“Qualcuno, facendo uscire i verbali della magistratura sul caso Parmalat, fra l’altro abilmente modificati, cerca di gettare fango a destra e a manca per far sì che chi è veramente colpevole possa restare nascosto in una palude in cui tutti sono artatamente coinvolti”: lo afferma Roberto Calderoli, coordinatore delle Segreterie Nazionali della Lega Nord e vice presidente del Senato, usando termini forti sul conto di Tanzi e chiamando in causa la Chiesa.
“Noi – dichiara Calderoli – a questo giochino non ci stiamo, visto che ogni volta che ne abbiamo avuto l’occasione abbiamo respinto a calci nel culo il ‘magnaccia di Collecchio’. Aveva tentato la sua usuale operazione anche sulla centrale del latte di Varese ma, grazie alla Lega, il tentativo fallì e a Varese si continua a consumare il latte delle mucche e dei nostri pascoli nostrani”.
“I responsabili di questa torbida vicenda – continua il vicepresiente del Senato – vanno cercati nel mondo oltreteverino, e ora, dopo l’avvento del sistema maggioritario, nell’area del cattocomunismo di oggi. Il ‘baciapile di Collecchio’ ha troppo contribuito a far sì che la chiesa sostituisse l’amore di Dio con quello dell’amore per il dio denaro e questo non può essere accettato. Pensino a pregare di più e a magnar di meno mi verrebbe voglia di dire vedendo questa chiesa così vicina ai potenti e agli ori e così lontana dall’ umile saio francescano. Aveva ben capito le cose le chiesa ambrosiana quando assunse il ruolo di capitale spirituale del paese in antagonismo a Roma, capitale medio orientale del dio denaro. Aveva ragione, è il caso di dirlo, la Pataria”.
“A1tro che gli attacchi del cardinal Riuni contro la Lega – continua Calderoli -. Qui bisognerebbe che il buon Tremonti desse un taglio al contributo dell’otto per mille che va, ingiustamente, a favore di chi ha ricchezze sparse in tutto il mondo per far sì che la Chiesa torni ad essere la chiesa dei poveri. Lì vanno cercate le responsabilità delle vicende Parmalat. Non dovrebbe essere difficile ricostruire l’intera vicenda, basterebbe ricostruire le modalità con cui sono state acquisite le varie centrali del latte e di conseguenza chi ci ha mangiato, verificare chi può aver tratto benefici dalla curiosa invenzione del latte fresco a lunga durata che sicuramente non viene dalle mammelle delle mucche nostrane, basterebbe scoprire poi chi partecipa all’attività e agli utili di questa novella P2”.
“Faccia, ma sul serio, la magistratura il suo dovere – conclude Calderoli – e stia attenta a non diventare il paravento di chi colpevole lo è veramente in questa vicenda. Poi il processo a Tanzi, all’ oltretevere e ai loro amici della Roma ladrona ci penserà il popolo a farglielo, non per truffa ma bensì per razzismo nei confronti del nord il cui risparmio hanno razziato”.
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