L’Opec, l’organizzazione dei paesi esportatori di petrolio, riunitasi oggi a Vienna, ha deciso di non aumentare la produzione, finchè il prezzo del petrolio non raggiungerà i $28 al barile.
Il presidente dell’organizzazione, il nigeriano Rilwanu Lukman, ha spiegato che non ci sono ragioni per aumentare la produzione, dato che il prezzo dell’oro nero si trova a metà dell’intervallo di $22-$28, fissato come obiettivo dall’OPEC.
“Un aumento dell’output avrebbe senso solo se il prezzo del greggio si portasse al di sopra dei $28 al barile”, ha aggiunto Lukman.
Molti dei paesi aderenti all’Opec hanno problemi di bilancio, che potrebbero essere alleviati, se il prezzo del petrolio continuasse a salire.
L’Opec ha già ricevuto l’appoggio della Norvegia, paese non aderente all’organizzazione, ma terzo esportatore di greggio al mondo, nel tentativo di evitare cadute del prezzo nel secondo trimestre di quest’anno.
I riflettori adesso sono puntati sulla Russia, che aveva assecondato la politica dei tagli nel primo trimestre del 2002 e che deve decidere se proseguire su questa linea ancora per i prossimi tre mesi o aumentare le esportazioni.
Il future sul Brent, dopo essere balzato a $24,67 nella seduta di ieri (+2,45%), è in lieve calo e al momento è scambiato a $24,47, -0,81%.