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PA e debiti verso le aziende, i costruttori: “No al saldo coi Btp”

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Roma – Il saldo dei debiti della pubblica amministrazione è ormai indifferibile perchè altrimenti per non “far fallire lo stato si fanno fallire le aziende”. E’ quanto ha detto il presidente dell’Ance (Associazione nazionale costruttori edili), Paolo Buzzetti, alla trasmissione La telefonata di Belpietro sottolineando che la pubblica amministrazione deve alle imprese edili circa 19 miliardi di euro.

Buzzetti ha poi sottolineato che non si possono saldare i debiti della pubblica amministrazione con titoli di stato. Pagamenti simili non avrebbero effetti positivi per la crescita delle imprese e dell’occupazione.

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Costruzioni: Ance, In 3 Anni Fallite 7.552 Imprese, 23% Totale

(ASCA) – Roma, 15 mag – La situazione fortemente negativa che, ormai da cinque anni, sta vivendo il settore delle costruzioni, sta manifestando i suoi effetti anche sulla tenuta del tessuto imprenditoriale. Il numero crescente di imprese di costruzioni entrate in procedura fallimentare costituisce un esplicito indicatore di difficolta’ del settore. Secondo i dati di Cerved Group, le imprese di costruzioni entrate in procedura fallimentare sono passate da 2.216 nel 2009 a 2.776 nel 2011, con un aumento del 25,3%.

Complessivamente in tre anni i fallimenti nel settore delle costruzioni sono stati 7.552 su un totale di circa 33 mila nell’insieme di tutti i settori economici. Pertanto circa il 23% dei fallimenti avvenuti in Italia riguardano le imprese di costruzioni. E’ quanto ha reso noto l’Ance, l’associazione dei costruttori edili, in occasione del D-day delle costruzioni. La tendenza si conferma anche nel primo trimestre del 2012 con un ulteriore aumento delle procedure fallimentari nel settore delle costruzioni dell’8,4% nel confronto con il primo trimestre 2011 (+4,2% l’aumento dei fallimenti nel complesso dell’economia).

Dal punto di vista territoriale, la crescita dei fallimenti osservata nel periodo 2009-2011 ha interessato tutte le aree geografiche sebbene con livelli di intensita’ differenti. Il Sud ed Isole e’ l’area piu’ colpita con un aumento, tra il 2009 ed il 2011, del numero di imprese di costruzioni entrate in procedura fallimentare del 40%; segue l’area del Centro con un aumento del 27,3%, il Nord-Est con +20,8% ed infine il Nord-Ovest con +16,4%. Nell’analisi delle singole regioni, tra il 2009 ed il 2011, si registrano aumenti dei fallimenti superiori al 40%, in Liguria, Emilia Romagna, Lazio, Campania, Sicilia e Sardegna.

Nei primi tre mesi del 2012 le imprese con procedure di defoult continuano ad aumentare in tutta la penisola ad eccezione del Nord Est, in cui si registra una diminuzione del 2,7% rispetto allo stesso periodo del 2011 per effetto del calo osservato in Emilia Romagna (-4,5%) e della stazionarieta’ del Veneto. L’aumento delle imprese entrate in procedura fallimentare e’, invece, particolarmente significativo nel Centro Italia (+24,5%), ampiamente superiore rispetto alla media nazionale (+8,4%) e nel Nord Ovest (+13,1%).

Nel Mezzogiorno e nelle Isole, dopo i forti incrementi del biennio precedente, nel primo trimestre 2012 si registra un lieve aumento pari allo 0,5%. L’insolvency ratio, che misura la frequenza di fallimenti su 10 mila imprese operative, mostra come le costruzioni risultino uno dei settori piu’ colpiti dalla crisi preceduto solo dall’industria. Tale indicatore e’ passato da 25 imprese fallite ogni 10 mila imprese operative del 2009 a 31 imprese fallite ogni 10 mila imprese operative del 2011.

