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Parolacce e fischi a Roma contro Bruno Vespa: “Sei un venduto”

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Bruno Vespa è stato contestato e insultato davanti al Teatro Valle a Roma. È quanto documenta un video, messo in rete dagli stessi autori della protesta, che sta girando su Facebook e mostra il giornalista alle prese con un gruppo di persone inferocite che gli urla «venduto, la Rai è servizio pubblico». Contro il conduttore di Porta a Porta si sono levate parolacce, fischi e cori.

LA RICOSTRUZIONE – Secondo quanto riferiscono i lavoratori dello spettacolo che dal 14 giugno scorso stanno occupando il teatro Valle di Roma l’episodio è accaduto sabato sera verso 20.30 circa.

A contestare Bruno Vespa, che stava passeggiando vicino lo storico teatro romano, sarebbero state una trentina di persone. Tutto sarebbe iniziato da una frase, appunto «La Rai è un servizio pubblico», indirizzata al conduttore di Porta a Porta e partita dalle persone in fila per assistere allo spettacolo serale del Valle. Da lì poi il coro di urla ed insulti è andato via via aumentando coinvolgendo gran parte degli spettatori in attesa fuori dal teatro, alcuni occupanti del Valle ed anche, secondo quanto si apprende, diversi commercianti della zona. Il video della contestazione è stato pubblicato alcuni minuti dopo l’accaduto sulla pagina Facebook del Teatro Valle occupato.

LA REPLICA DEL GIORNALISTA – Lo stesso Bruno Vespa è intervenuto domenica sera sull’accaduto, facendo notare che «il video mostra soltanto gli ultimi secondi, quando io mi sono allontanato». «In realtà passando davanti al teatro Valle insieme con mia moglie – ha precisato – sono stato insultato alle spalle. Sono tornato indietro per affrontare chi mi insolentiva chiedendone le ragioni e dicendomi pronto a una franca discussione. Non è stato possibile e per almeno un quarto d’ora sono stato violentemente insultato da almeno una trentina di persone che urlavano come ossesse. Ci sono testimoni che possono confermarlo».

Quanto a «chi mi diceva di essere venduto a Berlusconi – ha evidenziato il giornalista Rai – ho chiarito che io non gli devo niente e anzi sono io che ogni anno gli do una discreta paghetta con i miei libri come editore di Mondadori. Quando ho dovuto allontanarmi perchè alcuni ospiti ci aspettavano ormai da tempo in un ristorante vicino, mia moglie si è fermata altri venti minuti affrontando gli occupanti del Valle e alla fine, quando tutti se ne erano andati, ha dato agli ultimi il suo biglietto da visita del ministero della Giustizia invitandoli a chiamarla quando avessero voluto fare un dibattito». (con fonte Ansa)Copyright © Corriere della Sera. All rights reserved