Nel vertice di Osaka, Giappone, gli 11 paesi aderenti all’Opec hanno deciso di mantenere inalterata la produzione di greggio fino alla fine dell’anno.
Sono stati fissati alcuni paletti che dovrebbero garantire il non eccessivo surriscaldamento del prezzo del petrolio: in caso che il prezzo dell’oro nero si mantenga sopra i $28 al barile per 20 giorni consecutivi, la produzione aumenterà di 500.000 barili al giorno.
Al riguardo il ministro del petrolio del Kuwait ha detto che in realtà l’Opec potrebbe anche non aspettare il ventesimo giorno per incrementare l’output.
Il Venezuela, inoltre, si è detto pronto a intervenire non appena il prezzo superi i $30 al barile.
La chiara volontà dei Paesi Esportatori di Petrolio è quindi di stabilizzare il prezzo del greggio, ma restano ancora alcune incertezze, legate soprattutto – come sottolinea il ministro del petrolio iraniano Bijan Namdar Zangeneh – alla situazione irachena.
Naimi, il ministro del petrolio dell’Arabia Saudita ha dichiarato: “ci piacerebbe vedere un prezzo del petrolio intorno ai $25 al barile, $25 è il numero magico”.
Il prossimo vertice Opec è stato fissato il 12 dicembre di quest’anno.
A Londra, il future di novembre sul Brent è scambiato a $28,50 al barile, in rialzo dello 0,63% rispetto alla chiusura di mercoledì.