Società

PAPERONE
NON ACCUSI
DI IMMORALITA’

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(WSI) – All’ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga non è andata giù l’accusa di immoralità rivolta ieri da Silvio Berlusconi ai senatori a vita, aspramente criticati per aver votato la fiducia al governo Prodi. Accuse avventate e infondate, pronunciate con leggerezza, secondo quanto afferma lo stesso Cossiga in una lettera aperta indirizzata al Cavaliere.

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Nella quale, innanzitutto, l’ex presidente stigmatizza senza mezzi termini “l’indegna gazzarra inscenata dai gruppi parlamentari della Casa delle Libertà mentre esprimevano il loro voto a favore della mozione di fiducia al Governo Prodi i senatori a vita, di diritto e di nomina presidenziale”. Gente come Andreotti e Scalfaro, “ragazzotti che da oltre mezzo secolo “battono” le strade della politica”, abituati a ben più violenti tipi di scontro e colluttazioni, “ma con minore astio, maleducazione e cattiveria”, scrive Cossiga ricordando i tempi di Pajetta e Almirante. Fischi e contestazioni che non hanno risparmiato neanche Carlo Azeglio Ciampi.

“Ben diversa”, prosegue, “è l’accusa di ‘immoralita che tu, con molta avventatezza e leggerezza, hai rivolto ai senatori a vita. “Si fosse trattato di un’accusa per qualche mio normale ma irregolare ‘rapporto’ per così dire sentimentale con qualche bella ragazza venezuelana o napoletana da te presentatami, passi! Ma la ‘politica’ e il servizio dello Stato”, continua Cossiga, “sono stati per me e per la mia famiglia cosa troppo seria, perchè io possa accettare accuse di immoralità da un, anche se simpatico e abile, ‘Paperon dei Paperoni’ prestato alla politica, e non senza utile personale!”.

Cossiga ricorda all’ex premier: “Avevo proposto, il giorno che furono indette le elezioni, che i senatori a vita, di diritto e di nomina presidenziale, qualora nel voto per la fiducia al nuovo governo il loro singolo voto dovesse essere determinante in un senso o nell’altro, al fine di non alterare il risultato elettorale, espressione della volontà popolare, si dovessero astenere dal voto, pur dichiarando la loro preferenza politica. Ma questa mia tesi e proposta non è stata accolta da nessuno”.

E invita l’ex premier a fare un passo indietro nel tempo, nel giorno in cui “il governo Berlusconi ottenne la fiducia per un solo voto, a garantirla tre senatori a vita: Giovanni Agnelli, Francesco Cossiga e Giovanni Leone. Nessuna accusa di ‘immoralita ci fu rivolta allora nè dalla sinistra nè…Da te!”.

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