E’ tornata la febbre dell’ oro sul mercato dei metalli preziosi, in quanto appena due giorni fa il prezzo del metallo pregiato per eccellenza ha toccato i nuovi massimi dal dicembre del 1987, a 497,02 dollari l’ oncia, e appare a questo punto probabile che fra poco tempo raggiunga quota 500.
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Ma c’é chi vede le quotazioni dell’ oro addirittura a mille dollari nel giro di cinque-sette anni, ed è il caso del presidente di Newmont Mining, il maggiore produttore aurifero mondiale. In un’ intervista alla tv australiana, infatti, Pierre Lassonde, numero uno della società, ha sostenuto che il prezzo arriverà a questi livelli come conseguenza della forte crescita della domanda sopratutto da parte dei Paesi asiatici. Il mercato dell’ oro – ha sottolineato Lassonde – “é caldo e sta diventando ancora più rovente”, al punto che all’ inizio dell’ anno prossimo i prezzi dovrebbero toccare i 525 dollari l’ oncia.
Al momento attuale, la salita delle quotazioni è da mettere in relazione con l’ esigenza di alcuni investitori di proteggersi dall’ inflazione e con l’ aumento delle scorte da parte dei gioiellieri in Asia ed in Europa. Secondo alcuni analisti, nei prossimi tre anni il prezzo è destinato a salire fino a 873 dollari, per via del fatto che l’ inflazione statunitense è destinata ad accelerare, a causa della forte ripresa economica in atto in Cina ed in India. A questi livelli, si tornerebbe indietro nel tempo, in quanto il valore di 873 dollari venne già raggiunto nel 1980, quando i prezzi al consumo negli Stati Uniti registrarono una crescita di oltre il 12%.
Quanto al livello di 500 dollari, l’ ultima volta che l’ oro è stato trattato sopra questo valore è stato l’ 11 dicembre del 1987. Ad alimentare tensioni sul prezzo è anche il fatto che la produzione mondiale di oro lo scorso anno ha registrato il declino più consistente da 39 anni a questa parte. A sua volta i consumi da parte dell’ India, che è il Paese maggiore acquirente di oro, sono cresciuti del 47% mentre la Cina ha segnato un +14%, sempre secondo quanto riferito da Newmont Mining. Nel 1999 il prezzo dell’ oro aveva d’ altra parte registrato una vistosa caduta, ad un minimo da 20 anni, a 253,2 dollari l’ oncia.
In seguito si è avuta però una risalita, anche perché le 15 banche centrali europee hanno raggiunto un accordo per limitare le vendite di oro annuali fino ad un massimo di 400 tonnellate. In base ad una successiva intesa, intervenuta lo scorso anno, questo stesso tetto è passato a 500 tonnellate. Le banche centrali, sopratutto negli Usa ed in Europa, hanno circa un quinto delle proprie riserve espresse in oro.
Nonostante il rialzo delle quotazioni, gli analisti osservano peraltro che in rapporto ad altre tipologie di investimento, in particolare quello in azioni, l’ oro ha reso negli ultimi anni di meno. E’ quanto rileva fra l’ altro un editoriale del New York Times, secondo cui dal settembre 2002 l’ indice S&P 500 (il più rappresentativo della Borsa statunitense) è cresciuto del 56% mentre il prezzo dell’ oro è aumentato del 52%.