(9Colonne) – Roma, 25 giu – L’accordo c’è, le risorse anche. Il governo ha trovato i 2,5 miliardi per l’aumento delle pensioni minime di 2 milioni di persone e per superare lo scalone. La notizia è giunta al termine dell’incontro di Palazzo Chigi tra governo e maggioranza. Ad annunciarla è stata Anna Finocchiaro, capogruppo dell’Ulivo al Senato: “Il decreto legge – ha spiegato – verrà varato a settembre solo per sfruttare al meglio i 60 giorni di tempo per la conversione in parlamento”. L’aumento ‘una tantum’ che il governo riconoscerà alle pensioni minime, si è saputo più tardi, sarà di 250 euro. Dall’anno prossimo, invece, i pensionati si troveranno 40 euro in più al mese: gli aumenti saranno accompagnati da una rivalutazione annuale dei loro trattamenti. Le risorse per il superamento dello scalone, ha spiegato poi la Finocchiaro, verranno “dal riordino complessivo degli Enti previdenziali e del sistema”. Le norme sullo scalone previsto dalla riforma Maroni verranno modificate solo con la finanziaria 2008. Già in mattinata, mentre era in corso il vertice con i sindacati, il governo aveva confermato l’intenzione di garantire un aumento delle pensioni basse per circa due milioni di anziani e, quindi, lo stanziamento dei 1,3 miliardi del tesoretto. Quattro ore è durato l’incontro a Palazzo Chigi tra il ministro del Lavoro Cesare Damiano, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Enrico Letta, il sottosegretario all’Economia Nicola Sartor e i leader di Cgil, Cisl e Uil Guglielmo Epifani, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti. I contatti tra governo e sindacati andranno avanti in serata presso il ministero del Tesoro quando Sartor incontrerà i segretari confederali Pier Paolo Baretta, Morena Piccinini e Domenico Proietti, oltre ai leader dei pensionati di Cgil Cisl Uil, Betty Leone, Antonio Uda e Silvano Miniati, tecnici del dicastero del Tesoro e dell’Inps. A Palazzo Chigi gli incontri sono continuati a ritmi frenetici per tutta la giornata. Mentre tra governo e sindacati sembra confermata la schiarita ventilata ieri, la Casa delle libertà va su tutte le furie: “Prodi, per salvarsi, cede ancora al ricatto della sinistra estrema, ma non decide niente di concreto per l’economia del Paese”, afferma il portavoce di Silvio Berlusconi, Paolo Bonaiuti.
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