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Papa/P4: Bossi da ricovero, cambia idea 3 volte in 3 giorni. Ma cosi’ il governo cadra’

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ci scusiamo con i lettori per aver dovuto cambiare il titolo tre volte di seguito.

PODENZIANO (Piacenza) – “Tutti i mesi il povero Tremonti deve vender dei titoli di Stato, se non lo facesse non si pagherebbero più pensioni e ospedali: sarebbe un disastro. Arrivati a questo punto meglio far la secessione che andrebbe bene al sud e al nord, con patti chiari e amicizia lunga. La secessione sarebbe la migliore medicina”. Il leader della Lega Nord, Umberto Bossi, è tornato a parlare di secessione da Podenzano (Piacenza), alla festa del partito. “La manovra più o meno è passata, una brutta manovra arrivata quando sembrava che il mondo intero si fosse scatenato contro l’Italia”. Il senatur ha spiegato che i mercati “temono un’altra situazione come la Grecia”. E poi ha criticato l’Europa: “Gli irlandesi facevano padelle, la Grecia faceva poco, un po’ come il nostro Sud” e per questo “i conti non si riescono a pagare”.

Il leader della Lega è poi tornato sul controverso caso di Alfonso Papa, il parlamentare Pdl indagato nell’ambito dell’inchiesta P4, sul cui arresto la Camera deve pronunciarsi. “La Lega vuole votare per il suo arresto, penso che la Lega voterà per il suo arresto”, ha detto Bossi. Ma il leader leghista non ha negato di avere perplessità sull’arresto di Papa: “Noi abbiamo lasciato passare la richiesta della sinistra che chiedeva la carcerazione, ma io qualche dubbio ce l’ho, sembra una sfida al Parlamento, bisogna stare attenti a fare cose sbagliate, ci sono cose su cui bisogna ragionare, mai mettere le manette
prima. Prima la magistratura faccia il processo e se è colpevole allora lo si condanna, ma mettere le manette prima è una cosa non accettabile”. Nonostante questo, ha detto Bossi, “la Lega vuole votare per il suo arresto, penso che la Lega voterà per l’arresto”.

Infine, una stoccata al sindaco di Roma Gianni Alemanno, con cui è polemica aperta soprattutto dopo lo scontro sul trasferimento dei ministeri al nord. “Il sindaco di Roma non è mica cambiato: alle elezioni farà la fine della Moratti, venda un po’ delle società che ha, perché il nord dovrebbe dargli i soldi?”. Bossi ha fatto riferimento ad una richiesta di finanziamento del Comune che il governo, grazie alla Lega, ha respinto. “La fortuna di Roma è il Papa che attira gente da tutto il mondo”, ha concluso Bossi.

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La Prima sezione disciplinare del Consiglio superiore della magistratura ha deciso, stamani, in via cautelare, la sospensione di Alfonso Papa dalle funzioni e dallo stipendio. Con questa decisione Papa, il magistrato parlamentare del Pdl sotto inchiesta nell’indagine P4 per il quale la Procura di Napoli ha chiesto l’arresto, non percepira’ lo stipendio come giudice nemmeno nel caso in cui si dimettesse da Montecitorio. La delibera del Csm e’ stata presa a porte chiuse dopo l’audizione dello stesso Papa.

BOSSI, NIENTE MANETTE PER PAPA PRIMA DI PROCESSO – Sulla vicenda di Alfonso Papa, Umberto Bossi ieri a Venezia si è detto “convinto che le manette non vanno messe mai se prima non facciamo il processo”. “Se Papa ha commesso dei reati – ha aggiunto – paghi, ma non va bene mettergli le manette prima, quando ancora non sappiamo se quello che ha fatto è da galera o no”. Per il Senatur, che ha parlato a Venezia alla festa del Redentore dal ferry-boat della Lega, bisogna “ricordare il tempo di Craxi: farlo andare in galera uno non ancora condannato non è servito a nessuno, tranne a far andare in politica Di Pietro”.

