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Pasquale Bruni. L’emozione di un gioiello

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La Maison, simbolo del lusso Made in Italy, svela i segreti di un successo che dura da più di cinquant’anni

A cura di Francesca Gastaldi e Margherita Calabi

Creare gioielli eccezionali in grado di suscitare un’emozione profonda: è questa la filosofia che si cela dietro ogni creazione di Pasquale Bruni. L’azienda di Valenza fondata nel 1968, oggi uno dei simboli del lusso italiano, si distingue per le sue collezioni, massima espressione di sperimentazione e innovazione nelle forme, nei colori e nei materiali.

Pasquale Bruni aveva solo 20 anni quando, con la sua audace visione creativa, inaugurò il primo laboratorio. Giovane, ma con grande coraggio, Bruni ha saputo creare pezzi artigianali speciali, riconosciuti per la loro unicità. Questa sua forte passione si tramanda intatta da due generazioni e oggi viene portata Eugenia Bruni, direttore creativo del marchio. “Ogni gioiello viene creato nel nostro laboratorio di Valenza, la cura per ogni più piccolo dettaglio e il savoir-faire artigianale sono gli elementi che hanno da sempre caratterizzato il lavoro di mio padre. La nostra è una passione autentica: ci piace pensare che l’emozione che mettiamo nel realizzare ogni creazione verrà trasmessa anche a chi la indossa”. Il segreto del successo del marchio è proprio questo: ogni creazione trasmette emozione, poiché è pensata con il cuore e realizzata con cura e amore.


La selezione dei berilli, diamanti sciolti e la montatura di un anello e una collana della collezione Ghirlanda

Cresciuta in azienda insieme al fratello Daniele USA, Eugenia ha acquisito da subito una forte curiosità per il mondo della gioielleria, coltivando il suo spirito creativo. Ha cominciato quasi per gioco, inizialmente i gioielli erano un simbolo di fantasia. “Mio padre è stato un grande maestro, mi ha insegnato ad avere il coraggio di osare e la padronanza della tecnica nella realizzazione di ogni gioiello. Ho sempre respirato l’emozione che può trasmettere una pietra, quando sono arrivata in azienda ho cercato di evocare quelle sensazioni che io stessa avevo vissuto”.

L’oro e le gemme sono le materie prime alla base di ogni collezione e viene fatta un’attenta ricerca per metterne in risalto la luce e l’essenza. L’oro rosa è costituito da una lega speciale, creata appositamente per Pasquale Bruni, che ne esalta il calore e la luce, donandogli sensualità. Lo studio dei tagli e la lavora- zione delle gemme è una vera passione per Eugenia Bruni, poiché ogni pietra rispecchia la donna che la indossa. Ogni taglio, brevettato dalla Maison, caratterizza le singole collezioni, così come la scelta del colore delle gemme con la loro intensità e storia. Tra i membri fondatori del Comitato etico delle gemme di colore, la Maison seleziona tutte le pietre singolarmente, acquistandole seguendo i più alti e severi criteri qualitativi. Anche l’acquisto di diamanti avviene in accordo con il Kimberley Process – che vieta l’utillizzo di diamanti provenienti da zone di guerra, al fine di evitare sovvenzioni a movimenti ribelli e conflitti.

La principale ispirazione per i gioielli Pasquale Bruni viene dalla natura. “Tutte le nostre collezioni hanno un fil rouge che le unisce. Giardini Segreti è sicuramente quella che più ci rappresenta: alla base vi è uno studio approfondito della foglia che è insieme anche un fiore. Sono sempre stata affascinata dagli alberi, già da bambina studiavo le foglie in ogni minimo dettaglio”, racconta Eugenia Bruni. L’elogio della natura e della femminilità è presente anche nella nuova collezione Goddess Garden, che presenta creazioni ‘multifunzione’ caratterizzate da delicate foglie. “Ho voluto creare dei gioielli che rappresentino le donne nelle loro molteplici sfaccettature: questi collier diventano choker o bracciali a seconda del proprio umore. Questo lavoro ha richiesto un grande studio tecnico, volevamo fare in modo che le foglie presenti su ogni creazione sembrassero vive, come mosse dal vento”.

Orecchini della collezione Alleluià in oro rosa, diamanti bianchi e diamanti champagne

Anche nella collezione Alleluià, inno alla bellezza e all’amore, un sinuoso motivo di foglie è lavorato e incassato singolarmente e poi assemblato in una seconda fase per rispettare a pieno la forma e la nitidezza delle sovrapposizioni. “Alleluià nasce dalla stessa ispirazione che ha dato origine a Giardini Segreti, questa volta la foglia diventa quasi una suggestione musicale. Il nome di questa collezione rimanda a un brano di Leonard Cohen, un autore che amo moltissimo”. L’unicità dei gioielli Pasquale Bruni è data anche dalle finiture minuziose: l’interno di ogni creazione presenta un intarsio segreto con stelle. “L’intarsio è il cuore del gioiello, ed è anche attraverso questi dettagli che cerchiamo di trasmettere un’emozione”.


Naomi Campbell indossa un anello e un paio di orecchini in oro bianco 18 carati con pavé di diamanti della collezione Giardini Segreti

Le creazioni del gioielliere italiano sono diventate nel tempo le preferite di celebrities di fama internazionale come Amal Clooney, Michelle Obama, Gwyneth Paltrow e Jennifer Lopez. Dopo aver incantato le donne più belle dello star system, il sogno di Eugenia Bruni è disegnare un gioiello per Oprah Winfrey. “È una donna con una forte personalità, mi piacerebbe renderle omaggio con un gioiello realizzato con pietre verdi come giade, crisoprasi e smeraldi, che sono l’espressione di libertà e di forza”.

La Maison è presente in più di 30 Paesi ma l’Italia, dove si trovano i flagship store, rimane uno dei mercati principali ed è proprio qui che Pasquale Bruni vuole rafforzare la distribuzione. Oltre a due monomarca a Milano e a Roma, in via Montenapoleone e via del Babuino, la Maison ha inaugurato di recente una boutique a Porto Cervo. I piani per il prossimo futuro prevedono l’ulteriore espansione negli Stati Uniti, il consolidamento dei mercati di Russia ed Est Europa e l’arrivo in Cina nella seconda metà del 2021. Per il prossimo flagship store la Maison pensa a Parigi, Miami, New York o Londra: una location internazionale per le sue radici puramente italiane.

L’articolo integrale è stato pubblicato sul numero di settembre del magazine Wall Street Italia