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OTTIMISTI E MAI STANCHI? SIETE «IPOMANIACI»

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(WSI) – Che cos’hanno in comune il grande esploratore Cristoforo Colombo, il magnate automobilistico Henry Ford, la poetessa Emily Dickinson e il pioniere della mappatura genetica J. Craig Venter? Sono tutti “ipomaniaci”, affetti cioè da una malattia, appena scoperta dagli scienziati Usa, che induce chi ne è affetto ad essere ambiziosissimo, ottimista, iperattivo e in definitiva a sfondare più degli altri.

«E’ una vera e propria psicosi maniaco-depressiva caratterizzata da forti correnti di energia mentale e creatività, ma senz’alcuna traccia di depressione», spiega al New York Times il professor Ronald Kessler, docente alla Harvard Medical School. «Questo disturbo mentale si chiama ipomania e affligge molte più persone di quanto si pensasse finora». «Se si guarda all’intero campo del disturbo maniaco-depressivo, meglio noto come bipolarismo, – incalza Kessler, – si può notare che dal 10 al 15% di quei pazienti non si deprimono mai. Lo scopo esistenziale di questi «malati» è l’ipomania costante: non si dorme mai troppo e si è sempre svelti, volonterosi, propositivi».
Circa il 6% degli studenti universitari americani hanno un punteggio alto nei test di personalità che misurano tendenze ipomaniacali, mentre circa il 10% dei bambini Usa hanno personalità «molto esuberanti»: una qualità principale dell’ipomania. Spesso persone afflitte dall’ipomania sono agitate, ansiose e piene di curiosità.

Come Laurence McKinney, 60enne di Boston, che dopo essersi laureato in matematica ad Harvard ha fatto di tutto nella vita: ha fondato una ditta farmaceutica, suonato in gruppi rock, creato chitarre per una delle maggiori marche di strumenti musicali e scritto un libro sulla
Coppia esemplare di ipomaniaci: i miliardari Steve Fossett e Richard Branson
neuroscienza della spiritualità. Nel tempo libero, oggi, fa il consulente aziendale.

Il fattore che porta la persona ipomaniacale ad avere tanto successo è che i piccoli trionfi nella vita creano in lui un enorme aumento di fiducia in se stesso, più della persona normale, stimolandolo a raggiungere livelli sempre più alti di successo. «Io non credo per nulla d’essere più intelligente degli altri, ma sono più veloce – afferma McKinney, – faccio più errori ma li faccio più velocemente degli altri: ho così tante padelle sul fuoco nello stesso tempo che qualche frittata riesce bene anche a me».

«Molte persone con inclinazioni ipomaniacali hanno una notevole determinazione», dice il dottor Kay Redfield Jamison, professore di psichiatria alla Johns Hopkins University ed autore del libro «Exuberance», in cui sostiene che episodi ipomaniacali sono spesso accompagnati da ispirazioni scientifiche, matematiche e letterarie. «Tanti geni del passato erano affetti da questo disturbo», assicura Jamison.

Il vero problema, secondo il prof Peter Whybrow, direttore dell’istituto neuropsichiatrico dell’università della California a Los Angeles, è che nella maggior parte dei casi le persone ipomaniacali crollano a mezz’età. «Di solito questi individui sono ricoverati o debbono andare dallo psichiatra, dopo che qualcosa nella vita gli va male. E riflettendo sul loro passato, precisa Whybrow, – si accorgono di aver intrapreso tantissimi progetti, ma di averne portati a termine ben pochi».

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