Dopo la pubblicazione dell’articolo Borsa Usa: e’ un rally da mercato Orso o no?, Wall Street Italia sta ricevendo molti commenti da parte dei lettori. Ecco una selezione delle tante lettere che ci sono arrivate. Per scriverci utilizza il link SCRIVI A WALL STREET ITALIA.
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Enrico Graziano, Consulente indipendente
Mi sento ampiamente di condividere l’articolo “Borsa USA:è un rally da
mercato orso o no?”. Ho seguito con attenzione anche le precedenti
pubblicazioni di US Equity & Macro Lab, mi permetto ancora di sottolineare
come l’eventuale ritorno di un mercato orso possa anche essere ricercato
nella dicotomia rara che sussiste tra dollaro debole e materie prime forti
(petrolio, oro).
Fondamentalmente le aziende hanno ridotto i costi, ma non
assumono. I multipli dei titoli ricominciano ad avere livelli che ci
ricordano le chimere del 2000. E’ vero che il tempo scarica gli oscillatori,
ma se vedrò l’occupazione riprendere, allora potrò incominciare a credere
che le manovre del signor Greenspan avevano profonde radici nella sua
battaglia intrappresa contro la minaccia di una possibile deflazione. Per
ora preferisco stare a guardare cosa succederà fino alla metà di settembre,
quando la parola tornerà alla Fed.
Distinti saluti
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Cesare Poppi, Bancario
Sono abbastanza d’accordo con la tesi della doppia bolla, anche se la
trovo alquanto preoccupante. Ritengo che Bush sia una persona che va dritta
al problema senza considerare più di tanto le conseguenze; mi spiego:
l’americano medio, indebitato fino al collo, ha come unica certezza i titoli
che ha messo da parte per la pensione. Questi titoli sono in buona parte
allocati sul Dow.
Mantenendo elevato il valore degli indici azionari,
l’amministrazione Bush permette quindi che l’americano medio spenda
tranquillamente, senza pensare troppo al futuro. Il consumismo americano
quindi sembra l’unica risposta allo stato di salute dell’economia. Sono
convinto che questo gioco non possa andare avanti così ancora per molto;
anche perchè tutte le mosse per tenere in piedi il Nyse sono state fatte.
Se
l’economia reale non riparte e non riesce ad abbassare i p/e ancora troppo
elevati di molti titoli temo che le conseguenze pronosticate da diversi
analisti “eliottiani” saranno veramente catastrofiche.
Grato alla redazione
per aver chiesto il mio parere, saluto cordialmente.
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Alipio Fulvi, Ingegnere
QUELLO CHE STA SUCCEDENDO AI MERCATI AZIONARI NON E’ ALTRO QUELLO CHE
E’ AVVENUTO TRA IL 1988 E IL 1990 , CIOE’ UN RIMBALZO TECNICO ALL’INTERNO DI
UN MERCATO ORSO CHE VEDRA’ LA FINE TRA IL 2006-2007; QUINDI IL RIMBALZO
DOVREBBE DURARE IN “TEORIA SECONDO I CICLI PASSATI DEGLI ULTIMI 30 ANNI (15
ANNI CIASCUNO)” FINO ALLA FINE DEL 2004.
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Massimo Darra, Impiegato
NON HO LA CULTURA NE’ LA QUALIFICAZIONE PROFFESSIONALE VOSTRA, MA IN BASE
ALLA MIA PICCOLA ESPERIENZA DEGLI ULTIMI 5 ANNI CONCORDO PIENAMENTE CON
QUELLO CHE AVETE DETTO. IO STO INVESTENDO IN AMERICA MA E’ UN CONTINUO MORDI
E FUGGI PERCHE’ NON CREDO ASSOLUTAMENTE A QUELLO CHE STA SUCCEDENDO. DIRE CHE
SIAMO NEL BEL MEZZO DI UNA SECONDA BOLLA E’ POCO. GRAZIE AI POCHI ARTICOLI
COME QUESTO, MOLTA GENTE POTRA’ PER LO MENO SALVARSI DALLA PROSSIMA
CONTINUAZIONE DELL’ORSO CHE IO CREDO SARA’ MOLTO IN******!!!!
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Eugenio Lavia
Il mercato azionario e` stato sempre dalla sua esistenza “bolla
speculativa”. La borsa decide quando l`economia mondiale deve riprendersi e
viceversa. Come? Facendo leva sui consumi, arricchendo o impoverendo i
consumatori. Con i tassi cosi’ bassi la borsa non fara` altro che salire dando
cosi` benzina alla macchina dell`economia, gli utili delle aziende
miglioreranno di conseguenza.
Ricordatevi che i consumi sono crollati
perche` la borsa e` andata a picco. (Perche`)? I tassi erano molto alti,
pericolo di inflazione alto ed altri indicatori macroeconomici alle stelle,
il contrario di adesso. Ora non c`e` nessuna bolla o doppia bolla come dite
nell`articolo. Ci sara` uno scorporo delle quotazioni per motivi di analisi
tacnica. O al massimo per una sopravalutazione leggera delle azioni.
