(9Colonne) – Roma, 17 apr – L’Austria sarà il primo paese in Europa ad abbassare il voto ai 16 anni. “I motivi che hanno spinto il governo austriaco al rivoluzionario cambiamento valgono ancor di più per il nostro paese”, osserva su “lavoce. info” il demografo Alessandro Rosina. “Ma le trasformazioni demografiche in atto sono tali – aggiunge – che anche un allargamento così significativo dell’elettorato giovanile avrebbe di fatto solo un valore simbolico”. L’invecchiamento della popolazione sta infatti alterando profondamente i rapporti tra le generazioni, con ripercussioni anche sul peso elettorale, in modo del tutto inedito nella storia dei paesi democratici. Il nostro paese – osserva Rosina – sarà quello che per primo sperimenterà il sorpasso della fascia di elettorato più anziana (65 ed oltre) su quella più giovane (under 35). Un evento che si sta producendo proprio in questi anni. Il divario tra le due fasce di età è inoltre destinato nei prossimi decenni ad accentuarsi ancor più che altrove. Se oggi la situazione è ancora di sostanziale equilibrio, entro il 2020 l’elettorato under 35 si troverà con oltre tre milioni di unità in meno rispetto a quello di 65 anni e più. Se si abbassasse a 16 anni il diritto al voto, la differenza – sempre nel 2020 – rimarrebbe comunque sopra i due milioni, compensando quindi solo parzialmente il divario. Se poi ci si sposta più avanti nel tempo lo squilibrio generazionale diventa imponente: se oggi il voto dei giovani ha lo stesso peso di quello degli anziani, da qui al 2045 il peso dei primi si ridurrà ad essere la metà di quello dei secondi.
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