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Operatore: se Grillo si conferma alle elezioni 2013, spread vola oltre 500

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Roma – Se Grillo si affermasse anche su scala nazionale, confermando il successo riscontrato a Genova e alle Regionali siciliane, il differenziale tra Btp e Bund balzerebbe oltre quota 500 punti base.

“Se vincesse dovrebbe essere capace di gestire i fatti dell’economia nazionale in maniera tale da mantenere la credibilita’ che ha in questo momento e non e’ una cosa di poco conto”, secondo Giovanni Cobolli Gigli, presidente di Federdistribuzione, intervistato dal canale all news Rainews 24.

Va sottolineato che il primo partito in Sicilia, prima ancora della lista civica del Movimento 5 Stelle, e’ stato l’astensionismo, superiore al 50%. Il che lascia aperte tante finestre, per un risultato possibilmente diverso sul territorio nazionale, dove si fara’ sentire l’impatto del voto degli elettori delusi da Lega Nord e PdL.

A novembre di un anno fa, l’impennarsi dello spread fino a 575 punti base ha spinto alle dimissioni dell’allora premier Silvio Berlusconi e convinto il presidente Giorgio Napolitano a nominare d’urgenza Monti senatore a vita, atto necessario prima del passaggio a guida dell’attuale governo tecnico.

“Dopo lo straordinario successo che il Movimento 5 stelle ha ottenuto nelle elezioni in Sicilia – primo partito nell’Isola con il 15% dei voti e con un investimento in campagna elettorale di soli 25mila euro – come potrebbero reagire i ‘fantomatici’ mercati a un eventuale analogo successo di Grillo alle elezioni parlamentari della prossima primavera?”, si chiede
il Sole 24 Ore in un articolo.

A giustificare la domanda sono anche le proiezioni in vista dell’appuntamento alle urne di aprile. Vanno ricordati infatti gli ultimi sondaggi elettorali, in cui la lista civica del Movimento 5 stelle e’ data intorno al 20%, seconda forza politica dietro al PD.

“I mercati cercano politiche che siano coerenti con gli interessi dei detentori del debito: chiunque e in qualunque forma tuteli il rimborso delle obbligazioni detenute dagli investitori globali è sostenuto e non avversato dai flussi di investimento; nel caso contrario – si veda il referendum greco cancellato con un colpo di spread – si innescano quelle vendite che molti identificano con la cosiddetta speculazione», spiega al Sole Gabriele Roghi, responsabile gestioni patrimoniali di Invest Banca.

«Il discorso generale è che la politica e la democrazia sono state messe sotto scacco da una finanza che ha ormai da tempo esondato dal proprio alveo naturale, quello del Glass Steagal Act (legge varata nel 1933 negli Stati Uniti per contenere la speculazione finanziaria introducendo il principio della separazione tra attività bancaria tradizionale e attività bancaria di investimento, abrogata nel 1999 dal Gramm-Leach-Bliley Act, ndr) per intenderci, e ormai non è sottomessa al legislatore ma lo guida in un rapporto innaturale che sta causando forti tensioni sociali. Il caso di Obama è eclatante: partito come il messia che ci avrebbe salvato dalla finanza, ha dovuto chinare il capo di fronte a lobby più potenti dello stesso Commander in Chief, che ha potuto solo emanare una legge di oltre 3.000 pagine che non riesce a disporre quello che le 125 pagine del Glass Steagal tanto bene ha definito per 70 anni».

E Grillo piacerebbe ai mercati? «Se dovesse confermarsi come seconda forza politica e addirittura essere cruciale per la formazione di un governo – prosegue Roghi – o se a un certo punto i sondaggi dessero queste indicazioni, credo che i “mercati” farebbero tornare lo spread in area di pericolo, oltre i 500 punti per convincere gli italiani, prima delle elezioni, o i parlamentari dopo il voto, a dirigersi verso un Monti/altro tecnocrate a loro gradito».