Investite con i tassi bassi e vendete con i tassi alti.
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Claudio Valente, Caserta
Una canzone di tanti anni fa, diceva così: la verità mi fa male lo so…… In questo mondo, ormai votato
all’economia globale (mi sembra che il “mondo precedente” fosse votato alla
new economy!) pare che tutti siano ciechi e sordi, e non c’è peggior
sordo di colui che non vuol sentire!!!
Nasdaq sopra i 1800 punti…. bhe’, i commenti sono: dai che
riparte….. la gente, il piccolo risparmiatore, la mandria di “buoi”, come
alcuni definiscono i polli da spennare, sono convinti di poter rivedere il
Nasdaq a 5000, SPG a 6 euro, Tiscali a 150…..
Davanti a ciò, tutti gli
avvertimenti, tutte le evidenti storture che stiamo vedendo in questi
giorni, la plateale mancanza di fondamentali seri sulla maggior parte dei
titoli presenti su alcuni listini nazionali ed internazionali (chi vuole
intendere intenda…) non servono a nulla, perchè, l’illusione dei facili
guadagni passati, sarà dura da far dimenticare.
I vari analisti,
professionisti con stipendi da sogno, i guru della finanza (a proposito: ma
la cara Abbey, che fine ha fatto??) sciorinano giornalmente rating e
raccomandazioni, ma nessuno vede Yahoo ad oltre $34 quando, solo un anno fa
ha ritoccato, se non ricordo male, i minimi del 2001 sotto i $9. Chi ci spiega
cosa mai sia successo di tanto mirabile a questa azienda, da poter
giustificare un simile incremento, o l’exploit di titoli del Numtel, con
rialzi a due cifre di aziende di cui, è veramente difficile conoscere
profili e contenuti, girando per la rete, o sulla stampa specializzata.
Spero che questo sia solo il pensiero di un risparmiatore deluso ma
che ha saputo resistere al canto delle sirene, non riversando i suoi
risparmi, in un mercato drogato, nella speranza di “recuperare” quello che
non rivedremo mai più.
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Paolo Giammarino, Promotore Finanziario
Condivido in pieno la vostra teoria. Questo rialzo senza basi solide e’ supportato solo da alcuni indici che
prospettano una ripresa in chiaro-scuro. Il che fa pensare ad una bolla
speculativa di conseguenze a dir poco tragiche, nell’attuale sistema economico, soprattutto per l’Europa che cerca di seguire l’America senza avere i giusti numeri
sia politici che finanziari.
Nasce il sospetto che in America, i cui
risparmiatori investono principalmente in azioni, tali rialzi potrebbero, con
i quadagni borsistiti più i numerevoli benefici concessi, spingere i consumi
alimentando la ripresa economica. Ma che accadrà quando gli americami già
notevolmente indebitati, e sfruttate tutte le fonti di rifinanziamento, si
troveranno di fronte ad una ripresa molto al di sotto di quella prevista?
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Massimiliano Luppi
Ho letto questa mattina con un pò di preoccupazione l’articolo sul futuro
dei mercati. Speravo che il disastro avvenuto negli scorsi anni avesse
insegnato qualcosa ma sembra che non sia cosí.
Il mondo della finanza sembra non conoscere regole morali, ma ora sembra
pretendere di andare contro le più elementari leggi dell’economia reale.
Sembra crearsi una sorta di “economia virtuale” che potrebbe condurre a
nuovi fenomeni catastrofici.
In teoria dovrebbe essere la ripresa economica a sostenere i mercati,
invece le società moderne (almeno quelle occidentali) sembrano avere bisogno
di mercati azionari sopravvalutati per sostenere in modo fittizio l’economia
e generare una spinta ai consumi.
Mi chiedo per quanto potrà reggere un sistema del genere e perchè
istituzioni quali il FMI, la BCE e la FED continuino ad ignorare il
problema.
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Lorenzo Campadello, Padova
Il problema attuale e’ la scarsissima remunerazione dei bond, che spingono il
risparmiatore, invogliato dalle performance azionarie recenti ad incanalare
una parte di cio’ che e’ rimasto nuovamente nei mercati, contando anche sulla
ripresa che dovrebbe essere alle porte, storicamente sempre premiata in
anticipo.
Ritengo pero’ probabile uno storno a breve con la fine della nuova
liquidita’, probabilmente profondo, e alla fine di questo, se la ripresa
sara’ robusta allora si potra’ ripartire veramente(tensioni geopolitiche
permettendo).
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Nico Catellani, Trader
Buon giorno , sono un umile trader che negli ultimi 3 anni (iniziai nel
2000) si e’ destreggiato in un mercato davvero difficile. Ma adesso finalmente e’ arrivata la luce. Secondo me c’e’ troppo pessimismo in giro, non dimentichiamoci che i
ribassisti, per far valere le proprie tesi della BUBBLE RELOADED, additano
dei P/E vecchi e stravecchi.
