Mentre la procura della Repubblica di Milano ha depositato la richiesta di convalida del fermo di Calisto Tanzi, si comincia a diradare la nebbia sui debiti che hanno portato al crac della Parmalat. E il crac assume proporzioni sempre più spaventose.
Secondo quanto scrive Enrico Bondi in una relazione presentata ai magistrati di Parma e al giudice delegato ai fallimenti insieme alla richiesta della dichiarazione di insolvenza, al 31 dicembre 2002 il debito accumulato da Parmalat Spa risulta pari a 8,221 miliardi di euro (mille milioni in più dei circa sette miliardi di cui si era parlato finora). I debiti della società sono pari a 5,633 miliardi di euro, in gran parte a favore di società del gruppo. Comunque, sempre secondo quanto si legge nella relazione di Bondi, nel 2003 la situazione debitoria della Parmalat si sarebbe sensibilmente aggravata.
E Umberto Tracanella, uno dei consulenti del commissario di Parmalat Enrico Bondi, è stato a colloquio stamani con il Pm Francesco Greco, uno dei magistrati che conducono l’inchiesta milanese sul dissesto dell’azienda di Collecchio. Nel lasciare la procura, avvicinato dai cronisti che gli hanno chiesto se fosse quantificabile attualmente il buco del gruppo agroalimentare, ha detto: “La cifra sarà possibile quantificarla solo alla fine”. “Non stiamo trattando – ha detto Tracanella – questo è ancora il momento di accertare i fatti”. Nel suo colloquio con i giudici, Tracanella ha parlato anche dell’incontro con Tanzi avvenuto sabato, poco prima dell’arresto del presidente Parmalat. A sollecitarlo sarebbe stato lo stesso Tanzi e vi hanno preso parte lo stesso Tracanella e Bondi.
Intanto, dopo la deliberazione dello stato di insolvenza di Parmalat Spa, il tribunale fallimentare locale ha fissato per il 20 aprile la data di presentazione delle domande di credito, per il 19 maggio la prima udienza per la verifica delle priorità, ed entro la fine del 2004 – anche se è una previsione ottimistica, secondo quanto detto dal giudice delegato ai fallimenti Vittorio Zanichelli – la definizione dell’intero stato passivo con l’indicazione delle priorità.
Prosegue l’iter giudiziario della vicenda che vede l’ex numero uno di Parmalat in carcere da sabato. Oggi la procura di Milano ha depositato la richiesta di convalida del fermo di Tanzi mentre domani si terrà l’interrogatorio di garanzia.
Al patron di Parmalat rinchiuso a San Vittore viene anche contestata l’associazione a delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta, associazione con l’ex direttore generale Fausto Tonna e l’ex direttore finanziario Luciano Del Soldato e con la partecipazione di altre sei persone allo scopo di commettere falsi in bilancio e truffe a danno del mercato per tenere occultato il “grave dissesto finanziario della società” e continuare a ricorrere al credito mediante l’emissione di bond.
Tanzi è inoltre accusato di aver distratto “a suo favore e di sue società non facenti parti del gruppo” circa 800 milioni di euro. Secondo gli inquirenti di Parma anche il figlio di Tanzi, Stefano, era a conoscenza “della totale inesistenza dei cespiti attivi” e più in generale della falsificazione della contabilità.
Anche le indagini delle fiamme gialle continuano. Oggi il nucleo tributario della Guardia di Finanza di Bologna ha perquisito i locali de La Coloniale, la holding della famiglia Tanzi già perquisita il 24 dicembre ma soltanto con l’apposizione di sigilli agli armadi e ai locali. Oggi, invece, gli uomini della polizia tributaria della Gdf di Bologna stanno portando via grossi faldoni di materiale, tutta la documentazione trovata all’interno dell’edificio. Il materiale sequestrato viene definito dagli inquirenti “molto interessante”.
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