Economia

Pensioni d’oro: taglio per 5 anni sugli assegni sopra i 90mila euro

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Taglio alle pensioni d’oro sopra i 90mila euro lordi annui modulato in base a cinque aliquote, dal 10 al 40% e per cinque anni. Questo sarebbe l’accordo raggiunto all’interno della maggioranza di governo sulle pensioni più alte come riporta oggi Repubblica.

L’emendamento alla manovra di bilancio 2019 sulle pensioni alte è dunque pronto per essere depositato in Senato. E dopo una lunga trattativa sembra che prenderà forma il contributo di solidarietà a tempo, suddiviso in 5 aliquote a scaglioni ( 10- 20- 25- 30- 40%), e che servirà per finanziare le pensioni più basse. A conti fatti una pensione da 95 mila euro, ad esempio, dovrà rinunciare allo 0,53% totale: 500 euro, 42 al mese. Un assegno da 120 mila euro subirà un taglio del 2,5%: 3 mila euro, circa 250 al mese.

Per quanto riguarda invece quota 100, altro pilastro della legge di bilancio, mentre nelle ore scorse Alberto Brambilla, autore delle proposte previdenziali leghiste in campagna elettorale, ha avanzato l’ipotesi di quota 104, da Lega e M5S smentiscono categoricamente.

Le domande partiranno a gennaio, i primi assegni saranno pagati in aprile.

Così garantisce Claudio Durigon, sottosegretario leghista al Lavoro che spiega come l’anticipo della pensione si baserà su foinestre trimestrali .

È il tempo che passa tra quando si matura il requisito e l’uscita vera e propria. I lavoratori aspetteranno tre mesi: la pensione sarà pagata da aprile. Gli statali sei, primi assegni a luglio. Nessuno verrà penalizzato.

Oggi proprio quota 100 sarà uno dei temi che il premier Giuseppe Conte presenterà al presidente della commissione Ue Juncker, il suo vice Dombrovskis e il commissario Moscovici sulla riforma. Come scrive Il Sole 24 Ore, secondo ultime indiscrezioni, Conte esporrà la riforma di quota 100 come misura sperimentale, misura ponte verso quota 41 per tutti dal 2022.