L’annata 2002 e’ stata la piu’ catastrofica degli ultimi 20 anni. Le aziende nel 2000 si erano preparate con spese ed investimenti ad un
rapporto domanda/offerta che poi si e’ verificato errato. Ma ora grazie ai tagli dei costi e ad una ricalibrazione degli investimenti
in vista di una crescita piu’ moderata le aziende potranno generare maggiori
utili in modo piu’ graduale.
Come da un rapporto uscito di recente il P/E dell’S&P 500 come da utili
stimati nel 2003 e’ di circa 19. A me non sembra un P/E esagerato, anzi.
Considerando che il reddito fisso e l’immobiliare, nonche’ l’oro e le
altre materie prime sono in stato di bolla gia’ da tempo (per colpa dei
terroristi) a mio parere l’azionario e’ ancora molto sottovalutato. Chiaramente non vedo il Nasdaq a 5000 entro 2 anni. Ma sicuramente crescera’, in modo sano e graduale… ed e’ questo quello
che conta poiche’ il “tutto e subito” non fa bene all’economia.
Che tutto questo sia ripartito con “droghe” o accorgimenti di vario tipo
non ha assolutamente importanza. Non dimentichiamo che i mercati sono
stati affossati non solo dalla fine della bolla, ma anche da eventi
eccezionali che hanno determinato un’instabilita’ geopolitica che non c’era
da decenni.
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Andrea Molina, Consulente Finanziario
Sono perfettamente d’accordo, purtroppo. I fatti dimostrano che la storia,
soprattutto in campo finanziario, per ora ha insegnato poco o nulla. Osservando il comportamento dei risparmiatori, sembra di vedere quei
giocatori di poker che hanno perso tantissimo e che ora vogliono continuare
a giocare a tutti i costi “per rifarsi”, rischiando così di perdere tutto! Molto meglio sarebbe trarre insegnamento, accettando, obtorto collo, le
perdite subite ma cercando di non commettere più gli errori del passato.
Tutto ciò dimostra, a mio avviso, che a livello finanziario, in Italia,
siamo ancora se non alla preistoria, al tempo degli assiro-babilonesi (per
usare un paragone “geopolitico” di attualità). Ed il fatto grave è che
questo fenomeno è assolutamente trasversale, perchè non sono solo le persone
a più basso titolo di studio a denunciare questa carenza di cultura, ma
anche le persone più colte e, colmo dei colmi, anche colleghi consulenti
finanziari!
A tal proposito, Marco Liera, Direttore della “Settimana Finanziaria” del
Sole 24 Ore ha pubblicato diversi articoli. “L’educazione finanziaria va
fatta anche a scuola”, “Dedicare più tempo per la cura della finanza
personale” eccetera. L’argomento è sicuramente molto interessante e di cose da dire ce ne
sarebbero a miliardi (come quelli che sono stati bruciati sui mercati
finanziari negli ultimi tre anni) ma per ragioni di spazio e di tempo non
posso dilungarmi oltre.
Infine che dire; speriamo che come nei film
americani (siamo in periodo di Mostra del cinema) a lieto fine, “arrivino i
nostri” e cioè che questo rimbalzo dei mercati sia supportato al più presto
da convincenti e consistenti dati economici (la famosa Maine Street) per far
rientrare i p/e e tutti gli altri indici in un sentiero di crescita
sostenibile, ma ho paura che dovremo attendere ancora un bel pò.
Tengo infine a precisare che ciò che ho scritto, rappresenta assolutamente
opinioni personali che mi sono uscite spontaneamente vivendo in questi
giorni la stessa apprensione descritta nel vostro articolo.
Cordialmente
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Alessandro Vaccari, Promotore Finanziario
Sinceramente trovo che parlare di bolla speculativa sia eccessivo, come è
ancora più eccessivo parlare di effetti catastrofici e moltiplicatori di
questa doppia bolla. Sicuramente i mercati dai minimi di marzo hanno
recuperato molto, ma quanto erano giusti i livelli raggiunti allora? Eravamo
al culmine di una bolla speculativa al ribasso, con titoli che quotavano
come 10 o 15 anni prima, come se, per esempio, società tipo Generali o Eni,
nel frattempo non avessero più creato valore.
Sicuramente un ruolo
importante nelle storture al rialzo e al ribasso, lo hanno giocato tutti i più
diversi strumenti derivati, che spesso non sono altro che scommesse che
drogano il mercato in un senso o nell’altro. Creare allarmismo non serve a
niente tantopiù che oggi si parla di bolla sulle azioni, sulle obbligazioni,
sugl’immobili.
Io non so se il futuro ci riserverà crolli rovinosi o rialzi clamorosi: so
che chi oggi è liquido non guadagna l’inflazione e chi investe in
obbligazioni perde in linea capitale. Per cui se un investitore pensa che
non sia arrivata la fine del mondo (come certi analisti vogliono farci
pensare) e soprattutto pensa, con ottimismo, che l’economia mondiale sia in
ripresa (e sono diversi i segnali a sostegno), può ricominciare a tornare a
investire in borsa.
