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PECHINO FURIOSA CON WASHINGTON PER LA VENDITA DI ARMI A TAIWAN

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Gli Stati Uniti continueranno a onorare i propri obblighi nell’aiutare Taiwan a difendersi, ha dichiarato oggi un alto esponente del Pentagono in quella che sembra essere l’ultimo di una serie di aspre dispute tra la prima e la terza economia del mondo.

Pechino lunedi’ ha protestato vivacemente con Washington per la vendita di un pacchetto di armi e armamenti pari a $6.4 miliardi a Taipei, la capitale dell’isola che gli Usa hanno deciso di aiutare militarmente. “La vendita di armi a Taiwan colpisce la sicurezza nazionale del nostro paese” ha dichiarato il ministro degli esteri cinese Yang Jiechi, che ha parlato anche di un “atteggiamento da Guerra Fredda” da parte degli Stati, escalando cosi’ la retorica nella piu’ recente di una serie di dispute (compreso il caso Google) che hanno acuito la tensione tra le due potenze mondiali, appena tre settimane dopo la visita di stato a Pechino del presidente Usa Barack Obama. La Cina sta pensando anche a ritorsioni economiche contro azinde americane, tra cui Boeing.

I cinesi imporranno anche sanzioni alle aziende americane che riforniranno di armi l’isola. Lo riferisce l’agenzia di stampa Nuova Cina. “Considerato il grave danno e il disgustoso effetto della vendita di armamenti da parte degli Stati Uniti a Taiwan, la parte cinese ha deciso di sospendere le previste visite militari reciproche”, afferma il ministero della Difesa cinese.

Secondo il portavoce del ministero della Difesa di Pechino, Huang Xueping, la decisione di Washington, oltre a violare “i tre comunicati congiunti tra Cina e Stati Uniti, in particolare quello del 17 agosto del 1982” con cui Washington si impegnava “a ridurre gradualmente la sua vendita di armi a Taiwan”, è in contrasto anche con “i principi della dichiarazione congiunta” emessa durante la visita del presidente americano Barack Obama durante la sua visita in Cina nel novembre scorso.

“La decisione degli Stati Uniti – attacca ancora il portavoce – mette seriamente a rischio la sicurezza nazionale cinese e danneggia gli interessi vitali della Cina. Il piano americano creerà seri problemi alle relazioni tra i due Paesi e tra le loro Forze armate e danneggerà la situazione generale della cooperazione tra Stati Uniti e Cina e la pace e la stabilità negli Stretti di Taiwan”. Ancora, per rimarcare l’indignazione, già espressa ieri dal vice ministro degli Esteri He Yafei, nei confronti di Washington, Huang ha tenuto a sottolineare che “su tale questioni non cederemo mai a comporomessi” e che “ulteriori azioni saranno prese” sulla base degli sviluppi della situazione.