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PARMACRACK, ASCOLTATO BEPPE GRILLO

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Beppe Grillo sentito come “persona informata sui fatti” dalla Guardia di Finanza di Piacenza. Per parlare del crac Parmalat. Nel 2002 l’attore, intervenendo a Striscia la notizia, aveva anticipato con dovizia di particolari la situazione finanziaria della società dicendo, all’epoca, che un dirigente della Parmalat gli aveva confidato i numeri, chiedendogli di “non dire nulla a nessuno”.

Il comico è arrivato poco dopo le 16 alla caserma Artale di via Emilia Pavese, sede del Comando provinciale delle Fiamme gialle, a bordo di una Lancia Libra blu, scortata da due auto della Guardia di Finanza. Ed è stato ascoltato dal colonnello Domenico Fornabaio, comandante del gruppo verifiche speciali del nucleo di Polizia tributaria di Bologna.

“Ho portato anche altri documenti sulle situazioni Fiat e Telecom, così ci portiamo avanti”, ha risposto, scherzando, ai giornalisti che lo aspettavano davanti alla caserma. Poi, più seriamente: “Al magistrato ho ripetuto quello che da tempo vado dicendo nei miei spettacoli. Cose che dico da anni e che erano cose sulla bocca di tutti”. “Parmalat – ha proseguito – è una debacle, ma è solo la punta di un iceberg enorme. Ma la vera catastrofe è l’informazione: è grave che queste cose vengano fuori da noi, dai comici, non dalla stampa che è arrivata dopo”.

In due momenti diversi Grillo aveva citato Parmalat. Una prima volta, nel 1999, durante il monologo intitolato Discorso all’umanità, trasmesso da Telepiù. Nel mirino, il latte all’Omega3, prodotto dall’azienda di Collecchio. “Il latte all’Omega3 è latte con l’aggiunta di olio di pesce – aveva detto – ci voleva la Parmalat per fare un latte così? Ha preso del latte normale, poi ha preso un baccalà e l’ha messo dentro. Perché ci devono prendere per dei coglioni?”.

E ancora: “Scrivono ‘Scoperto il latte della vita: Parmalat dichiara guerra ai trigligeridi e ai nemici del cuore’. Ma che sono i nemici del cuore? Sono loro che mi fanno venire un infarto, che mi danno del latte al pesce. Scoprire il latte al pesce? Tu puoi scoprire un vulcano, non puoi scoprire una cosa che non esiste”.

Poi, ancora, nel 2002, ospite di Striscia: “Un dirigente della Parmalat – aveva detto – mi ha confidato, chiedendomi di non dire la cosa a nessuno (e io: non ti preoccupare, ti pare che ti farei mai una cosa del genere) che la sua società fattura 13000 miliardi di lire e ha 13000 miliardi di debiti”.

Oggi, dopo un’audizione di quaranta minuti, Grillo ha risposto ai giornalisti a suon di battute. “Cosa mi hanno chiesto? Volevano vendermi dei bond della Nigerialat e sto pensando seriamente di fare una piccola speculazione”. Alla domanda su chi gli avesse suggerito le rivelazioni dei suoi spettacoli, ha risposto che “bastava guardare nei bilanci”. E ha citato come esempio la Cirio: “Bastava leggere chi era Cragnotti, guardare la sua fedina penale, per capire che si tratta di una persona che non poteva neanche firmare il conto di un ristorante in Canada”.

Quanto alla talpa delle rivelazioni sul crac Parmalat, Grillo ha confermato “che c’è stata una persona con cui ho parlato, dopo un mio spettacolo, ma era al di fuori di questa cosa. Io avevo scherzato sui deficit delle grandi aziende, così mi disse che si sentivano fortunati, perché avevano solo 13 mila miliardi di debiti. Fiat e Telecom sono dei bambini al confronto”.

Poi, altre battute: “Adesso nei miei spettacoli parlerò anche della Fininvest, così ci portiamo un po’ avanti con il lavoro. Sono cose che salteranno fuori nei prossimi anni, bisogna avere pazienza, la giustizia deve fare il suo corso, prima i comici e poi i giudici”.

Il comico ha poi detto che il suo ruolo “non è quello di andare davanti a dei giudici a dimostrare che avevo ragione”. “Io – ha proseguito – ho il compito di interpretare la realtà un po’ prima che accada. E ogni tanto ci azzecco. Chi sono le prossime aziende che finiranno come la Parmalat? Per saperlo basta cliccare bancaditalia.it, vai a vedere chi ha chiesto questi famosi bond, cioè prestiti obbligazionari. Si scopre che la Telecom ha 100 mila miliardi di debiti, la Fiat è in una situazione per la quale si può solo dire ‘speriamo bene’. Ragazzi, o smetto di lavorare io, o ristrutturano le aziende loro”.

Poi un altro attacco: “Perché tutto questo è saltato fuori solo adesso? Ma perché è un’associazione a delinquere fra banche, industrie, giornali. L’unica cosa da fare è rompere questo sistema”.

Quindi, altre battute su Tanzi: “La sua leggerezza è stata quella di non fare un partito, lui doveva scendere in campo creando Forzalat, poi faceva una legge con cui obbligava tutti i latti del mondo a metterci gli Omega3 ed il latte di pesce. Così era a posto. Sono superficialità che si pagano”.

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