LO PRESTI,VOTO SEGRETO SALVERA’ PAPA MA ‘PARTITO ONESTI’? – “Il voto segreto in Aula sulla richiesta di arresto per Alfonso Papa, potrà, forse, salvare il deputato, ma non il Popolo della libertà. Sarà questa, infatti, la falla che farà affondare come il Titanic, secondo un’espressione cara a Giulio Tremonti, il cosiddetto ‘partito degli onesti’ evocato da Angelino Alfano. A dichiararlo, in una nota, è Nino Lo Presti, deputato di Futuro e libertà e componente della Giunta per le Autorizzazioni della Camera, in vista della votazione di mercoledì prossimo in Aula. Per il parlamentare finiano, il modo in cui il segretario politico del Pdl Angelino Alfano sta gestendo la gravissima vicenda della P4, “più che un leader, lo fa sembrare il commissario liquidatore del suo partito con molte più ombre, che luci”. “Una funzione questa – conclude Lo Presti – che ricorda quella svolta da Mino Martinazzoli con l’allora Democrazia cristiana, all’epoca della prima Tangentopoli”.

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Berlusconi al Senatur “Non credere a Woodcock”

L’arma del voto segreto potrebbe salvare il deputato inquisito

di Amedeo La Mattina

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ROMA – Il giallo della Lega e i timori del Pdl. Il punto ancora non risolto è: cosa farà mercoledì il Carroccio quando verrà messa ai voti la richiesta d’arresto di Alfonso Papa? L’altro giorno, prima di lasciare Roma, Bossi si è sbilanciato, emettendo la sentenza. Ieri sera il clamoroso voltafaccia.

Che cosa è accaduto? Torniamo a venerdì sera, sull’aereo che riportava a casa Berlusconi e il Senatur. Il premier si è appellato alla tenuta della maggioranza, ha ricordato che verrebbe dato «un segnale devastante di divisione», si aprirebbe il portone di Montecitorio alle procure. «Umberto, non possiamo abbassare la testa. Ma ti rendi conto chi sta facendo le indagini, chi ha chiesto l’arresto di Papa? Quel Woodcock è un esaltato. Le sue indagini sono tutte finite nel nulla. E’ lo stesso che chiese l’arresto del deputato del Pd Margiotta e che la Camera respinse. Sai come è andata a finire? A maggio di quest’anno è stato assolto con formula piena. Ghedini – ha aggiunto il premier indicando l’avvocato seduto accanto – potrebbe farti un elenco infinito delle cause perse da Woodcock».

Bossi ha ascoltato senza dare una risposta definitiva. I due forse si vedranno domani per prendere una decisione. Non è escluso che il capo leghista stia trattando qualcosa (la nomina a ministro di Reguzzoni che lascerebbe la carica di capogruppo al maroniano Stucchi?). In fondo ha condiviso il ragionamento di Berlusconi, e ora bisogna vedere se alle parole seguiranno i fatti. Perché anche per lui fare marcia indietro dopo quel ringhio alla Bracardi «in galera» diventa difficile.

Anche perché Bossi ha un disperato bisogno di marcare sempre di più la differenza con il Pdl. Molti elettori lo hanno salutato alle scorse amministrative, e l’emorragia potrebbe continuare alle prossime prove elettorali. Un sondaggio che circola a via Bellerio evidenzia che sono in crescita i leghisti, scontenti di Berlusconi e della corte di inquisiti, che guardano con interesse all’Idv forcaiola di Antonio Di Pietro. Anche il suo zoccolo duro è costretto a turarsi il naso con le pinze, come hanno fanno tutti i deputati (la maggioranza che ha Maroni come punto di riferimento) quando hanno votano le leggi ad personam. E allora, che fa Bossi? Qui c’è il timore, che paradossalmente è anche una speranza, di Berlusconi.

Al di là delle parole di ieri sera, Bossi ha davanti a sè più di una carta da giocare. Potrebbe salvare Papa senza lasciare le impronte digitali. A scrutinio segreto i voti per respingere l’arresto potrebbero arrivare un po’ dalla Lega e dall’Udc, e qualcosina anche dal Pd. Del resto, anche nell’opposizione non sono pochi i deputati che temono di aprire il portone di Montecitorio alle procure. E poi basta non presentarsi alla Camera al momento del voto, una cinquantina di assenze strategiche, si abbassa il quorum e il gioco è fatto. Bossi potrebbe fare propaganda, dire di aver tenuto duro, cavalcare gli istinti forcaioli, non sporcarsi le mani. O ancora: dire che nessuno va in galera senza processo, e poi, nel segreto dell’urna, far scattare il doppio gioco e le manette. Ovviamente Bersani e Casini faranno di tutto per non farsi prendere in giro e non levare a Bossi le castagne dal fuoco.

