“Nessun articolo che io abbia letto sui recenti crac ha parlato di crisi di sistema. Da banchiere dico: tutti sono colpevoli. Non c’è nessuna delle persone e delle istituzioni in qualche modo coinvolte nella vicenda che non abbia messo un piccolo tassello di falso nel grande falso che è stato confezionato dai ragionieri di Collecchio. Nell’attuale capitalismo non ci può essere etica perché il livello della competizione è troppo duro”.
Intervista al banchiere anarchico Sbancor sul caso Parmalat e il sistema economico.
Dietro la firma di Sbancor si nasconde un banchiere. Un personaggio clandestino e tuttavia influente nella comunità finanziaria. Non solo: Sbancor è una voce ascoltata con attenzione dal variegato movimento contro la globalizzazione neo-liberista. Autore di saggi, esperto di economia internazionale lo abbiamo interpellato sulle recenti bancarotte di grandi aziende italiane e sul futuro del sistema capitalistico.
Allora Sbancor, qual è la lezione che proviene dal crac Parmalat?
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Tuttavia nel caso Parmalat si discute molto su chi sono i colpevoli…
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In genere quando la colpa è del sistema il colpevole non si trova…
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Per il futuro i piccoli azionisti come possono fidarsi e quali contromisure possono prendere?
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D’accordo, ma oggi cosa si può fare?
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Cosa spinge un risparmiatore a puntare tutto su un unico titolo?
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Lei ha centrato su un sentimento particolare come l’avidità uno dei motivi per i quali il piccolo azionista cade in queste trappole. Tuttavia, ci sono anche piccoli risparmiatori che investono i loro pochi risparmi perché gli interessi bancari sono ridicoli mentre l’inflazione reale è al 5% e oltre…
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Si riferisce soprattutto al crollo della new-economy?
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Secondo lei dobbiamo aspettarci altri crac?
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Per coloro che vivono con uno stipendio o un salario quali prospettive ci sono?
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Mi sembra confermi anche la teoria del bipolarismo tendenziale del sistema capitalistico per la quale la società si dividerà sempre più tra una classe di super ricchi e molti tipi di povertà…
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Per anni si è parlato di cultura d’impresa. Poi abbiamo assistito alla proliferazione dei paradisi fiscali, alla diffusa evasione fiscale e contributiva e ora a vari crac, da Enron a Parmalat. E’ questo il vero volto del capitalismo?
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Ora che è caduta qualche maschera continuerà l’operazione ideologica dell’imprenditore gran lavoratore e distributore di ricchezza?
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Dagli anni ’80 ad oggi la politica è sempre più ridotta ad ancella dell’economia. I crac e la polarizzazione tra ricchi e poveri può restituire un ruolo alla politica?
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Allora non c’è speranza?
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Lo storico statunitense come Immanuel Wallerstein ha affermato che il capitalismo non morirà per i suoi insuccessi ma per i suoi successi…
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Fonte: Nuovimondimedia.it – No copyright.
Questo articolo era stato pubblicato originariamente da: ABC> quindicinale di economia allegato al quotidiano del 10 febbraio 2004.