Società

Pannella, un radicale venduto e rivenduto un tot a cappuccino

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I deputati radicali potrebbero votare la fiducia a dicembre al governo Berlusconi ma non mettono “all’asta” i loro deputati. Marco Pannella lo spiega in una intervista a Qn, ricordando di aver chiesto al presidente del Consiglio l’apertura di un dialogo: “Tutto tace”, precisa il leader radicale. “So però – aggiunge – che qualcuno, non saprei dire se autorizzato o no, è venuto a chiederci il voto…”. Al giornalista che gli chiede se questo ‘qualcuno’ sia stato respinto, Pannella risponde: “Chiaro. Noi non mettiamo all’asta i voti dei nostri sei deputati, ma siamo pronti ad avviare un dialogo costruttivo con chi vorrà”. Alla domanda se i radicali potrebbero votare la fiducia se il dialogo prendesse corpo su basi serie, Pannella replica senza esitazioni: “Sì, certo. Ma tutto sta in quel tuo ‘se'”.

Ebbene, alla luce del poco edificante dialogo qui riportato, e’ ovvio che non ha limite l’indecenza di questo Vecchio della politica italiana, Pannella Giacinto detto “Marco”. Dovrebbe fare uno sciopero della fame finale e terminale contro se stesso, a suon di cappuccini e bicchieri d’acqua finche’ non stramazza – come ha fatto mille volte per battaglie sbagliate, irrilevanti e di nessun peso specifico per l’italiano medio. Si metta davanti a uno specchio e protesti, l’ex padre-padrone dei Radicali italiani, icona ormai smaciullata, e si dica incavolato: “Basta, non se ne puo’ piu”.

Certo il percorso di Daniele Capezzone, ex radicale anche lui e attualmente (poi chissa’) portavoce del partito del premier, la dice lunga sulla coerenza e disciplina mental-culturale dei signori dell’appassita “Rosa nel pugno”. Pare il minimo comun denominatore la loro caparbieta’ auto-lesionista volta a far evaporare quanto c’e’ di buono (ed e’ tanto) della cultura e impegno laici, nella politica liberal-democratica, libertaria, anti-vaticanista che cosi’ pochi in Italia hanno il coraggio di abbracciare (divorzio, aborto e diritti civili pero’ sono conquiste per milioni di persone).

La verita’ e’ che i fan radicali non riescono piu’ a seguire gli innumerevoli passaggi di fronte, da destra a sinistra, dalla vicinanza al PD alla sintonia col PdL (e viceversa, ripetutamente) suggeriti dal loro Gheddafi mr. Pannella. E ovviamente il corollario e’ ineluttabile: la percentuale di voti, ad ogni elezione, e’ da prefisso telefonico e scende sempre piu’. C’e’ da stupirsi?

Adesso che i sei deputati radicali sono di nuovo in vendita, magari dopo l’abituale interscambio da “trenta denari”, do-ut-des per la stampa di riviste clandestine, manifesti o convegni elettorali, quando saranno esauriti i negoziati con Berlusconi, decisi magari al fumo del milionesimo spinello o pista di coca, non e’ venuto il momento di rottamare anche Giacinto Pannella, insieme agli altri “soliti noti” della Casta italiana, non credete?