Ma riusciranno nel loro intento a garantire la presenza di tutti i loro deputati? C’è un’ipotesi che potrebbe levare tutti dai guai: Papa si dimette e si consegna ai carcerieri. Domani sera, dunque, una nuova puntata: se l’incontro con il premier verrà confermato, il Senatur potrebbe attenuare la sua posizione, magari scegliere di far astenere i suoi deputati, poi la roulette russa del voto segreto farà il suo gioco. Ma ora dovrà vedersela con Maroni, che vuole a tutti i costi il voto per l’arresto dell’ex magistrato.

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La Giunta per le Autorizzazioni della Camera ha detto si’ all’arresto del deputato del Pdl Alfonso Papa. Alla votazione hanno preso parte Pd, Idv, Fli e Udc. Il Pdl ha lasciato l’Aula della Giunta e la Lega si e’ astenuta.

La proposta di arrestare Alfonso Papa é passata in Giunta con nove voti dell’opposizione, secondo i calcoli fatti da alcuni esponenti del centrosinistra. “E’ stata una pagina nera della democrazia parlamentare – commenta l’ex relatore Francesco Paolo Sisto (Pdl) – è stato violato l’art.18 del regolamento. Io ho formulato una documentata e regolare proposta per dire che non si sarebbe potuto concludere il lavoro in giunta, ma sarebbe stato meglio demandare all’Aula la soluzione della vicenda, a causa della nuova documentazione di 15mila pagine depositata due giorni fa da Papa”.

Non la pensa così invece il centrista Pierluigi Mantini che parla direttamente di “sabotaggio indecente” da parte della maggioranza. “La Lega oggi – interviene Donatella Ferranti (Pd) – ha di fatto smentito il proprio leader Umberto Bossi. E si è trincerata dietro una astensione motivata da cavilli procedurali, per non uscire allo scoperto”. Il caso è in calendario alla Camera il 20 luglio.

P4: ARRESTO PAPA, 10 SI’ E 3 ASTENUTI – La proposta di concedere l’arresto di Alfonso Papa e’ passata con 10 si’ e 3 astenuti. A favore della richiesta del gip di Napoli di arrestare il deputato del Pdl si e’ espresso anche il presidente della Giunta Pierluigi Castagnetti. Oltre ai due deputati della Lega Luca Paolini e Fulvio Follegot, si e’ astenuto anche il deputato dei ‘Responsabili’ Elio Belcastro. I deputati del Pdl hanno invece lasciato la Giunta per protesta.

FINI, COMPORTAMENTO CASTAGNETTI INECCEPIBILE – “Il comportamento di Pierluigi Castagnetti è stato ineccepibile”. E’ quanto afferma il presidente della Camera Gianfranco Fini a proposito della votazione che c’é stata oggi in Giunta per le Autorizzazioni della Camera sul caso di Alfonso Papa (Pdl). La Giunta ha votato la relazione di minoranza nella quale si propone di dire sì all’arresto del parlamentare.

MARONI, LEGA ASTENUTA? NON POSSO RISPONDERE – “Non posso rispondere”. Il ministro dell’Interno Roberto Maroni ha risposto così al cronista che gli chiedeva un commento sul fatto che la Lega abbia deciso di astenersi in Giunta per le autorizzazioni della Camera sul caso di Alfonso Papa. Il leader della Lega Nord Umberto Bossi aveva infatti invitato i suoi deputati a votare a favore dell’arresto.

DI PIETRO, ORMAI C’E’ UNA NUOVA TANGENTOPOLI – L’ Italia dei valori “ha messo un paletto chiaro. Oggi c’é la richiesta di arresto su uno, domani su un altro… e poi domani chissà quanti altri ancora”. Antonio Di Pietro è soddisfatto dell’impegno dell’Idv per il voto a favore, in Giunta autorizzazioni, per l’arresto di Alfonso Papa (Pdl). Per Di Pietro, siamo in presenza di “una nuova Tangentopoli che richiede l’intervento dell’autorità giudiziaria”.

BERLUSCONI INCONTRA ALFONSO PAPA ALLA CAMERA Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, da poco giunto a Montecitorio per votare la fiducia al decreto sulla manovra, sta incontrando nel suo studio Alfonso Papa.

COLLOQUIO MARONI-PAPA ALLA CAMERA – Meno di un’ora dopo che la giunta per le autorizzazioni aveva dato il via libera all’arresto del deputato Pdl Alfonso Papa, il parlamentare Pdl ha avvicinato nel corridoio laterale del Transatlantico il ministro dell’Interno Roberto Maroni ed i due si sono intrattenuti a parlare per circa quindici minuti.