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PARMALAT, GORRERI SCAVALCAVA TONNA E DAVA A TANZI

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False fatturazioni per 400 milioni di euro, distrazioni di fondi per 500 milioni fatte in due anni perlo più in virtù del suo operato. Sono queste le principali accuse sull’attività in Parmalat dell’ex tesoriere per l’Italia Franco Gorreri, ex membro del Cda nonché presidente autosospeso – ma le accuse non riguardano quest’aspetto della sua attività – della Banca del Monte di Parma.

Gorreri è stato arrestato intorno alle 15.30 nella sua abitazione, in centro a Parma, a due passi dal Battistero. Era appena rientrato da Collecchio, dove continuava a svolgere la sua attività di manager come dipendente dell’azienda. E mentre a Collecchio proseguiva quella che tecnicamente era un’ispezione da parte degli investigatori, con Fausto Tonna e Gianfranco Bocchi che spiegavano per ore la contabilità parallela della Parmalat, Gorreri veniva arrestato e condotto nel carcere di via Burla.

Accadeva al termine di una giornata di grande tensione sotto il profilo giudiziario, con il rinvio, da parte dei pm Antonella Ioffredi, Silvia Cavallari e Vincenzo Picciotti, degli interrogatori previsti con Lorenzo Penca e Maurizio Bianchi, i revisori della Grant Thornton anch’essi in carcere a Parma. Secondo le accuse a suo carico, Gorreri nell’ultimo periodo in Parmalat avrebbe addirittura scavalcato il direttore finanziario Fausto Tonna nel distrarre fondi ed elargire false fatturazioni.

Un’attività richiesta dal patron Calisto Tanzi al quale anche lo stesso Tonna aveva cominciato a dire no, sottolineando che alcune operazioni non si potevano più fare, che l’attenzione nei confronti dell’azienda, da parte in particolare delle banche creditrici era inesorabilmente salita. Eppure, secondo le accuse, Gorreri continuava a fornire a Tanzi il suo aiuto, che consisteva principalmente nel portare fondi, dal bilancio Parmalat e dalle banche attraverso fidi concessi con le fatturazioni fasulle, nella direzione delle società turistiche del gruppo che stavano affrontando una vera voragine di debiti.

Gorreri è accusato, come gli altri indagati, di associazione per delinquere, bancarotta fraudolenta e false comunicazioni sociali. Insieme ad altri avrebbe partecipato alla stesura di bilanci fasulli corretti e aggiustati sul filo di lana, in prossimità delle assemblee dei soci, e avrebbe peraltro movimentato denaro nei giorni prossimi al crac dell’azienda di Collecchio. Alla fine era lui che dava a Tanzi i falsi che voleva, si dice convinta una fonte inquirente.

Ora si apre un’altra fase dell’indagine. E poiché Gorreri in base alle accuse avrebbe agito principalmente per coprire i buchi sul versante turistico della famiglia Tanzi, a questo punto in tale ambito sono attesi gli sviluppi dell’indagine.