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Gianvito Garra, Ingegnere
a mio avviso quello a cui stiamo assistendo e’ un travaso di soldi sulle
azioni. C’e’ troppa carta in giro e si concentra sull’equity. Condivido la tesi della seconda bolla. Ma stavolta credo riguardi l’hi-tech + le banche. Il resto del listino azionario mi appare piu’ o meno equilibrato.
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Marco De Marco, Promotore Finanziario
Sono promotore finanziario dal gennaio ’89, mi interessava la finanza
ancor prima. Quello che mi fa sorridere, in queste disquisizioni sul tema, è
notare come ci sia sempre tanta gente che pensa di capire, valutare,
soppesare e, quindi, anticipare i mercati. Capisco benissimo, di
conseguenza, la delusione del ribassista convinto che, mentre si morde le
mani per aver perso l’ultimo rialzo, è pronto a giurare che era privo di
alcuna ragione fondamentale, economica e persino sociologica, e non può fare
altro che gufare perchè si ristabilisca quanto prima la “sua” visione delle
cose e del mondo.
Capisco pure colui il quale, dopo tre anni di estenuanti
ribassi, non può permettersi di pensare che ne possano seguire altri tre e
altri tre ancora, altrimenti dovrebbe cominciare a pensare di doversi
trovare un nuovo lavoro o un nuovo hobby. Diceva un grande (F. Nietzsche): “l’abitudine rende agile la mano ma
meno agile l’ingegno”. Spero di non abituarmi mai ai mercati “toro” o ai
mercati “orso”, sarò costretto a ingegnarmi per fare bene il promotore
finanziario.
Un saluto a tutti.
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Federico Parigi, Statistico
E’ molto lucido e condivisibile l’articolo di US Equity&Macro Lab;
comunque a mio modesto giudizio e solo dal punto di vista grafico si
potrebbe ipotizzare una somiglianza del Dow Jones Industrial odierno con il
toro del periodo 70/72 mancherebbe perciò il crollo seguente. Ma questo
probabilmente lo sapremo solo nel 2004.
Cordiali saluti
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Romeo Pepe, Docente
Spettabile WallStreetItalia, il mio punto di vista coincide con il vostro nella
visione economica, ma la borsa va vista ed interpretata anche secondo un’altra
visione, un po’ scandalistica. Oggi per me prevale tale visione. Le borse stanno
salendo nonostante i pessimisti che stanno fuori dal mercato, nonostante i
consigli a stare fuori, di quasi tutti gli analisti in Italia, questo è il
motivo per cui Milano ha fatto meno. Allora perchè le borse salgono? Chi le fa
salire?
Per me la risposta è le mani forti, la macro-speculazione, quelli che
quadagnano sempre, che attenderanno l’entrata dei piccoli, della massa per uscire
pian-pianino, dopo di che inizieranno a vendere i mercati. Io gia’ dissi che il
mercato sarebbe salito in luglio e agosto, oggi dico che continuerà a
salire, fino a quando si respirerà pessimismo. Vedrete che alla fine chi è fuori
deciderà ad entrare, è psicologia, e lo farà quando il gioco sarà quasi alla
fine.
L’economia conta nella borsa,ma solo se lo decide la grande
speculazione, che opera di solito controcorrente, con fantasia, con arte. Ci sarà
un’altra bolla è probabile e durerà fino a quando durerà il pessimismo. In
borsa si vince solo quando le puntate coincidono con le Loro. Lo so che è cinico
tutto cio’, ma riflettete, al di là delle analisi tecniche ed economiche.
Saluti
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Mauro Freccero, Artigiano
Sarò brevissimo perchè non ho la capacità tecnica ed intelletuale per
esprimermi al livello di chi mi ha preceduto, anche se facendo il trader qualche
cosa, soprattutto di negativo, ho imparato.
Sono nuovamente preoccupato soprattutto perchè è successo già in passato, dal
fatto che i notiziari televisivi, e mi riferisco principalmente al TG1,
ricominciano a parlare delle borse. Non so chi imponga o consigli di fare tutto
ciò, ma non sarà perchè intendono catturare nuovamente i vecchi polli già
spennati.
Grazie infinite per lo spazio concessomi.
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Claudio Rossi, Promotore Finanziario a 360 gradi
Credo che le borse come hanno fatto sempre andranno o su’ o giu’.
L’importante e’ entrare ai minimi ed uscire ai massimi.
Oggi siamo ai minimi ed e’ quindi il caso di entrare: domani
quando saremo ai massimi e quindi sara’ il caso di uscire realizzando quanto
meno le plusvalenze investendole in
polizze a fini rendita (conforme all’eta’ dell’assicurato).
La mia modesta ricetta si adatta a tutte le esigenze di investimento: gradirei
pero’ che ora non saltasse fuori il solito personaggio che dicesse che pure lui
l’aveva pensata!
Allora mi domando perche’ non l’ha detta?
Non l’ha detta perche’ non e’ vero che l’aveva pensata: vuole solo copiare una
ottima idea che modestamente ho pensato io per primo!