Nel primo trimestre 2012 il settore delle costruzioni registra un ulteriore peggioramento: l’insolvency ratio per il settore si attesta a 8,3 imprese fallite ogni 10 mila imprese operative (contro il 5,5 osservato nel complesso dell’economia), a fronte del 7,8 del primo trimestre 2011 e del 7,4 del primo trimestre 2010. Cio’ significa che se la dinamica osservata nei primi tre mesi dell’anno in corso (8,3 imprese fallite ogni 10 mila imprese operative) venisse confermata per l’intero anno si raggiungerebbe un risultato peggiore rispetto agli anni precedenti e superiore a 33 punti.

L’industria continua ad essere il macro-settore con la maggiore frequenza dei fallimenti, tuttavia, e’ stato l’unico comparto che nel 2011 ha mostrato un’inversione di tendenza, passando da circa 43 imprese fallite ogni 10 mila imprese operative del 2010 a circa 40 del 2011; una tendenza che si conferma anche nel primo trimestre 2012 (9,8 punti contro i 10,5 del primo trimestre 2011 ed i 10,7 punti del primo trimestre 2010). Il problema sempre piu’ diffuso dei ritardati pagamenti dei lavori da parte della Pubblica Amministrazione e l’ulteriore razionamento del credito da parte delle banche al settore delle costruzioni sono alcuni dei fattori – commenta l’Ance – che stanno contribuendo ad ampliare il fenomeno dei fallimenti.

Nel secondo semestre 2011, i tempi medi di pagamento dei lavori pubblici hanno raggiunto gli 8 mesi, con punte di ritardo superiori ai 24 mesi. I dati della Banca d’Italia, descrivono un progressivo disimpegno del sistema creditizio nei confronti delle costruzioni: nel quadriennio 2008-2011, i mutui erogati per investimenti in edilizia residenziale sono diminuiti del 38,2%, mentre quelli per l’edilizia non residenziale sono sostanzialmente dimezzati.

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Le PA non pagano. Arriva il D-Day dei costruttori

La situazione dei mancati pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni alle imprese edili è giunta ad un punto di non ritorno. Per questo l’Ance (Associazione Nazionale Costruttori Edili) ha indetto una manifestazione di protesta: il D–Day (giorno del decreto ingiuntivo) che avrà luogo martedì 15 maggio.

A Roma, dalle 10.30 alle 13.00, nello spazio esterno della sede Ance in via Guattani, il presidente nazionale dei costruttori Paolo Buzzetti illustrerà i dati di questa grande operazione di recupero crediti che riguarda oltre 80 settori industriali legati al mondo delle costruzioni. Previsti gli interventi di Anci, Upi , rappresentanti delle altre organizzazioni datoriali dell’edilizia e di esponenti del mondo delle istituzioni e della politica che sostengono questa iniziativa. Conduce il giornalista Oscar Giannino.

<>, afferma il presidente Buzzetti. <>.

In Italia il settore delle costruzioni rappresenta l’11% del Pil, comprende 80 comparti industriali e impiega circa 3 milioni di lavoratori. Dallo scorso anno sono bloccati 2,5 miliardi che servono proprio per pagare le spese dei cantieri per lavori che le imprese hanno già fatto e nel 2012 questa cifra salirà a 3 miliardi. Soldi che le imprese hanno diritto a ricevere subito.

<>. – sostiene Batelli – <>.

Secondo i costruttori la crisi dell’edilizia è aggravata dai sempre più numerosi casi di imprenditori che si tolgono la vita a causa del fallimento della propria azienda e da scelte politiche che tardano ad arrivare.

Oltre ai ritardi dei pagamenti pubblici c’è infatti anche l’Imu che sta creando problemi all’edilizia privata. Secondo Stefano Petrucci, presidente di Ance-Lazio, <>.

Dai costruttori arriverà anche l’appello al governo Monti per avviare al più presto un programma di investimenti di 50 miliardi di euro in opere pubbliche, dopo lo stanziamento effettivo di 22,5 miliardi di euro già deliberato dal Cipe.