
Siena – Tassi di interesse: nella prima giornata di contrattazione dopo l’atteso consiglio europeo, l’atteggiamento degli operatori è apparso orientato alla cautela come rappresentato ad esempio dall’andamento degli spread, con quello italiano sostanzialmente fermo e quello spagnolo in allargamento.
In particolare al centro dell’attenzione è stato l’atteggiamento finlandese ed olandese, contrari all’utilizzo del meccanismo ESM per l’acquisto di bond sul mercato secondario. Secondo tali paesi infatti occorrerebbe l’unanimità di consensi per arrivare ad una tale decisione. E’ quanto emerso da un report del governo finlandese datato 29 giugno e presentato ieri dal primo ministro al parlamento di Helsinki. Il trattato istituivo dell’Esm (approvato dalla stessa Finlandia lo scorso 21 giugno), all’art.4 fa però riferimento ad una maggioranza qualificata dell’85% per attivare la procedura d’emergenza.
Allo stesso tempo Seibert, portavoce del governo tedesco, ha tenuto a precisare che non è previsto un automatismo che faccia scattare la procedura di aiuti dell’ESM a favore di banche. La Bce dal canto suo ha comunicato che per la sedicesima settimana consecutiva non ha acquistato bond.
Nel frattempo, sul tema vigilanza bancaria, il membro Bce Nowotny ha dichiarato che la Bce non può essere il supervisore di tutte le banche europee. Il modello da lui proposto ipotizza invece il mantenimento di un ruolo chiave delle banche centrali nazionali a fronte di regole e controlli uniformi da parte della Bce.
Sul fronte macro, l’indice Pmi (quello cioè relativo alla percezione dei direttori delle aree acquisto) ha fotografato a giugno la continuazione della fase di debolezza dell’economia dell’area, permanendo sotto la soglia 50 per l’undicesimo mese consecutivo. Anche la Germania ha continuato a presentare tale indice sotto la citata soglia. L’unico paese dei 17 a registrare un recupero (con indice Pmi a quota 53,1) è stato l’Irlanda. Non a caso lo spread sul decennale di tale paese al momento risulta più contenuto di quello spagnolo.
Allo stesso tempo a maggio il tasso di disoccupazione dell’area ha raggiunto il nuovo record a quota 11,1%.
Dal lato Uk da segnalare le dimissioni prima del presidente e poi dell’ad di Barclays, in seguito allo scandalo emerso per manipolazione dei tassi Libor che è costato alla banca Uk una sanzione di 290 milioni di sterline.
Negli Usa giornata dominata dai segnali negativi dal comparto manifatturiero: l’indice ISM di giugno è sceso sotto la soglia 50 per la prima volta da luglio del 2009. All’interno del dato si è registrato un forte calo sia della componente nuovi ordini (47,8 da 60,1) sia di quella produzione, rimasta comunque leggermente al di sopra della soglia di espansione (51 da 55,6). Unica nota positiva del dato è giunta dal forte ridimensionamento della componente prezzi pagati e da quella occupazione rimasta stabile sui livelli degli ultimi 4 mesi.
I mercati hanno reagito negativamente al dato per poi recuperare nel corso della seduta riuscendo a chiudere la seduta in positivo. Tra gli operatori sembrerebbe quindi prevalere l’idea che più i dati macro risultino deludenti, maggiori sono le probabilità che la Fed implementi un nuovo QE. Su tale punto il dato chiave sarà quello relativo al mercato del lavoro in pubblicazione venerdì prossimo, dopo la pausa di domani per la festività dell’Independence Day.
Valute: leggero deprezzamento per l’euro vs dollaro nella giornata di ieri. Il cross nella prima parte di giornata è sceso sotto 1,26 con un minimo a 1,257 per poi stabilizzarsi. Il supporto oggi si colloca a 1,255; prima resistenza a 1,265 con la successiva a 1,2750.
Sul fronte yen, dopo l’apprezzamento di ieri nei confronti dell’euro, questa notte si è verificato un lieve deprezzamento con il cross che resta compreso all’interno dei livelli segnalati ieri per questa settimana: resistenza a 101,65, supporto poco sopra area 98. Il dollaro/yen resta compreso all’interno dell’area 79-78 che lo contiene da alcuni giorni.
Apprezzamento del dollaro australiano vs dollaro Usa, sui massimi da 2 mesi. La banca centrale australiana questa notte ha mantenuto il tasso di riferimento invariato al 3,5% come da attese di mercato; buoni dati macro sono invece giunti dal settore immobiliare.
Materie Prime: ieri si è assistito a lievi prese di profitto sulle materie prime dopo il forte rialzo dello scorso venerdì. L’indice GSCI ER ha perduto lo 0,3%. Questa mattina è in corso un recupero delle materie prime su attese di ulteriori misure di stimolo da parte della Fed ed altre importanti banche centrali mondiali come ad esempio la Bce e la banca centrale cinese. Il China Securities Journal oggi in prima pagina segnala che la banca centrale del paese dovrebbe procedere ad un taglio del tasso di riserva obbligatoria. IL’attesa di maggior interventismo soprattutto Fed, ha riportato l’oro sopra 1600$/oncia. In lieve rialzo anche il petrolio. Prosegue il rialzo di mais (3%) e grano (2,1%) con le quotazioni spinte dai danni ai raccolti Usa causati dalla forte ondata di calore che ha colpito il paese.
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