Distinti saluti a tutti i promotori a 360 gradi!
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Luigi Ratto, Impiegato
Premetto che non conosco bene la fonte dell’articolo in questione, ma trovo con
interesse vari passaggi che approvo totalmente mentre altri mi risultano un poco
fumosi. Certamente a mio parere il mercato equity USA e’ un mercato totalmente
tecnico come operativita’ mentre si aspetta la ripartenza del ciclo, e mal si
adatta al medio risparmiatore, al massimo puo’ operare con profitto il trader
con qualche anno di Borsa sulle spalle.
Al momento in tutta sincerita’ non
saprei dire se l’Orso e’ vivo o morto, a mio parere i minimi di ottobre 2002
potranno anche essere ritoccati all’ingiu’ in qualche grafico weekly, ma penso
anche che a quei prezzi molte persone che hanno munizioni nello zaino le
tireranno fuori facendo rimbalzare il mercato. La view per chi volesse operare
in America da qui a fine anno per me e’ un continuo trading meccanico mordi e
fuggi fatto sulla base di oscillatori e patterns di prezzo mai superiore alla
settimana. Poi alla primavera prossima vedremo chi e’ rimasto in piedi.
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Antonio Guantario, Universitario
Si parla tanto di nuova bolla sui mercati azionari, poco di quella sul mercato immobiliare.
A tal proposito vorrei fare alcune considerazioni: pagare mediamente in Europa 300
euro per il fitto di una stanza singola nelle città universitarie; pagare
mediamente 2.000 euro al metro quadro per acquisto abitazione, non sono numeri da
bolla? Naturalmente, questo è un mercato che non attira
analisti, economisti, broker perchè gli stumenti speculativi sono pochi (no stock
option, no derivati, no warrants, poche società quotate in borsa e non incluse nei
grossi benchmark index). La vera bolla è qui.
Concludo dicendo che i mercati
azionari attualmente si stanno muovendo come al solito: tutti negativi mercato
sale, tutti positivi mercato scende. Il mercato azionario non sbaglia mai, il
tempo corregge gli eccessi in una direzione o nell’altra, importante è sapere
con che cosa si ha a che fare.
Grazie da un vostro accanito sostenitore.
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Sergio Orso, Responsabile Commerciale
Mi occupo per hobby di mercati finanziari dal 1990 soprattutto nell’aspetto
tecnico, ma con un occhio all’analisi fondamentale.
Credo che quanto sta avvenendo nei mercati da marzo ad oggi, non sia altro che
un’ottima regia dettata da banche, grossi speculatori ecc… anche perche’
dopo tre anni di ribassi e parco buoi ed investitori di fondi comuni azionari o
bilanciati alla finestra con performance tutt’altro che brillanti non si poteva
far altro che alimentare il mercato in maniera fittizia, creando panico a chi
credendo in un ulteriore affondo aveva non poche posizioni short aperte,
obbligando gli stessi a ricomprare i titoli venduti facendo salire il tutto
senza vere e proprie motivazioni.
La dimostrazione di cio’ sta proprio nel fatto che il mercato in tutti questi
mesi non e’ cresciuto nei volumi, ma vi e’ una compra-vendita giornaliera atta
solamente a fare trading.
Credo che il risveglio sara’ amaro e qualcuno con il cerino in mano rimarra’ e
non saranno sicuramente le mani forti, le quali hanno acquistato i titoli non a
luglio o ad agosto, ma a marzo o ad aprile quando di azioni nessuno piu’ voleva
saperne ed ora con calma le stanno distribuendo agli ignari piccoli investitori
(o meglio giocatori) dell’ultino minuto.
Penso che il mercato a breve stornera’ almeno di un 15-20% creando quel panico
tale da far svendere le azioni a tutti e poi la giostra ricomincera’ da capo.
Tanto la borsa e’ un mezzo per far soldi, tanti e in fretta, ma alla festa sono
pochi i veri invitati.
p.s.
Se non si droga un po’ il mercato, tutti quei bei borsini nati nel 1999-2000
cosa fanno?
E i trader on line?
Distinti saluti.
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Roberto Girotti
Il vostro articolo è raccapricciante, sopratutto per gente che, come me, da
marzo 2000 ad oggi si trova con i portafogli col segno “meno”. Tuttavia penso non
siate tanto lontani dalla verità perchè i fondamentali delle aziende non
rispecchiano questo rigonfiamento borsistico da 3-4 mesi a questa parte. Certo è,
che se ci sarà la double bubble molta gente si farà male.
Saluti.
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Giuseppe Cannizzaro, Promotore Finanziario
Carissimi purtroppo io non mi trovo
d’accordo con le vostre teorie vi ricordo che l’aumento o diminuzione della
borsa dipende spesso da un evento psicologico infatti basta guardare come in
questi giorni il Numtel senza nessuna giustificazione sta salendo
vertiginosamente non perche’ ci siano dei motivi specifici ma perche’ le persone
vedendo guadagni elevati si sono gia’ dimenticati delle batoste subite.
