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PARTE LA CACCIA ALLA NUOVA PARMALAT

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(WSI) – Per i centomila risparmiatori coinvolti nel clamoroso crac della Parmalat è arrivato il momento più atteso. Da questa mattina le azioni del principale gruppo agroalimentare italiano tornano a far parte del listino della Borsa.

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Sono passati ventidue mesi dall´ultima volta che i titoli della multinazionale di Collecchio hanno fatto prezzo a Piazza Affari. Era il dicembre 2003 e alla guida della società c´era ancora il suo grande azionista. Ora Calisto Tanzi non ha più niente a che fare con la sua creatura, così come sono state cancellate le vecchie azioni. Al timone della società ora c´è il commissario straordinario Enrico Bondi – lo stesso cui venne affidata la ristrutturazione della Montedison – e ci sono un miliardo e seicentomila nuovi titoli dal valore nominale di un euro l´uno distribuiti ai nuovi soci. Che sono poi i creditori del gruppo emiliano. A cominciare dagli ex obbligazionisti che nel complesso arrivano a detenere quasi il 60% del capitale.

Ma se il ritorno in Borsa della nuova Parmalat è cosa fatta, non è detto che domani all´apertura delle contrattazioni i titoli riescano subito a fare un prezzo. È questa l´opinione prevalente di analisti e operatori che prevedono un boom di acquisti fin dalle prime battute. E non solo perché ieri al mercato grigio di Londra le azioni della nuova Parmalat venivano quotate tra 2,6-2,8 euro. Il che porterebbe la capitalizzazione della società intorno ai 4,5 miliardi. A sostenere la tesi di una partenza sprint ci sono anche gli interessi di gruppi italiani e stranieri che non hanno nascosto le proprie mire su Collecchio. La procedura per la formazione del primo prezzo avverrà tra le 8 e le 9,05, quando saranno raccolti gli ordini di acquisto e di vendita per essere poi incrociati fino alla formazione del primo valore delle azioni per l´apertura delle contrattazioni alle 9:10.
Se ci sarà davvero un boom delle quotazioni i primi a essere soddisfatti saranno gli ex obbligazionisti. Che riusciranno così a recuperare almeno una parte dei soldi investisti a suo tempo. A questo proposito, la Parmalat ieri ha invitato i risparmiatori che non avessero ancora convertito le vecchie obbligazioni in nuovi titoli a farlo, rivolgendosi direttamente alla propria banca. Ad ogni modo ci sono cinque anni di tempo per far valere il diritto alla conversione. Il prossimo appuntamento, invece, è l´assemblea del gruppo che si terrà il 7 o l´8 novembre in seconda convocazione. L´ordine del giorno è la nomina del cda e del collegio sindacale.

Sul fronte politico, il ministro alle Attività produttive Claudio Scajola non ha esitato nei giorni scorsi ad attribuire «il merito del salvataggio al governo Berlusconi». Mentre ieri il ministro delle Politiche agricole, Gianni Alemanno ha fatto capire che non saranno gradite scalate di gruppi stranieri: «È necessario lasciar fare al mercato, perché non si può certo pensare a misure di carattere protezionistico. Però noi oggi nel comparto agroalimentare siamo di fatto privi di realtà multinazionali che abbiano radici forti in Italia. Sarebbe un grave colpo rinunciare all´unica che abbiamo».

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