
Legnano – Se siete nostri lettori abituali oppure seguite i nostri webinar di analisi dal vivo dei mercati, che teniamo quotidianamente all’apertura dei mercati europei, sapete che di fronte a buoni dati sul fronte Non Farm Payrolls, ci attendevamo un ritorno della propensione al rischio, con conseguente vendita di dollari americani e salita di borse, commodity, euro, sterlina, dollaro australiano, canadese e neozelandese e discesa dei rendimenti sugli obbligazionari.
Non sentiamo però il merito di aver azzeccato il movimento di mercato partito, in quanto la reazione degli investitori alla comunicazione delle 163.000 nuove buste paga per il settore non agicolo americano non è stata immediata, si è fatta attendere per partire violentemente qualche ora più tardi.
Non ci è dato sapere dunque se i movimenti sono direttamente collegati alla pubblicazione del dato americano (che mostra comunque un trend positivo per quanto riguarda le ultime rilevazioni) o al fatto che i mercati abbiano deciso che le promesse di interventismo della Fed e della BCE (che fino al giorno prima erano etichettate dai molti, e continuano ad essere descritte così da noi, come un rimandare azioni importanti a settembre), sta di fatto che i prezzi hanno mostrato salite davvero importanti sul fronte del rischio, il tutto a discapito del dollaro americano che continua a ricoprire il ruolo di valuta di finanziamento per eccellenza.
Oltre a questo, dobbiamo appuntare sul nostro taccuino di viaggio il fatto che nel momento in cui la propensione al rischio è generalizzata, ovvero assistiamo a salite concertate su tutte le piazza azionarie mondiali, le correlazioni che hanno guidato i mercati fino a giugno continuano a rimanere valide e si possono sfruttare per l’operatività, l’importante è individuare le giornate giuste in base al brevissimo ragionamento appena esposto.
Prima di passare all’analisi dei livelli principali per quanto riguarda il valutario, vale la pena di spendere qualche parola sui CFD. Non possiamo non partire dal DJ-FXCM Dollar Index, che si è riportato in area 10,000 punti, ed ora trova le resistenze tr 10,120 e 10,140.
Il nostro indice invece (ITA40) si è riportato sopra quota 14,000 punti e trova le proprie resistenze intorno a 14,150. I supporti arrivano da 13,855, livello dove passa la media a 21 periodi. Una rottura di questi livelli potrebbe mostrare tentativi di arrivo verso, rispettivamente, 14,380 e 13,500.
Sul fronte americano, l’S&P500 ci restituisce 1,396.50 e 1,390.00 come punti da sfruttare per rotture di ampiezzo pari a circa 5 punti, mentre lato commodities vediamo il petrolio consolidare all’interno di un triangolo che potrebbe essere di continuazione del movimento, tra 91.00 e 91.40 (la cui rottura farebbe arrivare a 91.75, livello principale di resistenza). Rotti i livelli principali troviamo, a ribasso 90.60 (media a 21) oppure 92.25, mentre per quanto riguarda l’oro 1,610.00 rappresenta il livello di resistenza più forte, in grado di contenere il movimento che altrimenti mostrerebbe le possibilità di arrivare intorno a 1,618.00/20, mentre l’area che passa tra i due e tre dollari sopra il 1,600.00 sembra poter essere un forte supporto.
EurUsd
Movimento “anormale” dell’EurUsd che si è riportato intorno a quota 1.2400 dopo la forte discesa di giovedì, che ha portato il cambio vicino a quota 1.2100. L’area compresa tra 1.2330 e 1.2350 risulta essere la più forte a livello di supporti, in quanto vi è il passaggio della media mobile a 21 periodi (resistenza dinamica) e dei punti di massimo precedenti. Soltanto una rottura a ribasso di quest’area di congestione potrebbe farci assistere ad accelerazioni verso 1.2275, altrimenti la strada sarà quella di tentare lo sfondamento dei massimi della notte verso 1.2500.
UsdJpy
Il UsdJpy si mantiene sostanzialmente stabile a dispetto dei movimenti cui abbiamo assistito su diversi strumenti finanziari. Ci troviamo tra 78.35 e 78.55, livelli in grado di far aumentare la volatilità dei prezzi di circa un quarto di figura (25 punti) da entrambi i lati di mercato.
EurJpy
Fortissima salita dell’EurJpy, che è arrivato a toccare quasi quota 98, area di resistenza data da un’importante livello precedente sulla discesa che ha portato la quotazione fino a sfiorare quota 94.00. Anche qui la EMA21 ricopre una grande importanza, in quanto dopo aumenti di volatilità improvvisi, spesso questo indicatore funge bene da supporto dinamico. Manteniamo una figura di osservazione per valutare rotture di 98.00, verso 98 ¾ o di 97.00, verso 96 ¼. Attenzione che l’eventuale rottura a ribasso potrebbe essere più difficoltosa in quanto, la presenza degli stop dei rialzisti di breve potrebbe determinare false rotture.
GbpUsd
Forte anche il movimento della sterlina, anche su questi lidi a sfavore del dollaro americano. E’ stato quasi raggiunto il livello di massimo toccato con lo spike rialzista di settimana scorsa, senza tuttavia riuscire a superarlo, come accaduto sulla moneta unica. 1.5600 riuslta essere il livello principale da valutare per contenere le quotazioni, che fino a quando si manterranno sopra 1.5575 potrebbero mostrare uno scenario rialzista (anche in questo caso gli stop dei rialzisti vanno valutati ma la media che ci fornisce il livello di attenzione risulta essere la 100, se date uno sguardo ad un grafico orario del cable e dell’eurusd capite la differenza di movimento e la conseguente diversa interpretazione dei livelli tecnici – qui la ema21 non ha rotto bene a rialzo la 100). Sopra 1.5680 si aprono le strade per 1.5750.
UsdChf
Discorso esattamente speculare all’eurusd per UsdChf, con l’indicazione dei seguenti livelli: 0.9725/50 resistenze (media 21 e punti statici), che se rotti porterebbero a 0.9800, altrimenti la strada indica 0.9600.
AudUsd
Molto meno volatile e più ordinata la salita del dollaro australiano, che ora trova i supporti in quel 1.0535 che abbiamo indicato come punto di resistenza in grado di far partire accelerazioni verso l’alto se rotto. Una sua rottura potrebbe portare verso la linea mediana del range degli ultimi giorni (grafico orario), altrimenti il prossimo target risulta 1.0640, che non vediamo dallo scorso marzo.
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