Un
aumento cosi’ sostenuto delle borse da marzo ad oggi non puo’ che aver gia fatto
aumentare i consumi i quali con il passar dei mesi faranno sicuramente decollare
il mercato del lavoro. Non credo che un pil usa al 3,1% nel secondo trimestre sia
dovuto alla fantasia ma alla ripresa economica che e’ gia’ cominciata ma che
come al solito nessuno capisce, infatti quando nel marzo 2000 e’ iniziata la
crisi tutti dicevano che non era vero e se ricordate c’era un calo dei consumi e
dell’indice manifatturiero sotto punti 50 (che vuol dire recessione) ma il
mercato del lavoro teneva bene, eppure a lungo andare i consumi hanno innestato una
catena che ha portato a indebolire l’occupazione.
Ora avviene il contrario io ho
molta fiducia in Greenspan e inoltre invito tutti a essere piu’ ottimisti
perche’ le crisi ci sono sempre state ma le riprese sono state sempre
maggiori. Scusate il mio eccessivo ottimismo MA LAVORARE PER CONTO DI UNA BANCA
COME LA MIA DOVE COME PRESIDENTE C’E’ ENNIO DORIS E’ IMPOSSIBILE NON ESSERE
CONTAGIATI DAL SUO OTTIMISMO.
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Rosario Priolo
A MIO MODESTISSIMO PARERERE SIAMO AD UNA SVOLTA EPOCALE PER I MERCATI FINANZIARI
CHE GRAZIE ALL’AVVENTO DELLE NUOVE TECNOLOGIE ED A UN PO’ DI OTTIMISMO E DI PACE
PORTERA’ I MERCATI FINANZIARI A NUOVI MASSIMI.
GRAZIE
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Filippo Naccari, Promotore Finaziario
Ci terrei a ribadire un concetto che troppo spesso tendiamo a trascurare,
mentre siamo col capo chino a costruire analisi tecniche o a leggere in
un’improbabile palla di cristallo finanziaria. E cioe’ che le borse sono
influenzate, prima che dai fondamentali, dalla psicologia degli investitori
(privati o istituzionali che siano), quindi dalle loro aspettative, dalle
loro paure e anche, non dimentichiamolo, dai loro desideri.
E penso che come
gli investitori, anche gli analisti o i sedicenti tali siano
psicologicamente influenzabili. Rischiano cioe’ di fare la stessa fine di
coloro che nel periodo aureo dei mercati si sperticavano a dare pareri
sempre piu’ ottimistici, target price da cabaret e parlavano addirittura di
nuovi metodi per valutare le aziende nella nuova era del commercio on-line.
Essi soffiavano forte nella bolla. Forse alcuni sono gli stessi che, mentre
allora vedevano il sole raggiante nel futuro dei mercati, oggi vedono solo
nero. Ciechi direi, e doppiamente come la doppia bolla di cui parlano.
“In medio stat virtus” diceva qualche vecchio saggio dell’antichita’,
invitava il popolo a cercare un equilibrio in ogni cosa. Cerchiamo di fare
lo stesso per non sbagliare doppiamente e soprattutto per non far sbagliare
doppiamente.
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Roberto Nerbano, Trader
Da quello che si può leggere nelle lettere pubblicate i più ottimisti sono
invariabilmente i Promotori finanziari. Chissà perchè. Nell’Aprile 2000 per
l’ottimismo di un Promotore ne sto pagando tuttora le conseguenze. Per
questo sto cercando di imparare a fare da solo, con risultati non inferiori
a certe gestioni. Sono d’accordo con il docente, la situazione economica
c’entra solo di riflesso, in realtà i pesci grandi cercano di attrarre con
esche quelli piccoli per mangiarseli e in qualche caso cercano di mangiarsi
tra loro. Forse per il pesce piccolo è ora di fuggire.
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Vittorio Montagna, Promotore finanziario
Sono rimasto allibito dalla preparazione e dalla competenza mostrata dai
vostri lettori nei commenti in risposta al vostro articolo. Parlano di
fondamentali, tassi, bubble reloaded, P/E….. come di calcio.
Purtroppo sarà
come sempre la storia a dire chi ha ragione. L’unica lacuna che ho notato, o
almeno l’impressione avuta, è che nessuno conosca la storia. Come ha fatto
l’America a uscire dalla crisi del ’29? L’economia si basa, in modo
semplicistico, sugli stessi canoni di allora: gente che lavora e spende
denaro. Come in Italia esistono più di 50 milioni di c.t. della nazionale,
da oggi so che esistono più di 50 milioni di gestori. Investire non è giocare
in borsa ma decidere il proprio futuro. Un grande statista diceva: “Se una
persona vuole che succeda una cosa probabilmente non accadrà; se cento
persone vogliono che una cosa accada probabilmente accadrà”.
