in Italia, ma anche in Europa, sono un comparto soggetto a molti regolamenti (molto stringenti) e ad Authority dotate di molti poteri. In pratica è un po´ come vivere da sorvegliati speciali. E bisogna passare le giornate con il cappello in mano nell´anticamera dei politici e delle Authority. Berlusconi ha fatto questa vita all´inizio della sua carriera (giurando poi davanti ai suoi figli che non ci sarebbe mai più cascato). Dubito molto che voglia ricominciare adesso a settant´anni.
5. Troppo anche per lui. Berlusconi ha di sé un´opinione molto elevata, come si sa. Forse nemmeno Gesù dispone di un´autostima come quella del Cavaliere. Ma non è ancora ammattito e quindi si rende conto che non si può essere il padrone di Fininvest-Mediaset, il capo dell´opposizione (aspirante capo del governo) e contemporaneamente il padrone di Telecom. Forse anche l´Onu e il Vaticano avrebbero qualcosa da ridire.

La conclusione a cui si arriva è che l´ipotesi di vedere Berlusconi in sella alla Telecom è veramente minima. Al massimo potrebbe prenderne una piccola quota proprio se pregato a gran voce di intervenire. Anzi, credo che abbia dato ordini precisi al fedele Confalonieri. Se mai un giorno volessi entrare in Telecom, tu impediscilo, fermami, dì a tutti che sono uscito di testa, chiama i miei familiari e votatemi contro. Mandatemi in pensione.

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