Protesta a Shanghai degli operai cinesi dell’italiana Sasch, l’azienda di abbigliamento di proprietà del sindaco di Prato, Roberto Cenni.
Una sessantina di dipendenti della Txy, società di proprietà della Sasch, si sono riuniti nel The Center, il palazzo nell’ex concessione francese di Shanghai che, al diciannovesimo piano, ospita gli uffici del Consolato italiano, dell’Istituto di Cultura, dell’Ice e della Camera di Commercio italiana in Cina per protestare contro il mancato pagamento degli stipendi.
«Vogliamo consegnare una lettera appello – ha detto all’agenzia Ansa Wang, uno dei lavoratori – affinché le autorità italiane ci aiutino a recuperare gli stipendi che la Sasch non ci ha pagato».
La manifestazione, del tutto pacifica, è avvenuta quando gli uffici consolari erano oramai chiusi. La lettera è stata recapitata, anche se non ci sono commenti o conferme dalla sede diplomatica.
La Sasch è una azienda di abbigliamento fondata negli anni Ottanta e famosa anche per essere sponsor di diversi concorsi di bellezza, tra cui Miss Italia e Miss Italia nel mondo. Il suo azionista di maggioranza, Roberto Cenni, è anche sindaco Pdl di Prato, dove l’amministrazione comunale si è trovata spesso a fronteggiare l’illegalità proveniente dalla forte immigrazione clandestina cinese.