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Federico Simoncini, Impiegato di banca
Consentitemi di scomodare quello che reputo un ottimo testo: “Analisi
Tecnica Intermarket”, J.J. Murphy. Il quadro tecnico che si sta delineando è da manuale, anche se nelle
ultimissime settimane il dollar index sta migliorando e c’è stato uno
scossone su oro e petrolio.
Vediamo i tre mercati fondamentali, escluso l’azionario, come si sono
comportati nel medio periodo trascorso (circa 1 anno):
Materie Prime.
Il CRB Index è ai massimi degli ultimi dodici mesi, ed è inserito in un
trend ascendente abbastanza “deciso”. Se sfonda i 245 aumenterà
ulteriormente la pressione sui corsi obblicazionari.
Valute.
Il Dollar Index è crollato da 110 a 92, ed il recupero degli ultimi due
mesi a 98 non appare ancora una vera e propria inversione di tendenza.
Obbligazioni.
I corsi del T-Note (escludo il T-Bond perché realisticamente i suoi corsi
sono stati manipolati) denunciano un netto calo, solo adesso stabilizzatosi
dopo due mesi di crollo.
Orbene, come dicevo questo quadro è da manuale.
Chi ha letto il citato libro può benissimo constatarlo. Il risultato è già di per sè abbastanza poco incoraggiante per gli indici
azionari; se aggiungiamo poi l’euforia che pian piano si è fatta posto negli
ultimi mesi il quadro peggiora. Ad un primo deciso cedimento potrebbe
ingenerarsi una reazione negativa che, in crescendo, potrebbe portarci a
quella “spallata finale” che tutti attendevamo per la chiusura del Bear
Market iniziato nel 2000.
Gli utili delle aziende sono stati costruiti “tagliando” i costi e non
hanno fatto seguito ad una ripresa vera e propria della domanda. I tagli di
personale effettuati, i budget di spesa tagliati hanno migliorato i conti
economici, ma non hanno innalzato la domanda nè tantomeno il fatturato
lordo.
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Mario Es
Concordo con il docente ed il suo discorso sulla macro-speculazione.
I motivi del rialzo attuale sono sicuramente, a mio avviso, tanti tra cui:
– necessità di ridare “fiducia” ai piccoli risparmiatori, per poi ripulirli per
bene al momento opportuno;
– le solite manovre delle “mani forti” (vedasi le banche);
– drogare come al solito l’economia, che stenta a reggersi sulla sola produzione
reale;
– motivi politici, come le future elezioni americane;
– la logica della Borsa è la logica di chi ha i soldi ed il potere finaziario,
non quella dei piccoli risparmiatori.
Ergo, perchè non la finiamo di sperare di guadagnare facilmente senza lavorare
affidando i nostri risparmi ad un sistema che tanto “pulito” non lo sembra
proprio?
Veramente pensiamo di poterne sapere di più di quelli che operano a Wall Street
e che tirano le redini della finanza mondiale?
Alla fine i piccoli sognano ed i grandi guadagnano.
Quasi sempre.
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Fausto Cuomo, Promotore Finanziario
Concordo con il docente universitario sul fatto che il mercato sia guidato da
mani forti, se no non si spiegherebbe questo rialzo iniziato qualche giorno prima
del conflitto iracheno. A differza dei miei colleghi sono molto pessimista per un
motivo molto semplice: questo rialzo è nato da una guerra (inventata da Bush) e
alimentato da una task-force pro Bush con il benestare di Greenspan.
La ripresa
ci sarebbe stata, lenta graduale e solida (vedi le ristrutturazioni aziendali),
ma Bush non aveva tempo e non poteva presentarsi all’elezioni del 2004 con lo
scandalo Enron, la mancata cattura di Bin Laden, l’inefficiente gestione della
crisi economica che gravavano sulla sua amministrazione. Quindi grazie alla
politica nefasta di Bush ci troveremo a convivere per molto tempo con tensioni
internazionali che condizioneranno oltre le borse anche il nostro quotidiano.
Ma può darsi che mi sbagli visto che Ennio Doris è così ottimista.
Un saluto a tutti.
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Claudio Lo Zoppo, Promotore Finanziario
Sarà perchè sono stanco di leggere un sacco di inesattezze ma, senza offesa
per nessuno, qualcuno qui deve cambiare mestiere. Certamente un promotore
finanziario per la formazione che riceve e la struttura del suo stipendio, non
può pensare di poter fare l’interesse della gente fin tanto che le cose non
cambiano (ANASF che aspetti??).
Io lo sono dal 1988 e vi assicuro che questi
ultimi tre anni sono stati importanti perchè, fuori dal mercato azionario, ho
dovuto arrabbattarmi per poter vivere con le misere commisioni che ci vengono
riconosciute dagli obbligazionari/monetari (dipendenti a stipendio variabile!!) e continuamente pormi il Cliente come mia unica, futura ricchezza.
Se la rida
pure il collega riempiendosi di Doris’ ottimismo, vedremo dopo la prossima
profonda caduta se i suoi Clienti lo saranno altrettanto. Smettiamola di
chiamare i ribassisti “gufi” e per contro i rialzisti ottimisti. Sono
ottimista dal profondo del cuore ma le valutazioni dei trend sono un’altra cosa!!
