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PARMALAT: ATTACCO PM, I RISPARMIATORI VERI DANNEGGIATI

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I risparmiatori sono le vere parti lese nel crac Parmalat, Bank of America e Deloitte & Touche sono invece responsabili, tant’é vero che si erano tutelati con vari strumenti, “dagli swap alle garanzie assicurative”. A riportare dritta la barra durante il processo Parmalat per aggiotaggio in corso a Milano, dove diverse banche e revisori si ritengono parti lese, è il pm Francesco Greco che si è appellato al giudice ricordando che “i danneggiati esistono e vanno risarciti”.

Intanto, sul fronte finanziario, oggi è sceso in campo da Ancona il ministro delle Attività produttive, Claudio Scajola. Commentando la posizione di Granarolo che ha escluso il lancio di un’opa e ha lanciato segnali di collaborazione verso gli altri gruppi interessati, il ministro ha chiarito che “Parmalat é uscita da una fase difficile” e ora l’ obiettivo “é di fare un polo agroalimentare più vasto che possa competere al meglio con i colossi europei”.

Chiarimenti sono arrivati anche sul versante revocatorie: Parmalat, con una nota, ha ribadito che l’entità è di 7,458 miliardi mentre l’ammontare delle azioni risarcitorie è stimato intorno ai 13,140 miliardi per il gruppo in amministrazione straordinaria e sui 13,889 miliardi per la controllata Parmalat spa in amministrazione straordinaria. Tornando sulla scena giudiziaria, Greco nel suo affondo contro banche e revisori ha sottolineato che “quello disegnato da Bank of America e Deloitte & Touche, è “un mondo alla rovescia” con banche e controllori “anime innocenti” e i risparmiatori “biechi speculatori”. “Già dal 2000 – ha aggiunto il pm – Deloitte ha svolto un ruolo fondamentale, garantendo tutte le emissioni di bond Parmalat, dopo aver certificato i bilanci”.

Secondo il magistrato non si può neanche, come hanno sostenuto alcuni difensori degli imputati nella scorsa udienza, porre dei limiti temporali al diritto dei risparmiatori di costituirsi parte civile, solo perché hanno acquistato i titoli in un periodo già molto sospetto per i conti del gruppo. “Non si può fissare un giorno, 10 novembre 2003, dopo il quale i risparmiatori sono biechi speculatori che si vogliono arricchire a spese di Parmalat. Le banche – ha ricordato – nel corso del 2003, si erano coperte con vari strumenti, dagli swap alle garanzie assicurative. I risparmiatori, invece, non hanno nessun cash collateral”.

Rivolgendosi al giudice, infine, ha esortato poi ad affrontare “il problema in tutta la sua globalità e delicatezza perché il danneggiato esiste e secondo me va risarcito”. L’udienza di oggi è stata dedicata alle controrepliche dei difensori delle parti civili dopo che, venerdì scorso, gli avvocati dei 19 imputati, tra i quali, oltre a Calisto Tanzi, anche Bank of America e Deloitte, hanno presentato le loro opposizioni alla costituzione delle parti. A ribadire il loro diritto ad essere invece ammessi al processo, hanno preso la parola i difensori di Consob, di Parmalat Finanziaria, di Confconsumatori e del comitato risparmiatori del San Paolo Imi. Tuttavia l’attenzione è già tutta rivolta all’udienza del 19 dicembre. Fino al 14, infatti, le parti hanno tempo per presentare le loro memorie. Poi spetterà al giudice decidere sulla loro ammissione. Decisione che arriverà molto probabilmente già il 19.