La manovra avra’ ‘risorse molto limitate’ e si dovra’ puntare tutto su ‘giovani e lavoro’. Così spiega in un’intervista al Sole 24 Ore il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, indicando le priorita’ di fine legislatura: ‘Un taglio permanente del cuneo fiscale per le assunzioni stabili dei giovani’.
Abbiamo iniziato a lavorare – ha detto al Sole 24 Ore – a una legge di bilancio in continuità con le precedenti, che accanto al consolidamento si dovrà concentrare su poche priorità: i giovani, prima di tutto, con misure permanenti per l’occupazione, poi la lotta alla povertà e la spinta agli investimenti. Quelli privati stanno crescendo anche grazie alle misure messe in campo dal governo, e per la parte pubblica va migliorata la capacità di spesa delle amministrazioni.
Gli incentivi, sotto forma di riduzione del carico fiscale e contributivo, specifica Padoan:
Devono essere permanenti, anche per spingere le imprese a investire a lungo termine e a far entrare i giovani con la prospettiva di un lavoro stabile, che permetta di pensare a un mutuo o a metter su famiglia. Ma bisogna essere consapevoli che meccanismi come questi hanno costi importanti e crescenti nel tempo proprio per il loro carattere strutturale: per questa ragione hanno bisogno di coperture solide, e di una definizione precisa della platea.
Non ancora stabiliti i criteri:
Li stiamo studiando, ma i principali sono due: l’età, naturalmente, e il fatto che le assunzioni “incentivate” siano legate a contratti permanenti, in modo da rafforzare l’impatto del Jobs Act.
Sul veto al Fiscal compact, Padoan frena:
Osservo che il fiscal compact sta diventando un elemento di dibattito politico molto forte, ma mi piacerebbe che si usasse questo “capitale politico” in modo più propositivo sul futuro dell’Europa. Bisogna guardare avanti, non indietro. E aggiunge: ‘Meglio puntare su una politica Ue per la crescita e gli investimenti’.
Dopo tre anni e mezzo passati al ministero dell’Economia, e a qualche mese dalla fine di una legislatura ‘nata all’indomani della più grande recessione del dopoguerra’, il bilancio di Padoan è ‘nei numeri in miglioramento su crescita e finanza pubblica, nei dati qualitativi di un sistema bancario che sta svoltando e nel miglioramento innegabile dell’occupazione, a cui tengo in modo particolare’.
Tutti questi fattori, rivendica il ministro dell’Economia, permettono di
‘consegnare al prossimo governo una situazione molto migliore di quella che abbiamo trovato noi nel 2014’;ma si tratta di un bilancio ancora provvisorio, che vede all’orizzonte un ‘rischio politico aperto, mentre le altre componenti principali del rischio Italia, e cioè’ crescita, debito e banche, si stanno riducendo’.