COMINCIATE A VEDERE LE COSE CON I VOSTRI OCCHIALI.
Un grosso in bocca al lupo a tutti.
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Alberto Rampazzo
Una considerazione:
in economia/finanza, la maggioranza ha sempre torto.
Premesso cio’,
molti indicatori economici, indicano un barlume di
luce in fondo al tunnel della finanza, quindi visto
che le borse anticipano la ripresa, stanno inziando
correre. Come dicono a Wall Street, buy to rumors,
sell to news..
Credo che gli indici mondiali, entro fine anno
(catastrofi a parte) e per il 2004, saliranno
ancora parecchio.
A mio parere, le variazioni delle quotazioni
dipendono fondamentalmente da 3 fattori:
1.
Per un 30% dai bilanci delle società.
2.
Per un 30% dall’andamento del SETTORE delle
società.
3.
Per il restante 40% dall’analisi di come vengono
letti/interpretati i primi due punti. Qui
l’effetto psicologico, gioca un ruolo molto
importante!
Chi meglio di ciascun potenziale investitore
puo’ seguire e quindi conoscere le società su
cui intende investire?
Di sicuro NON la stragrande maggioranza dei consulenti
(o P.F.) i quali hanno decine/centinaia di clienti
assegnati. (inclusi quelli del patron E. Doris).
Grazie per l’attenzione.
Un saluto.
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Alessandro Gambelli, Promotore Finanziario
In risposta all’articolo “doppia bolla” vorrei fare una semplice considerazione
senza scomodare economisti, esperti, guru ecc. I tassi di remunerazione del
reddito fisso sono ai minimi di sempre, l’inflazione ufficiale e’ al 2,7% quella
reale sicuramente di più, quindi per un risparmiatore che vuole mantenere il
potere di acquisto del suo risparmio nel tempo non vedo altre alternative
all’investimento azionario purchè il suo orizzonte temporale sia lungo anche
oltre 10 anni. Quindi lasciamo perdere previsioni e quant’altro e facciamo
andare avanti il progresso con tutto quello che di buono porterà.
Ciao a tutti.
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Tutte cose vere, ma non leggo quella che a me sembra la piu’ vera. Cioè che il
capitalismo ha saturato i settori di intervento possibile: agricoltura,
industria, servizi. Alla fine degli anni ’80 erano già saturi i servizi. Nei
’90 si sono inventati i servizi superflui, tali almeno per il modo assurdo in
cui si sono sviluppati: marketing, pubblicità, finanza e tanti, tanti altri.
La new economy ha visto confluire tutti questi servizi superflui in una
gigantesca bolla che è riuscita a mantenere a galla l’economia per alcuni anni.
Scoppiata la bolla, la gente si è trovata con meno soldi in tasca di 20 anni fa
(basta guardare lo stipendio di un dipendente). L’unica cosa sana a giro ora è
il fatto che un miliardo di cinesi sta cercando di migliorare il suo standard di
vita. Secondo me non puo’ bastare.
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Rocco Tripodi, Promotore finanziario
Anche io penso che sia in atto un Bear Market di lungo periodo e che la fase
attuale sia una gamba di rialzo intermedia, ma in ogni caso non mi preoccupo
più di tanto. I mercati finanziari sono irrazionali e si muovono secondo
nessuna logica, se così non fosse sarebbero facilmente prevedibili e tutti
guadagnerebbero. Questo non vuol dire che bisogna stare alla larga dalle borse,
vuol solo dire che occorre avere un approccio diverso da quello che hanno buona
parte dei risparmiatori nei confronti dei mercati finanziari.
Un asset
allocation strategico, misurato sulle reali esigenze dell’investitore e
soprattutto sulla propria personale disponibilità alla sopportazione del
rischio, è la ricetta migliore per navigare nei mari tempestosi dei mercati. Il
controllo del rischio è altrettanto importante. A tale proposito vorrei
ricordare che è considerato “rischio ZERO di un’attività finanziaria
l’emissione governativa a breve nel paese dove uno consuma”; pertanto se oggi il
bot a tre mesi remunera il capitale all’1% (esattamente non lo so, è solo un
esempio) ogni rendimento superiore è soggetto a dei rischi e la differenza fra
il RISCHIO ATTESO e il RISCHIO ZERO si chiama premio di rischio. Quest’anno i
mercati hanno pagato un premio di rischio molto elevato. Attenzione!
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Dario Bassetti, Promotore Finanziario
Concordo con l’analisi del collega Rossi: io pero’ che sono
Financial Advisor dissento dal suo giudizio in merito al momento attuale.
Ritengo infatti che i mercati NON abbiano ancora toccato il fondo: quindi
conformemente agli inputs della Banca per cui lavoro faccio obbligazioni
strutturate e polizze a premio unico. Unico dubbio: non faranno la fine delle
Cirio? Questo e’ un bel problema e vorrei che qualcuno mi indicasse come
prevenirlo.
Grazie.
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