
Roma – Gli analisti delle grandi banche d’affari e delle prominenti società di brokeraggio stanno tagliando le stime sugli utili delle aziende europee al tasso più alto dal 2009. Motivo: la recessione che ha colpito diversi paesi del Vecchio Continente e il rallentamento, per il sesto trimestre consecutivo, del Pil cinese.
Ecco così che arrivano i numeri, per niente confortanti. Secondo un sondaggio condotto da Bloomberg, le società quotate sull’indice di riferimento benchmark EuroStoxx 50 (ticker SX5E), realizzeranno nel 2012 utili in rialzo +6,8% rispetto al 2011, equivalenti in media a 240 euro in più; questo, contro il +19% atteso all’inizio dell’anno. Si tratta per l’appunto della revisione al ribasso maggiore dal 2009, quando gli analisti tagliarono le stime del 42%.
“Le sfide si stanno intensificando – ha commentato in un’intervista telefonica a Bloomberg Frances Hudson, gestore presso Standard Life Investments a Edimburgo – Molte società hanno l’impressione di avere a disposizione molto cash che però non si traduce in utili in crescita. Non serberei grandi aspettative per questa stagione degli utili”.
Dall’inizio del 2012, l’indice EuroStoxx ha guadagnato +8,8% e al momento viaggia a un valore pari a 9,4 volte gli utili attesi, in rialzo rispetto agli 8,3 dello scorso 1 giugno. In media, il valore è stato di 10,3 dall’inizio del 2007.
I profitti delle società scambiate sull’indice sono scesi -38% nel 2008 e -9,6% nel 2009, per poi salire +28% nel 2010 e scendere -9% lo scorso anno.
Nell’indice di riferimento più ampio, lo Stoxx Europe 600 Index, le società componenti hanno visto le stime sui loro utili tagliate in media del 21% nel 2012. L’outlook sulla crescita degli utili delle aziende quotate sull’indice Standard&Poor’s è di un rialzo +13%, ridotto rispetto al +14% di gennaio, mentre quello per le aziende scambiate nell’indice globale MSCI World Index è stato portato da +13% a +9,5%.
Daniel McCormack, strategist di Macquarie, prevede che in Europa gli utili scenderanno -10% nell’intero 2012. Graham Secker, Ronan Carr e Matthew Garman, strategist di Morgan Stanley, stimano una contrazione -8%. JPM è per una flessione -5%.
“Il quadro complessivo delle società, a livello globale, non può prescindere dal rallentamento macroeconomico – ha detto in un’intervista recente a Bloomberg Andreas Utermann, responsabile globale della divisione di investimenti di Allianz Global Investors – Assisteremo a un bel po’ di delusioni. Sono convinto di questo”.