Milano – “Guardate che se la Spagna dovesse essere la prossima a cadere sotto il peso dei debito, la prossima sarà l’Italia. E’ vero, nell’ultimo periodo si parla spesso del calo degli spread BTP/Bund, che in effetti c’è stato, e del ribasso generalizzato dei rendimenti dei paesi periferici, a parte quelli del Portogallo: ma attenzione, la speculazione è sempre pronta a tornare”. Parla, intervistato da Class Cnbc, Edward Altman, professore di finanza alla Stern Business School di New York e fondatore di diverse pubblicazioni di valore internazionale attinenti al mondo finanziario.
“Gli speculatori potrebbero fare molti soldi decidendo di scommettere sul rialzo degli spread, allo stesso tempo riposizionandosi sui cds contro il rischio paese, il cui valore è sceso nell’ultimo periodo (così facendo, tutelandosi). Inoltre, se è vero che i cittadini italiani potrebbero utilizzare i loro risparmi per acquistare bond del proprio paese, gli investitori stranieri potrebbero invece ripensarci, guardando ai fondamentali dell’economia”, continua Altman.
“I problemi dell’Italia non sono rappresentati soltanto dall’elevato debito, ma anche dalle aziende italiane – continua – credetemi, io amo l’Italia e vengo spesso qui, ma bisogna ammettere che ci sono società anche a rischio. Per questo, all’investitore italiano darei due consigli: uno, non essere troppo tradizionalista. Seconda cosa: non puntare troppo sui titoli di stato italiani. E’ vero che questi presentano vantaggi fiscali, ma io ridurrei la mia esposizione su di essi. In Italia c’è troppa enfasi sul debito pubblico”.
Il professore continua: “E’ necessario a questo punto guardare alla Spagna per capire quanto accadrà all’Italia: se il tasso di disoccupazione della penisola iberica continuerà a salire, se le banche spagnole dovessero dimostrarsi ancora più deboli, allora dopo la Spagna, l’Italia andrebbe a gambe all’aria, sarebbe come l’ultimo bastione prima della caduta della città”.
Ma c’è un modo per evitare questo scenario da collasso? La risposta è nello stato di salute delle aziende italiane: “il governo dovrebbe nutrire il settore privato. Sarà la qualità delle aziende a poter fare la differenza”. Al momento, consiglio agli investitori italiani di fare “una ricerca ardua in Europa e nel resto del mondo”, non focalizzando troppo la loro attenzione sui bond di casa”.