(9Colonne) – Roma, 9 mag – Attualmente, chi ha commesso reati contro la pubblica amministrazione incorre nel licenziamento immediato solo se ha avuto una condanna superiore a tre anni. Con Il provvedimento di adeguamento del procedimento penale e disciplinare approvato oggi dal Senato (relatore Guido Calvi) il termine si riduce a due anni per evitare che chi ottiene la riduzione della pena grazie al patteggiamento possa rimanere in quel posto in virtù del quale ha potuto commettere il reato. Si è inoltre provveduto a semplificare e abbreviare, anche grazie alla telematica, le procedure burocratiche e a responsabilizzare i dirigenti che devono svolgere l’azione di controllo al fine di impedire che, come ha rilevato in un’indagine la Corte dei Conti, moltissimi procedimenti disciplinari risultino vani a causa della prescrizione. Un meccanismo grazie al quale troppi condannati, anche di rango elevato, rimangano o ritornano al proprio posto. Le misure approvate riguardano direttamente reati come corruzione, concussione e peculato, ma rimuovono anche alcune cause di inefficacia del procedimento disciplinare che impediscono di prendere provvedimenti nei confronti di dipendenti pubbblici riconosciuti colpevoli di qualunque reato, da quelli contro i minori a quelli per associazione a delinquere di stampo mafioso. “Si afferma così – ha commentato la senatrice Beatrice Magnolfi, sottosegretario alle Riforme e innovazione della Pubblica amministrazione – il principio di trasparenza e legalità della pubblica amministrazione, resituendo dignità al lavoro pubblico, ai dipendenti onesti e capaci che devono essere difesi dal discredito indiscriminato e generalizzato”.
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